Tour de France 2018, Schär: “Per vincere sarebbe servita qualche curva in più nel finale”

Michael Schär è stato il grande animatore della tredicesima tappa del Tour de France 2018. Tra i quattro fuggitivi di giornata, insieme a Thomas De Gendt (Lotto Soudal), Dmitry Claeys (Wanty-Groupe Gobert) e Thomas Scully (EF Education First-Drapac Cannondale), il portacolori della BMC Racing Team è stato l’ultimo ad arrendersi alla rimonta del gruppo, dopo aver salutato la compagnia a circa 20 chilometri dal traguardo. L’impulso delle formazioni dei velocisti, su tutte Groupama-FDJ e Bora-Hansgrohe, ha favorito il ricongiungimento ai -5,8 chilometri dal traguardo, con lo svizzero che è stato premiato con il numero rosso della combattività con il quale ripartirà domani da Saint-Paul-Trois-Châteaux.

“Ho dato davvero tutto – ha ammesso stremato al traguardo – questa è una fuga che avevamo studiato già stamane. Dovevamo portarla avanti il più a lungo possibile e personalmente ero contento della presenza di un elemento come De Gendt, che è uno specialista delle fughe. Non siamo stati aiutati perché il gruppo non ci ha mai lasciato troppo tempo, al massimo siamo arrivati ad avere un paio di minuti e non bastavano”.

Dopo il contrattacco Schär è tornato ad avere un gap massimo di 52” che però non gli è bastato per impedire la rimonta che ha preceduto lo sprint vinto da Peter Sagan (Bora-Hansgrohe): “Ho provato a spingere al massimo alla fine. Speravo che una volta raggiunto il centro abitato ci potessero essere molte curve. Invece così non è stato, le strade erano ampie e c’era il contatto visivo. Inoltre ho trovato anche un forte vento che mi ha ulteriormente penalizzato”.

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