#SpazioTalk – Andrea Pasqualon: “Giro o Tour? Li farei entrambi… L’anno prossimo voglio essere protagonista”

Andrea Pasqualon ha terminato la sua prima stagione nel World Tour con tanti bei piazzamenti. Il corridore della Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux, ormai da anni nella formazione belga, ha fatto il salto di categoria insieme al suo team, che ha acquisito la licenza nel finale del 2020. Nella sua partecipazione al Giro d’Italia 2021, il friulano ha ottenuto più di un piazzamento nella top ten delle diverse tappe, risultato già ottenuto il mese prima al Giro di Romandia 2021. Con il quarto posto nel Gp Francoforte 2021, il classe ’88 ha anche dimostrato di poter competere con i migliori nelle classiche. La redazione di SpazioCiclismo lo ha intervistato in esclusiva, trasmettendo uno stralcio delle sue dichiarazioni durante la puntata di SpazioTalk.

Cosa pensi del percorso del Giro d’Italia? Pensi possa avere tappe adatte alle tue caratteristiche?
Il Giro è molto bello. È davvero duro, ho visto che con 51.000 metri di dislivello diventerà uno dei più duri in assoluto. È anche vero che ci saranno tappe per i velocisti, la prima parte è abbastanza adatta alle nostre caratteristiche. Però sto già guardando e parlando con i miei direttori sportivi e manager se andare a fare il Tour de France. Avendolo già fatto quest’anno, il Giro mi è piaciuto moltissimo. Si corre in casa, alcune tappe passano dove vivo io, e mi piacerebbe farlo. Ma non so se sarà l’opzione uno o due. Guardando il percorso del Tour de France, per noi velocisti è forse meglio il Tour del Giro l’anno prossimo.

Quindi tu personalmente preferiresti il Tour al Giro, se la scelta dipendesse da te?
Io li farei entrambi (ride, ndr). Così non rimarrei fuori né da uno né dall’altro. Però la squadra dovrà probabilmente fare una scelta, perché non sarà facile correre entrambi. Mi aspetta una stagione davvero dura con le classiche, avrò bisogno di un po’ di tempo di recupero. Fare le classiche, non solo per fare da gregario ma anche per cercare un risultato importante, non mi mette nelle condizioni migliori del Giro, il quale richiede una preparazione specifica, soprattutto l’anno prossimo. Per gli uomini che vorranno fare le classiche fino alla fine, sarà difficile preparare un Giro d’Italia così duro. C’è bisogno di prepararlo con lavori specifici e tanta salita. È vero che noi velocisti poi facciamo gruppetto, ma se non si arriva preparati si rischia di andare a casa. Per un corridore non è bello lasciare un Giro dopo due settimane. A me non piace, non lo concepisco proprio. Non voglio essere un corridore così.

Anche perché il Giro nella seconda metà lascia solo Treviso come possibilità ai velocisti, dopo la tappa di Cuneo.
Esatto, c’è un’unica occasione. C’è il rischio che facendo un Giro così si portano i corridori a farlo, ma anche ad abbandonarlo dopo dieci giorni. Non capisco per quale motivo non si inseriscano una o due tappe per velocisti nell’ultima settimana. Quella di Verona è una cronometro, i velocisti sono tagliati fuori. Per un corridore come me non sarebbe male fare il Giro, ma l’idea della squadra sarebbe di mettere il Tour de France come primo obiettivo.

Per un corridore con le tue caratteristiche, quanto cambia avere un compagno come Kristoff in squadra?
In stagione sarò soprattutto affiancato a lui, che è più velocista puro di me. Io tengo di più in salita, in genere. Faremo un po’ la coppia, nel senso che nel momento in cui si dovesse arrivare allo sprint darei il mio massimo supporto nei suoi confronti. Se la tappa diventasse un po’ più difficile, avrei più spazio per me.

Come valuti la tua prima stagione nel World Tour?
Ho ottenuto tanti bei piazzamenti, ma mi è mancata la vittoria. Entrando nel World Tour è un po’ cambiato il modo di correre, nel senso che non posso più andare in corse minori. Ho un calendario incentrato nel World Tour, quindi cambia l’approccio alle corse durante tutta la stagione. Ho fatto un calendario pieno, quando si comincia a correre 80 giorni, di cui una sessantina nel calendario World Tour, diventa complicato. Il ciclismo che conta è questo e quando si fanno certi piazzamenti in certe corse, come al Francoforte, alle tappe al Giro, alle tappe al Romandia, vale come una vittoria in un una competizione minore. La mia valutazione per questa stagione è positiva.

Per la prossima stagione quale sarà il tuo obiettivo?
Riuscire a essere protagonista, soprattutto alle classiche, e magari al Tour de France, una corsa che mi ha dato tante emozioni. Voglio cercare di tornarci forte e fare da gregariato a un campione come Kristoff. Penso che meriti di essere accerchiato da corridori buoni, esperti, che possano portarlo al punto giusto. Penso la mia figura sia ottima per un corridore come Kristoff. Poi vorrei cercare qualche fuga nelle tappe mosse, in cui posso togliermi delle soddisfazioni e centrare buoni risultati.

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