CicloMercato, i corridori più fedeli del WorldTour

Come noto, ogni anno il CicloMercato vede numerosi corridori cambiare casacca in vista della stagione successiva. Non è raro, per un atleta, cambiare squadra più volte nel corso della carriera, con i trasferimenti che possono essere dettati da diversi motivi, come dal desiderio di mettersi in gioco in un nuovo ambiente oppure, più semplicemente, dal mancato rinnovo del contratto con la propria formazione. Non mancano, tuttavia, quei corridori che possiamo definire “fedeli”, ovvero che trascorrono molti anni (o addirittura tutta la carriera) difendendo i colori in un solo team. Uno di questi è Imanol Erviti che, come evidenziato su Twitter da ammattipyöräily, è il corridore del WorldTour che da più tempo milita in maniera continuata nella stessa squadra.

Il 38enne spagnolo, infatti, corre con la Movistar (che all’epoca si chiamava Caisse d’Epargne) sin dal 2005, ovvero dal suo primo anno da professionista (e anche anno di istituzione del ProTour, in seguito divenuto WorldTour). Alle sue spalle, un altro fedelissimo del gruppo è sicuramente Mathieu Ladagnous, che milita nella Groupama-FDJ sin dal suo passaggio tra i pro’, nel 2006, e lo stesso si può dire per Robert Gesink, che dal 2007 corre con la Jumbo-Visma (all’epoca Rabobank). Nello stesso anno, José Joaquin Rojas approdava invece alla Caisse d’Epargne, ma lo spagnolo, ancora oggi in Movistar, aveva in precedenza militato nella Liberty Seguros.

Alta fedeltà anche per Anthony Roux (Groupama-FDJ) e Jos Van Emden (Jumbo-Visma), dal 2008 con i rispettivi team, per Kevin Van Melsen, che dal 2009 corre con quella che oggi si chiama Intermarché-Wanty-Gobert, e per Cesare Benedetti (Bora-hansgrohe), Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma), Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) e Geraint Thomas (Ineos Grenadiers), che vestono la stessa casacca dal 2010. Potrebbero rientrare in questa statistica anche Alejandro Valverde (dal 2005 alla Caisse d’Epargne/Movistar) e Diego Ulissi (dal 2010 alla Lampre/UAE), che probabilmente non sono stati però inseriti a causa delle rispettive squalifiche (due anni per lo spagnolo, nove mesi per l’italiano) che vanno ad interrompere la continuità della loro militanza.

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