Tirreno-Adriatico 2021, Top/Flop del Giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi alla Tirreno – Adriatico 2021.

TOP

Wout Van Aert (Jumbo-Visma): Gli è bastata una corsa per mettersi alle spalle la delusione (e parliamo di un quarto posto) della Strade Bianche. Il belga battezza il treno giusto in volata e salta fuori dalla ruota di Gaviria proprio nel momento giusto, lanciandosi in uno sprint perfetto che gli permette di prendersi anche la leadership della generale. A fine tappa gli abbiamo chiesto se vuole vincere tutte le tappe, lui ha risposto che sarà molto difficile e che per il momento vuole difendere la maglia e guadagnare secondi nelle prossime due tappe, che gli si addicono. Quantomeno sembra avere l’ambizione di voler curare la generale.

Andrea Vendrame (Ag2r Citroën): Che questo arrivo gli fosse gradito si era capito già con il sesto posto dello scorso anno. Dopo il Giro, poi, avevamo capito anche che può ottenere piazzamenti anche nelle volate di gruppo. Tuttavia, il quarto posto in un arrivo totalmente pianeggiante è un ulteriore passo in avanti verso una duttilità sempre più notevole. Inoltre, basta leggere i nomi di chi gli è arrivato davanti per capire il suo livello di forma attuale. È già in forma Sanremo.

Eolo-Kometa: Alla prima corsa a tappe World Tour della propria storia, la neo Professional italiana riesce a fare subito bella figura. La compagine italiana, infatti, manda subito due uomini in fuga con Vincenzo Albanese Samuele Rivi, che caratterizzano gran parte della tappa, permettendo agli sponsor di mettersi in mostra, con il secondo che arriva anche ultimo con onore sul traguardo a 4’32” da Van Aert. Emblema della grinta di questo team è poi Manuel Belletti che, arrivato diciannovesimo allo sprint, sbatte i pugni sul manubrio per non essere riuscito a trovare lo spazio giusto per giocarsi un piazzamento.

FLOP

Deceuninck-QuickStep: La perfezione del Wolfpack oggi non si vede. L’immagine di Alvaro Hodeg e Davide Ballerini che arrivano appaiati sul traguardo (rispettivamente settimo e ottavo), facendo praticamente due volate diverse, dimostra che per una volta qualcosa non ha funzionato nei solitamente ben oliati meccanismi della compagine di Lefevere. L’italiano partiva al servizio del colombiamo, ma vista la forma delle ultime uscite è probabile (e forse anche più giusto) che gli verrà concessa anche qualche opportunità in prima persona

Elia Viviani (Cofidis): Bisogna superare altri diciannove nomi prima di scorgere il suo nell’ordine d’arrivo. Un risultato che in genere farebbe pensare ad un problema fisico o meccanico, del quale però al momento non ci è giunta notizia. Nell’ultimo chilometro il veronese si trova molto indietro e la squadra non è abile nell’aiutarlo, costringendo a rimontare posizioni da solo. Prova anche a lanciarsi nella volata finale, ma è spinto a farlo soltanto dall’orgoglio del campione, visto che quando Van Aert lancia lo sprint lui è ancora decisamente troppo indietro per poter soltanto pensare di lottare per un piazzamento.

Tim Merlier (Alpecin-Fenix): Era arrivato al via con un importante carico di aspettative che non è riuscito a rispettare del tutto. Il sesto posto finale non è in sè un risultato bruttissimo (anche se le carte per fare meglio c’erano tutte), ma arriva dopo aver fatto lavorare nell’ultimo chilometro un Mathieu van der Poel che forse giocandosi le proprie chance in prima persona avrebbe potuto ottenere addirittura un risultato migliore del belga. In ogni caso, ci saranno ancora altre occasioni, ma dovrà dimostrare di essersi meritato la fiducia del team.

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