Pagelle Volta a Catalunya 2024: Pogačar onnivoro, Landa e Bernal da “vecchi tempi”, bravo Tiberi – Tracollo Visma, Simon Yates nell’ombra
Tadej Pogačar (UAE Team Emirates), 10 e lode: Se la scala di voti fosse quella delle lauree, saremmo al 110 e lode. Lo sloveno vince quattro tappe, oltre, ovviamente, alla classifica generali dimostrando di non avere rivali in questa corsa. Si impone su percorsi mossi, in salita e anche in una volata di un gruppo mediamente numeroso, confermando di avere un appetito per la vittoria smisurato. In questa stagione finora ha 9 giorni di corsa nelle gambe: 5 sono vittorie e uno è il terzo posto alla Milano-Sanremo…
Mikel Landa (Soudal-QuickStep), 9: In salita è il più vicino all’alieno Pogačar, raccogliendo due secondi e un terzo posto di giornata e chiudendo con un podio pesante, anche in chiave futura. Lui si è detto contento perché vede i frutti del lavoro fatto quest’inverno. Chissà che a questo punto non riesca a togliersi qualche altra soddisfazione individuale, prima di mettersi a disposizione di Evenepoel sulle strade del Tour de France.
Egan Bernal (Ineos Grenadiers), 8,5: I segnali di una crescita confortante si erano già visti nelle scorse settimane, ma quello che il colombiano è stato capace di fare sulle salite catalane è da applausi. Torna sul podio di una corsa WorldTour a distanza di quasi tre anni dall’ultima volta e mostra una condizione addirittura in crescendo, tenendo il passo di Landa nel “tappone” pirenaico della penultima tappa. Bello rivederlo a questi livelli, dopo tutto quel che gli è capitato.
Antonio Tiberi (Bahrain Victorious), 7,5: Chiude all’ottavo posto della generale, dopo una serie di prestazioni di ottima qualità, soprattutto in occasione della terza tappa, frangente in cui solo Pogačar e Landa hanno saputo fare meglio di lui. Un po’ di rimpianto per il distacco accusato il giorno precedente, ma lungo un percorso di crescita incappare in qualche isolato momento meno brillante è inevitabile.
Marijn van den Berg (Ef Education-EasyPost), 7,5: Si conferma atleta affidabile, mettendo in fila un primo e un secondo posto di giornata, nelle uniche due occasioni a disposizione dei corridori veloci, e raccogliendo punti preziosissimi per la sua squadra. Sceglie poi di ritirarsi, evitando le ultime due, dure, giornate di gara.
Axel Laurance (Alpecin-Deceuninck), 7,5: Il ragazzo ha classe, ma, da iridato U23 in carica, la cosa non è una notizia. Lo spunto con cui porta a casa il successo nella quinta tappa è da campione. In precedenza, nella corsa che ha portato valorosamente a termine, ci sono anche due quinti posti, fra cui quello nella prima, difficile, tappa. 22 anni e un talento ancora tutto da misurare.
Stephen Williams (Israel-Premier Tech), 7: Il gallese ha avuto un ruolo fondamentale nel successo del compagno di squadra Schultz in occasione della prima tappa e ha continuato a esprimersi su ottimi livelli per tutta la settimana. Più volte protagonista, si conferma corridore sempre da tenere in considerazione su percorsi mossi.
Lenny Martinez (Groupama-FDJ), 7: Il giovane francese si conferma, una volta di più, atleta di belle speranze. Chiude con la maglia di miglior Under 25, settimo in classifica generale e con un buon raccolto di piazzamenti. La squadra sperava addirittura in qualcosa in più, ma il bilancio a lui relativo può dirsi sicuramente positivo.
Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe), 7: Aggiunge un nuovo piazzamento di spessore (quarto posto finale) a un inizio di stagione in cui sta mostrando grandissima costanza di rendimento. Tolto l’imprendibile Pogačar, è in linea con gli altri grandi della classifica generale, anche se mostra un po’ di stanchezza lungo le ultime salite.
Chris Harper (Jayco-AlUla), 7: In contumacia Yates, l’australiano si prende i galloni di capitano della squadra e li sfoggia con notevoli risultati. In salita è quasi sempre con i migliori e il sesto posto finale è uno dei migliori piazzamenti della sua carriera. Conferma uno status da corridore sempre più importante, che ha iniziato a caratterizzarlo a metà della scorsa stagione.
Nick Schultz (Israel-Premier Tech), 7: A pedivelle ferme, il suo spettacolare guizzo della prima giornata di gara è stato quello che ha impedito all’alieno Pogačar di fare cinquina di successi. La vittoria è pesante, per lui e per la squadra.
