#SpazioTalk, Giovanni Visconti: “Il 90% della mia carriera è fatto da momenti difficili. Ma ne sono orgoglioso”

Giovanni Visconti parla della sua scelta di lasciare il ciclismo. Il siciliano ha annunciato, a sorpresa, di aver detto basta con il professionismo settimana scorsa, quando ha deciso di ritirarsi nel corso della seconda tappa della Tirreno-Adriatico 2022. L’ex portacolori della Bardiani-CSF-Faizané ha spiegato la sue ragioni in un lungo post sui social network, in cui ha parlato a cuore aperto ai propri fan spiegando le proprie sensazioni e le difficoltà riscontrate negli ultimi anni. Un gesto apprezzato da tutti gli appassionati di ciclismo, che hanno mandato messaggi di affetto al corridore. In settimana, Giovanni Visconti ha accettato di essere ospite nella 100.ma puntata di SpazioTalk, il podcast settimanale di SpazioCiclismo, in cui ha commentato le principali notizie di cronaca della settimana, ma ha anche approfondito le ragioni dietro la sua scelta di ritirarsi.

“Negli ultimi due anni ho cominciato ad avere problemi di salute e fisici – ha spiegato – Capite bene che quando hai una certa età, dai 37 anni, non sono più facili da superare come quando ne hai 25. Io credo che in questi due anni ho voluto dimostrare qualcosa forse più a me stesso che alla gente. Ho smesso negli anni di voler dimostrare qualcosa alla gente, sono passato professionista con la nomea del nuovo Bettini: capite bene che non sono stato il nuovo Bettini, neanche minimamente. Potete immaginare quante critiche negli anni e quante voci in sottofondo ho dovuto sentire e assorbire, cercando di lasciarle lì per andare avanti. Non è stato facile per me“.

Visconti ha poi proseguito: “Dopo un po’ di anni per fortuna ce l’ho fatta a cambiare caratterialmente, da quel lato. Negli ultimi anni ho sempre detto di essere orgoglioso di quello che sono riuscito a fare. Non sono diventato Bettini, sono diventato Visconti, un buon corridore che ha vinto 34 corse, di cui alcune belle. Né più né meno. Ne sono orgoglioso. Forse in questi ultimi anni volevo ancora dimostrare a me stesso di poter dire ancora la mia, non so neanche perché. Forse ho fatto tanti sacrifici da bambino. Potrei scriverci un libro. Venivo dalla Sicilia, emergere era doppiamente difficile rispetto al nord Italia. Sono andato a vivere da solo a 16 anni, ho passato diversi momenti difficili. Il 90% dei momenti della mia vita ciclistica sono stati difficili“.

Negli ultimi mesi ogni gara era una lotta, una lotta contro me stesso – ha riconosciuto il siciliano – fino a quando ho detto basta. Ho messo piede a terra in una tappa della Tirreno che magari per tanti non voleva dire nulla, ma per me aveva un significato particolare. Siamo passati da due paesini a me cari, i due paesini in cui ho vinto la prima gara da dilettanti e la prima da professionisti. Poco dopo c’era il rifornimento con il massaggiatore che mi aspettava con la borraccia. Io sono sceso dalla bici, sono salito in macchina e ho detto che il discorso era chiuso. Sono stato realista, mi sono assunto le mie responsabilità. Forse è stato più difficile dire basta piuttosto che continuare a prendere lo stipendio e andare avanti così tutto l’anno. Io però non mi vedevo più in gruppo, ero sempre staccato o ritirato”.

Una scelta non semplice sicuramente, ma Giovanni Visconti non ha rimpianti: “È arrivato il momento, c’è un po’ di tristezza ma mi rendo conto che i problemi della vita sono altri. Nella vita ho avuto fortuna, ho fatto il corridore e mi hanno pagato per fare questo. Tutto quello che ho è grazie al ciclismo, spero di poter trovare un altro posto in questo mondo. Ma ho bisogno di un attimo di relax intanto”.

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