Milano-Torino 2025, Mauro Vegni spiega la scelta del Superga: “Serviva corsa per scalatori, collocazione ideale per le squadre”

Mauro Vegni spiega la scelta di tornare a Superga per la Milano – Torino 2025. Dopo tre edizioni dedicate alle ruote veloci, anche se lo scorso anno Alberto Bettiol riuscì ad anticipare tutti con una azione dalla distanza, RCS Sport ha deciso di riportare la Classica più antica sulla collina che domina il capoluogo piemontese. Una decisione che riporta alla mente grandi vincitori e che ovviamente porta gli scalatori a giocarsi la corsa nata nel 1876. Il direttore delle corse spiega ai nostri microfoni questa decisione, parlando anche di altri temi importanti, come la sicurezza.
Dopo tre anni per velocisti, quest’anno la Milano-Torino torna sul Superga, come mai?
Torna a Superga perché chiaramente non possiamo fare tutta la stagione solo sui velocisti, perché sennò i corridori di un certo tipo non li avremmo alle gare. Quindi, considerando che la Strade Bianche è una gara particolare, considerando che abbiamo fatto 3/4 volate alla Tirreno, poi c’è la Sanremo che non è sicuramente per velocisti, ma non è sicuramente per scalatori, dovevamo fare una gara in cui avesse la possibilità di mettersi in mostra qualche corridore diverso. Col doppio passaggio dal Superga abbiamo portato sicuramente corridori diversi rispetto alle volate.
Siete contenti della partecipazione?
Io dico di sì. È chiaro che questo è un anno un po’ particolare vedo. Alcuni corridori hanno fatto un tipo di preparazione diversa dal passato. Per esempio non abbiamo visto grandi corridori per sterrati, come poteva essere Van Aert o l’ex campione del mondo. Ma hanno fatto una preparazione veramente diversa. Ho visto che Van Aert fa l’altura per preparer il Giro e solo le classiche. Credo che tutti quanti si stiano specializzando verso obiettivi fissi.
Pensi sia difficile trovare la giusta formula per questa corsa tra Nizza, Tirreno e Sanremo, come magari può essere per la Gran Piemonte a fine stagione?
Credo che, secondo me, questa sia la collocazione ideale. Chiaro che all’interno delle squadre ci siano cambiamenti di corridori fra una gara e l’altra, ma il tema di avere una consequenzialità di corse nello stesso paese consente di risparmiare molti soldi del budget perché vieni una volta in Italia e corri fino alla Sanremo in Italia, quindi, per i costi, penso sia importante per le squadre
Quale è il miglior ricordo qui a Superga per te?
L’ho visto fare anche in maniera diversa, con l’arrivo a Corso Casale a Torino, facendo quello che oggi facciamo in salita in discesa. Mi aveva impressionato tanti anni fa Mirko Celestino, come scendeva lui in discesa era da brividi, quasi come Savoldelli. Due corridori che erano discesisti puri, mi è rimasto impresso, ancor più della salita
Ora, per questioni di sicurezza, è difficile avere un arrivo come quello, con la discesa dopo la salita?
Sulla sicurezza andrei piano. O siamo stati dei banditi fino a ieri, oppure oggi stiamo andando troppo oltre. Parliamo di sicurezza: le discese fanno parte della storia delle corse, perché ci sono corridori che in realtà hanno vinto, Savoldelli ad esempio ha vinto il suo primo Giro d’Italia sulle discese, per cui non è quello. Se tu non sei bravo altri in discesa, freni. I freni li mettono apposta, non è che è stato ‘detto togliamo il freno’. Poi, a livello di sicurezza, se dopo ci sono ostacoli o altro, è un altro discorso, ma la discesa come tale, o sei brava a farla, oppure vai più piano.
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