A mesi di distanza l’impresa di Chris Froome sul Colle delle Finestre continua a far parlare. Capace di ribaltare un Giro d’Italia 2018 che lo vedeva 4° in classifica con un ritardo di 3’22” da Simon Yates (Mitchelton-Scott) a tre tappe dall’epilogo della corsa, il capitano del Team Sky si rese protagonista dell’azione più bella del 2018 attaccando sullo sterrato e promuovendo così una fuga solitaria di oltre 70 chilometri che gli permise di frantumare ogni resistenza dell’allora Maglia Rosa e di guadagnare un margine di 3’23” su Tom Dumoulin (Sunweb), dal quale lo separavano 2’56” alla partenza, cui non bastò rivelarsi il più determinato nel condurre l’inseguimento per approfittare completamente della debacle del leader della classifica generale.
A sette mesi di distanza dalla Venaria Reale-Bardonecchia, il quattro volte vincitore del Tour de France è tornato a narrare le gesta di quella giornata sulle colonne di VeloNews chiamando in causa proprio il neerlandese, che al via della Corsa Rosa si presentava da campione in carica: “Credo che se Dumoulin si fosse messo in ‘modalità cronometro’ già sul Colle delle Finestre, la Maglia Rosa non gli sarebbe sfuggita. Lui è un corridore più forte di me nelle prove contro il tempo, ma probabilmente il fatto di avere molti uomini a ruota lo ha rallentato. Penso proprio che se la nostra fosse stata una sfida uno contro uno, non avrei mai guadagnato tutto quel tempo“.
Non si è fatta attendere la replica del 28enne di Maastricht: “Forse ho commesso un errore o forse no. Del resto nessuno si aspettava che Froome potesse scalare quella salita così rapidamente. Normalmente un gruppo di cinque corridori, come era quello di cui facevo parte, riesce a guadagnare su uno solo col passare dei chilometri. Invece quel giorno non è successo ed è andata a finire come tutti sappiamo”.
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