Giro d’Italia 2023, Top/Flop del Giorno

La nostra rubrica che traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Giro d’Italia 2023.

TOP

Einer Rubio (Movistar): Lucido e furbo lo scalatore colombiano, che a Crans Montana va a prendersi quello che finora è il successo più importante della sua carriera utilizzando bene la testa. Lucido nel non farsi coinvolgere nel litigio tra Pinot e Cepeda, furbo nel fingere di essere a tutta e di faticare a seguire le accelerazioni degli altri due, che il 25enne lascia sfogare risparmiando nel contempo le energie (fisiche e mentali) per lo sprint finale. Una vittoria d’astuzia, che conferma il passo in avanti fatto in questo inizio di stagione.

Thibaut Pinot (Groupama-FDJ): Sbaglia forse un po’ tutto, ma se corri in questo modo non puoi che regalare emozioni e da appassionati di ciclismo non possiamo che ringraziare. Ancora una volta il francese dimostra tutta la sua grinta e generosità, ma anche una certa fragilità. Un mix che negli anni è diventato quasi impossibile non amare (e non a caso tutto il pubblico nella salita urla il suo nome).

Mauro Vegni (RCS Sport): A volte bisogna anche saper ascoltare e scegliere la via meno peggiore per non rompere gli equilibri. I corridori si presentano stamani con una richiesta che avrebbe sostanzialmente addormentato la tappa, ma anche stavolta l’organizzazione non cede del tutto. Vista la situazione propongono un compromesso che possa cercare quantomeno di garantire un minimo di spettacolo e grazie ai fuggitivi comunque arriva. Peccato per il vento frontale sulla salita finale che blocca tutto, ma il dio dei venti non ascolta certo noi poveri mortali.

FLOP

Jefferson Cepeda (EF Education – EasyPost): Se avesse collaborato con Pinot fin dall’inizio avrebbero entrambi speso meno e forse sarebbe potuto anche riuscire a battere il francese, visto che a quel punto la lotta sarebbe stata solamente fra loro due. Con il suo modo di correre ha invece speso tantissimo, aprendo la lotta anche a Rubio, che poi ha vinto. Ha rischiato e si è bruciato.

Primoz Roglic (Jumbo-Visma): Vero che due secondi son pochi e si possono recuperare in fretta, ma se hai le gambe devi quantomeno testare la forza del tuo avversario, che magari oggi sta male e domani invece è nella forma della vita. Lo sloveno, che comunque ha le sue ferite da leccare, preferisce un’altra giornata di attendismo, il caldo del bus alla cerimonia protocollare e tutte le interviste, e punta tutto sulla terza settimana. Non sempre gli all-in però vanno a buon fine.

Jay Vine (UAE Team Emirates): Pronti via e l’australiano è subito lì davanti per provare a entrare nella fuga, riuscendo anche a inserirsi nel primo tentativo. Una volta annullato questo attacco, però, il 27enne si spegne in fretta e si stacca quasi subito dal gruppo, concludendo la tappa alle spalle anche al gruppo dei velocisti, a più di 21 minuti dai primi. Forse paga ancora un po’ le conseguenze della caduta di tre giorni fa (anche se lui stesso aveva minimizzato i danni), ma allora perché sprecare energie che potrebbero essere più utili al servizio di Almeida?

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