Human Powered Health, la rivelazione: “Siamo andati vicini all’ingaggio di Cavendish: era un’opportunità di crescita, ma non si è realizzata”

La Human Powered Health è ormai una realtà consolidata del ciclismo internazionale. La squadra statunitense ha licenza Professional e sta provando ad aumentare ulteriormente il proprio peso sulla scena. Nel 2023, peraltro, la formazione nordamericana ha cambiato approccio rispetto agli anni passati, portando in squadra, tramite il CicloMercato, anche diversi corridori di matrice europea. Ce ne sarebbe potuto essere anche un altro, nientemeno che Mark Cavendish, ma le trattative non sono decollate e la Human Powered Health ha dovuto rinunciare al suo tentativo di ingaggiare uno dei corridori più vincenti della storia.

Abbiamo provato a portare Mark nella nostra squadra – le parole del manager Jonas Carney raccolte da VeloNews – Cavendish è una leggenda del nostro sport e gareggia ancora ad altissimo livello. Per noi era un’opportunità per migliorare i nostri risultati, elevare il livello del nostro progetto e magari ottenere l’invito per alcune grandi gare. Sarebbe stata anche un’opportunità di apprendimento per i nostri corridori. Sfortunamente, però, non si è realizzata. Guardando avanti, cercheremo altre strade per portare i migliori corridori WorldTour nella nostra rosa”.

WorldTour con cui la Human Powered Health deve confrontarsi: “È difficile, gareggiamo contro squadre che hanno molte più risorse e che hanno singoli corridori che sono pagati più di tutta la nostra intera squadra. Poi, se qualcuno inizia a vincere con la nostra maglia, le squadre WorldTour arrivano e lo portano via e tu sei costretto a costruire. Per una formazione del nostro livello, è un circolo che non si può interrompere, almeno fino al momento in cui noi stessi non potremo salire di categoria”.

Carney descrive il progetto HPH, che per forza di cose – e di calendario – ha base in Europa: “Abbiamo cominciato da zero 4 anni fa. Ora abbiamo un magazzino in Spagna e uno in Belgio, dove c’è anche una sede operativa. Abbiamo un direttore generale europeo, un addetto alla logistica a tempo pieno, un responsabile, un allenatore, un nutrizionista, nove addetti all’assistenza dei corridori e sette meccanici, tutti assunti a tempo pieno. È un progetto enorme e costruirne la maggior parte durante il tempo della pandemia è stato molto impegnativo”.

Negli anni, sono passati dalla squadra – nelle sue diverse denominazioni, corridori come Mike Woods, Brandon McNulty, Sepp Kuss e Magnus Sheffield: “Loro avevano molto talento ed erano molto motivati a fare strada – le considerazioni di Carney – Noi forse siamo stati in grado di accelerarne la crescita dandogli una buona attrezzatura, bravi compagni di squadra, un ambiente positivo e un buon programma di gara”.

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