Giro del Veneto 2024, Corbin Strong vince lo sprint in salita di Monte Berico su Xandro Meurisse e Romain Grégoire! 4° Davide De Pretto

Corbin Strong si aggiudica il Giro del Veneto 2024 sotto il diluvio. Il corridore della Israel-Premier Tech, con uno scatto esplosivo sullo strappo conclusivo è riuscito ad avere la meglio sul belga Xandro Meurisse (Alpecin Deceuninck) e sul francese Romain Gregoire (Groupama-FDJ). I due hanno tagliato il traguardo di Vicenza con due bici di distacco dal 24enne neozelandese e si sono dovuti accontentare del secondo e terzo gradino del podio. Ottimo quarto posto, a 3 secondi di distacco, per il giovane italiano Davide De Pretto (Team Jayco AlUla) che è riuscito ad arrivare davanti al grande favorito della vigilia, lo svizzero Marc Hirschi (UAE Team Emirates) che ha chiuso al quinto posto.

Diversi i corridori italiani che sono riusciti entrare nella Top10 della corsa veneta. Sesto posto per Mattia Bais (Polti-Kometa), settimo Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty), ottavo Filippo Fiorelli (VF Group-Bardiani CSF-Faizané) e nono Davide Toneatti (Astana Qazaqstan). Con questa vittoria Strong mette la ciliegina sulla torta a una stagione molto positiva per lui, che lo ha visto vincere una tappa al Giro di Vallonia, arrivare al secondo posto del Gran Piemonte e piazzarsi due volte sul podio di giornata della Vuelta a España.

Il video dell’arrivo

Il racconto della corsa

Dopo una prima serie di tentativi, al comando riescono a portarsi Ben Granger (MGKVis Colors For Peac), Adne Holter (Uno-X Mobility), German Gomez (Polti-Kometa), Nicolas Zukowsky (Q36.5 Pro Cycling) e Davide Baldaccini (Team Corratec Vini Fantini). Rimasto ancora molto vicino, dal gruppo proseguono le accelerazioni e il primo a rientrare è Kevin Pezzo Rosola (General Store Giessegi F.lli Curia), imitato poco dopo Lorenzo Milesi (Movistar).

A quel punto il gruppo concede terreno e dopo 15 chilometri di gara il vantaggio improvvisamente sale oltre il minuto, ma dietro UAE Team Emirates e Team Jayco – AlUla non vogliono concedere troppo. Il gap supera così appena i due minuti prima che queste due formazioni inizino a controllare la situazione, mentre la fuga perde Milesi, vittima di una caduta e costretto al ritiro. Da allora la situazione resta stabile, con il gruppo che gioca come il gatto col topo, sornione a distanza di sicurezza. Il gap comincia a scendere in maniera più decisa verso il chilometro cento, con la strada che comincia a ripetersi sotto le ruote dei corridori, entrati nel circuito finale.

Ad accelerare è la squadra australiana, mentre davanti alcuni corridori cominciano a perdere contatto, partendo da Gomez. Il gap ormai è attorno ai trenta secondi e quando cominciano alcuni scatti più decisi, come quelli di Alessandro Covi (UAE Team Emirates) ed Einer Rubio (Movistar), la testa della corsa vede il suo margine crollare, perdendo anche alcuni pezzi. Alla fine restano Pezzo Rosola, Zukowsky e Granger, ma la loro azione si esaurisce definitivamente poco dopo l’ingresso nei 50 chilometri conclusivi.

In testa al gruppo risulta molto attivo Diego Ulissi (UAE Team Emirates), che alza il ritmo e si occupa di chiudere sulle azioni dei rivali, tra i quali spicca Rémy Rochas (Groupama-FDJ), che attacca all’ombra del Santuario del Monte Berico, quando al traguardo mancano ancora tre giri. La sua azione viene così annullata a 42 chilometri dalla conclusione, con anche la Movistar che si mette in testa per controllare.

