Spagna, Oscar Freire furioso contro la Federazione: “Dovevo essere io il CT, mancava solo l’annuncio”
Oscar Freire a muso duro contro la Federazione Spagnola. Il tre volte iridato rivela infatti che sarebbe dovuto essere lui il prossimo allenatore della nazionale spagnola di ciclismo maschile, dopo che era stato contattato dai vertici federali ed era stato raggiunto un accordo verbale. Stando da quanto appreso di recente, invece, molto probabilmente la candidatura potrebbe cambiare rotta e portare al ruolo Alejandro Valverde. La decisione finale spetta a José Vicioso, il nuovo presidente eletto meno di un mese fa, ma sarebbe stato proprio lui negli ultimi giorni a spingere verso il murciano, portando così ad abbandonare il progetto con l’ex Rabobank, con il quale l’accordo sarebbe stato già raggiunto in precedenza..
Freire si sente deluso e arrabbiato, nonché preso in giro, in quanto domenica avrebbe già dovuto iniziare con il suo ruolo. “Sono deluso perché sono stati loro a contattarmi tramite José Almagro e non io loro – spiegava nella serata di giovedì a Marca – Abbiamo parlato per un paio d’ore e abbiamo parlato di tante cose. Ma non sono un ragazzino alle prime armi… Quando ho visto la situazione stamattina (rivela di aver provato a contattare anche il presidente e non aver più avuto risposte, né alle chiamate né ai messaggi, ndr), ho capito che si stavano comportando in un modo non logico, avevo già la sensazione che le cose non andassero per il verso giusto”.
L’iberico, uno dei ciclisti più vincenti della nazionale spagnola con tre mondiali, tre Milano-Sanremo e tantissime altre vittorie in bacheca, si aspettava sicuramente un trattamento migliore e più rispettoso. Dal canto suo, per come sono andate le cose, sembra che il nuovo ciclo della federciclismo iberica sia nato davvero male… “Se mi fosse stato detto ‘voglio parlarti’ per parlare della possibilità di essere il CT o meno, sarebbe una cosa – aggiunge – Ma non è questo che ci siamo detti. È stata una mancanza totale di rispetto nei miei confronti e del mio palmarès. Su qualsiasi aspetto. Mi hanno trattato come un burattino“.
Rivendicando dunque di essere stato “ingannato”, mentre dal canto suo lui era “stato di parola, senza dire niente a nessuno” l’ex Mapei chiude così completamente la porta nei confronti di questa dirigenza, anche nel caso con Valverde non dovesse andare tutto come previsto: “Sarò l’allenatore di un altro Paese prima che della Spagna, visto come funziona qui, dove tutto è politica. Non conosco per niente Vicioso, ma è chiaro che è un bugiardo. C’è gente che quando viene al potere… Speriamo non sia il Pedro Sánchez del ciclismo perché i politici non dicono la verità. Mi ha ingannato!”
Prima di ribadire il concetto alla trasmissione “El Partidazo de Cope”, ha ovviamente precisato che dal canto suo non ha niente contro Valverde, ma che il problema è come si è comportata la federazione, che invece parlerebbe solo di un malinteso: “Sono deluso, devo scoprire dai media che non contano su di me quando invece era stata data la parola. C’è stata una mancanza di rispetto in questa situazione. Quasi una settimana fa mi hanno contattato e, dopo due ore di conversazione, abbiamo parlato degli aspetti tecnici ed economici, anche se questi relativamente, perché a me interessava fare il CT ed ero entusiasta. Avevamo concordato che, al mio ritorno da Dubai, sarebbe stato reso pubblico”.
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