Israel Cycling Academy, Cimolai punta sul Laigueiglia per iniziare l’anno al meglio

Davide Cimolai pronto al rilancio in questo 2019. Dopo due stagioni alla Groupama – FDJ in cui era soprattutto al servizio di Arnaud Démare, l’attuale corridore della Israel Cycling Academy è passato in una squadra professional per cercare maggiore spazio a livello personale. L’approdo al team israeliano gli garantisce infatti un buon calendario, con la possibilità di tornare al successo dopo il passaggio a vuoto del 2018. Corridore dalle grandi qualità, capace di superare bene gli strappi e far valere il suo spunto veloce in gruppi ristretti, in carriera ha infatti mostrato di poter conquistare traguardi importanti come alla Parigi – Nizza e alla Volta a Catalunya, nelle quali tra il 2015 e 2017 ha ottenuto tre successi. Per lui in carriera anche una vittoria al Giro del Giappone e la conquista del Trofeo Laigueglia 2015, primo trionfo tra i professionisti.

E la corsa ligure sarà proprio uno dei suoi primi obiettivi stagionali: “Ho firmato con questa squadra perché oltre ad avere un ruolo da capitano in diverse gare il progetto per il futuro di questo team è molto interessante – spiega – Il mio debutto sarà al Challenge Mallorca, per proseguire sempre in terra spagnola alla Vuelta Valenciana per poi arrivare pronto a Laigueglia con le migliori intenzioni“.

In quanto la prima dove ha alzato le braccia al cielo, la corsa di apertura del calendario italiano ha un posto speciale per il 29enne di Pordenone, che racconta con emozione i momenti cruciali di quel giorno, in cui dopo già cinque anni di gavetta, iniziata con la Liquigas – Doimo nel 2010 e proseguita con la Lampre – Merida dal 2012, cominciava a raccogliere i suoi frutti.

“Parto dalla fine e confesso che dopo l’arrivo ero molto emozionato. Perché dopo tanti sacrifici tutto era stato ripagato con una bellissima vittoria. Il Trofeo Laigueglia è una delle mie corse preferite perciò vincere la prima corsa proprio qui era un sogno che si realizzava. La corsa l’ho vinta sullo strappo di Colla Micheri perché lì era esplosa la gara, era stato affrontato ‘a tutta’ e per uno con le mie caratteristiche era importante non farsi staccare. Ho avuto difficoltà agli ultimi 300 metri prima del tornante, poi in discesa ho recuperato il più possibile per fare al meglio la volata. Vedere così tanto pubblico è stato una cosa stupenda e mi ha reso orgoglioso del mio lavoro. Quando a meno 50 metri dall’arrivo con la coda dell’occhio mi sono accorto che ero davanti a tutti e ho capito di aver vinto ho provato una emozione incredibile la più bella della mia carriera. Ero sicuro che prima o poi il lavoro svolto avrebbe dato i suoi frutti e questo successo ha fatto si che prendessi la giusta consapevolezza nei miei ha mezzi pur restando con i piedi per terra”.

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