Lorenzo Fortunato (Astana Qazaqstan), 6,5: Entra nella prima pagina della classifica finale, portando a casa un risultato di spessore, che fa bene anche a un bilancio di squadra decisamente magro, non fosse stato per lui. Complessivamente, tiene botta e combatte con gli altri uomini di classifica (eccezion fatta per l’alieno di cui sopra), facendo ben sperare per il Giro d’Italia ormai alle porte.
Enric Mas (Movistar), 6,5: Puntava a salire sul podio, ma alla fine ha dovuto accontentarsi di un quinto posto comunque apprezzabile. Rimane comunque distante dai più forti in assoluto, come gli è già spesso capitato nei mesi passati, anche se mostra una condizione in crescendo. Da vedere come evolverà la sua stagione.
Wout Poels (Bahrain Victorious), 6,5: Ottime prove nelle tappe più dure e una gamba che lo renderà sicuramente ottimista, soprattutto in chiave Giro d’Italia, dove arriverà con il dichiarato obiettivo di vincere una tappa, per completare la “tripletta” nei Grandi Giri. La strada pare quella giusta.
João Almeida (UAE Team Emirates), 6,5: Le ambizioni personali sono, per forza di cose e ragion di stato, da riporre in un cassetto. Il portoghese si mette allora al servizio del capitano sloveno e porta a casa un piazzamento nei primi 10 della generale.
Dorian Godon (Decathlon-Ag2 La Mondiale), 6,5: È un corridore che sa muoversi benissimo quando le circostanze gli sono favorevoli. Buon quarto posto per aprire la settimana ed eccellente secondo nella tappa conclusiva: considerando che davanti gli arriva solo l’insaziabile Pogačar, trattasi di risultato di spessore.
Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 6: Rimane nei gruppetti che seguono, più o meno da vicino, quello dei migliori nelle tappe più dure. A far classifica ci pensano Tiberi e Poels, lui mette comunque chilometri preziosi nelle gambe in vista dei prossimi impegni.
Bryan Coquard (Cofidis), 6: Sulla carta era uno dei corridori più veloci del campo partenti. Aveva le possibilità di far svoltare la stagione della squadra, ma ha dovuto accontentarsi di un terzo e di un quarto posto. Non sono certamente risultati da scartare, ma lo scenario probabilmente gli metteva a disposizione qualcosa in più.
Nairo Quintana (Movistar), 6: Alla prima corsa di grande livello dal suo rientro in gruppo, mette in mostra qualche segnale discreto prima di cadere nell’ultima tappa e di finire così nell’elenco dei ritirati.
Simon Yates (Jayco-AlUla), 5,5: Non è stato bene prima dell’inizio della Volta e ha preso la competizione nel tentativo di ritrovare un po’ di ritmo e di fare chilometri utili per il futuro. Chiude però una corsa tutto sommato molto adatta a lui nell’assoluto anonimato.
Sepp Kuss (Visma|Lease a Bike), 5,5: Partiva con ambizioni di classifica e finisce al 13esimo posto, con 8′ e passa di ritardo dal vincitore. Ha provato a dire la sua nella prima parte della settimana, salvo poi crollare nella durissima tappa di Queralt, quando sembra pagare addirittura il ritmo fatto dai suoi compagni di squadra.
Geraint Thomas (Ineos Grenadiers), 5,5: Ormai abbiamo imparato che se le corse non sono suoi obiettivi principali, è uno che non corre per il piazzamento. Si fa vedere una volta in fuga, svolge un po’ di lavoro di supporto per i compagni di squadra e, fondamentalmente, fa chilometri-gara che saranno preziosi nei Grandi Giri che sono nella sua agenda.
Cian Uijtdebroeks (Visma|Lease a Bike), 5: Raramente protagonista, quando la strada sale scivola rapidamente nelle posizioni di rincalzo del gruppo dei migliori. Non porta poi a termine la corsa, ritirandosi durante l’ultima tappa.
Ethan Hayter (Ineos Grenadiers), 5: Aveva a disposizone almeno un paio di traguardi per provare a lasciare il segno, ma alla fine il piatto dei risultati ha pianto, confermando una linea prestativa non eccezionale, per quel che riguarda quest’inizio di stagione.
Sergio Higuita (Bora-hansgrohe), 5: Era atteso a prove importante, in un contesto in cui, due anni fa, era stato il migliore di tutti. Stavolta chiude la settimana catalana senza neppure un guizzo degno di nota.
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