Top/Flop della Settimana: Alaphilippe, Anacona, Evenepoel, Gaviria, Keisse, Lefevere…

TOP

Winner Anacona: Dopo quasi cinque anni il colombiano torna ad essere nomen omen. Un successo che ovviamente non cambia il suo status all’interno della corazzata spagnola, nella quale è fido gregario soprattutto di Nairo Quintana, ma che probabilmente è anche importante per il morale di un corridore che ha così dimostrato, innanzitutto a sé stesso, di poter essere ancora qualcosa in più di un faticatore.

Fernando Gaviria: La sua nuova avventura, una vera e propria scommessa, parte con il piede giusto. Due successi ottenuti non solo con le sue gambe, ma risultato anche dell’ottimo lavoro di un treno che dà così risposte importanti visti i non pochi dubbi espressi in questi mesi da molti addetti ai lavori. Uomini come Roberto Ferrari e Simone Consonni hanno invece dimostrato di poter lanciare il colombiano, che in rampa di lancio ha confermato da subito tutto il suo talento..

Deceuninck-QuickStep: Sulla strada la compagine belga si è fatta valere. Pur senza riuscire a portarsi a casa la corsa, dovendo cedere il passo in salita a corridori più avanti con la preparazione e più abituati ad altura e latitudine, il bottino finale parla di due successi, entrambi con Julian Alaphilippe, poi secondo nella generale, e della maglia di miglior giovane con il fenomeno del futuro Remco Evenepoel. Anche qui, se il buongiorno si vede dal mattino…

FLOP

Iljo Keisse: Mentre i compagni brillavano per i loro risultati, l’esperto pistard belga scivolava malamente per una foto goffamente goliardica. Il 34enne si è rapidamente scusato (anche in seguito ai provvedimenti decisi dall’organizzazione di corsa che lo ha escluso prontamente) cercando di far rientrare quanto successo, ma da parte di un professionista navigato e di un uomo che dovrebbe essere di esempio anche ai tanti compagni, il gesto iniziale resta quantomeno discutibile. Un brutto scivolone per un corridore che all’interno del team è sempre stato descritto come punto di riferimento.

Patrick Lefevere: Alla fine si è scusato, ma la gestione del caso Keisse è stata davvero pessima da parte del team manager belga. Dopo aver minimizzato l’accaduto, minacciato di far ritirare la squadra dopo l’esclusione del suo corridore, lo storico dirigente se l’è presa anche con la ragazza, tacciata di opportunista (in realtà un po’ peggio), attirando su di sé le ire dei suoi sponsor principali. Solo dopo che Deceuninck, l’azienda che ha salvato una squadra in crisi, e Specialized si sono fatte sentire, son infatti arrivate le tardive scuse, difficilmente considerabili sincere…

Wout van Aert: Il belga ne esce tutto sommato a testa alta, ma se nelle passate stagioni, soprattutto l’anno scorso, aveva salvato in Zona Cesarini la sua stagione di ciclocross con il titolo iridato, stavolta la resa nei confronti dell’ormai unico fenomeno assoluto del ciclocross Mathieu van der Poel è inevitabile. Al termine di una corsa in cui il neerlandese ha fatto il vuoto quando ha deciso di cambiare davvero ritmo, al corridore della Jumbo-Visma (un traumatico cambio che difficilmente non ha lasciato il segno) resta comunque l’onore delle armi.

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