Sullo strappo successivo è Marcel Camprubì (Q36.5 Pro Cycling) ad allungare, riuscendo a tuffarsi con qualche secondo di vantaggio dalla salita di Via Pilla. Il giovane corridore spagnolo si fa tutta la discesa da solo, ma una volta in pianura non ha alcuna possibilità e viene ripreso da un gruppo dal quale si prosegue ancora a scatti. Dopo alcuni tentativi infruttuosi, è Alessandro Tonelli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) a guadagnare terreno, partendo a 32 chilometri dalla conclusione e approcciando la penultima scalata completa del Monte Berico con un margine di 12 secondi. Un distacco che non basta per resistere al ritorno del gruppo condotto e spezzato da Jay Vine (UAE Team Emirates).

L’australiano finisce il suo lavoro quando si muove Romain Grégoire (Groupama-FDJ), al quale risponde prontamente Marc Hirschi (UAE Team Emirates). I due non guadagnano abbastanza per fare la differenza, ma al comando restano ormai meno di venti corridori con una dozzina di secondi di vantaggio sul gruppo, condotto dalla Arkéa – B&B Hotels. Vine riprende così a fare il ritmo nello strappo successivo verso Villa Margherita, ricevendo il supporto di Gianluca Brambilla (Q36.5 Pro Cycling). Con loro anche Samuele Battistella (Astana Qazaqstan), Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty), Jon Barrenetxea (Movistar), Thibaud Gruel (Groupama-FDJ), Davide De Pretto (Team Jayco-AlUla), Anders Foldager (Team Jayco-AlUla), Marco Frigo (Israel – Premier Tech), Corbin Strong (Israel – Premier Tech), Tobias Halland Johannessen (Uno-X Mobility) e Filippo Magli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè).

Nella discesa Brambilla fa valere le sue qualità, provando a portare con sé il compagno Camprubì, ma il giovane spagnolo scivola e, pur ripartendo abbastanza velocemente, finisce fuori dai giochi. Il gruppetto alle sue spalle intanto prova a tenere a distanza il gruppo, condotto ora dalla Alpecin – Deceuninck, ma a venti chilometri dalla conclusione il gap è di poco sopra i dieci secondi e non basta l’impegno di Vine e Frigo per evitare il ricongiungimento a pochi chilometri dall’inizio dell’ultima scalata del Monte Berico. Brambilla conserva ancora qualche piccolo secondo ma poco dopo viene raggiunto dal gruppo tirato dalla UAE Emirates a poche centinaia di metri dall’inizio dell’ultimo giro.

A 14,5 km dal traguardo Marc Hirschi (UAE Emirates) prova il forcing e l’unico che ha le gambe per seguirlo è il francese Romain Gregoire (Groupama-FDJ), mentre il resto del gruppo si sfilaccia. Un paio di chilometri dopo sulla coppia di testa si riportano i veneti Filippo Zana (Jayco-AlUla) e Samuele Battistella (Astana Qazaqstan) e il loro vantaggio sul gruppo degli inseguitori inizia a crescere visto che il quartetto al comando sembra di riuscire a collaborare. Quando restano da percorrere gli ultimi 10 km il vantaggio degli attaccanti è di 12 secondi, ma dietro sembra che stiano recuperando velocemente sui battistrada che vengono infatti ripresi ai -7 km sul tortuoso tratto in discesa. Hirschi però non si dà per vinto e accelera nuovamente quando la strada torna ad essere pianeggiante e il gruppo di testa si allunga e si rompe ancora una volta.

Nel gruppetto di testa ci sono una dozzina di corridori e gli attacchi si sussegguono mentre la pioggia continua a cadere copiosamente. A 3 chilometri dall’inizio della salita conclusiva ci prova anche Giulio Pellizzari (VF Group-Bardiani CSF-Faizané), e il giovane scalatore riesce a guadagnare qualche decina di metri ma viene riassorbito ai piedi dell’ultima scalata del Monte Berico, quando manca 1 solo chilometro all’arrivo. Il primo a partire sullo strappo finale è Romain Gregoire, ma viene sorpassato ai -150 metri dall’esplosivo Corbin Strong che va a vincere a braccia alzata davanti al belga Xandro Meurisse (Alpecin Deceuninck) bravo a superare Gregoire negli ultimissimi metri.

Risultato Giro del Veneto 2024

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