B&B Hotels – KTM, Audrey Cordon-Ragot racconta i retroscena: “Ci hanno presi in giro”

Audrey Cordon-Ragot non nasconde la grande amarezza per il fallimento del progetto B&B Hotels – KTM. La campionessa transalpina, che nel mese di settembre aveva già dovuto superare una prova importante in seguito ad un ictus alla vigilia del Mondiale, si mostra “estremamente delusa e triste” per come sono andate le cose con Jerome Pineau, soprattutto per la modalità con cui sono state affrontati gli ultimi mesi, tra smentite, rassicurazioni, promesse e poi abbandono. “Fortemente segnata” da quanto successo, la ciclista francese racconta quanto successo in alcuni momenti chiave, togliendosi anche qualche sassolino dalla scarpa nei confronti di qualcuno che comunque non dimentica “aver cambiato la vita” di suo marito, meccanico del team bretone negli ultimi cinque anni. Tuttavia ora anche lui è rimasto a piedi al momento, creando dunque una doppia difficoltà in famiglia.

“Quando chiedevo rassicurazioni, Sébastien Pineau mi rassicurava – spiega a Le Télegramme la ciclista che nel frattempo ha trovato squadra firmando con il Zaaf Cycling Team a proposito di quanto successo dopo la cancellazione della conferenza stampa di lancio del team prevista prima della presentazione del Tour de France – A metà ottobre siamo posi stati convocati a Parigi con un programma che comprendeva riunioni con la dirgenza, misurazioni per i vestiti, ecc. All’epoca mi dicevano che il co-sponsor del team stava per firmare. Quindi perché dubitare? Appena dopo la cancellazione ho contattato nuovamente Sébastien che mi ha nuovamente rassicurato. Secondo lui non si trattava che di un contrattempo. Durante la presentazione del Tour ne ho poi parlato con Mark Cavendish (che doveva essere il leader del team maschile, ndr). Lui mi ha detto che non aveva notizie e cominciava ad essere preoccupato”.

La situazione comincia così a cambiare a inizio novembre, quando la Cordon-Ragot parte in vacanza dopo aver mandato un messaggio a Jérôme Pineau per raccontargli la sua preoccupazione. La risposta non è quella che si aspettava: “Mi risponde con un vocale in cui mi dice che capisce le mie perplessità e la mia situazione e che non mi avrebbe trattenuto. Che lui stesso, al mio posto, non avrebbe sicuramente aspettato così a lungo. Mi annuncia che, in quella data, non mi poteva dare alcuna garanzia, che non c’era niente di firmato e che dovevo fare una scelta”.

Ovviamente, le vacanze non sono state semplici per un coppia che in quel momento rischiava di perdere entrambe le sue fonti di reddito. “Per lealtà non potevo però permettermi di abbandonare la nave e lasciare tutte le persone che avevo fatto salire a bordo, quindi sono restata – spiega colei che nelle fasi di nascita del team si era occupata personalmente di molti aspetti dirigenziali della formazione femminile, che sarebbe stata poi portata a dirigere a partire dal 2024 – Il mio cuore mi ha detto di restare”.

A dicembre la situazione è poi completamente esplosa: “È qui che sono iniziate le bugie. Il 30 novembre contatto nuovamente Sébastien Pineau che mi dice non aver mai avuto dubbi e che le bici sarebbero arrivate la settimana successiva. Il 2 dicembre Jérôme Pineau mi annuncia che il progetto non si farà nella sua completezza, ma che avrebbero salvato solo la squadra femminile. Tre giorni più tardi, i fratelli Pineau vanno ad una riunione con i dirigenti dello sponsor B&B HOtels e, in serata, via videoconferenza, ci dicono che ci hanno messo dieci minuti a convincerli e che, questa volta è sicuro, si parte”.

Una gioia che dura davvero poco purtroppo. “Il giorno successivo le ragazze mi contattano singolarmente dicendomi chiaramente che avevano bisogno di rassicurazioni, perché poco convinte dalla videochiamata del giorno precedente – racconta – Ho quindi preso la decisione, in quanto leader, di chiamare dirttamente i boss della B&B il giorno stesso. E qui sono rimasta scioccata, vengo a sapere che lo sponsor non vuole più continuare e che lo hanno comunicato ai fratelli Pineau il giorno stesso. Nel frattempo viene organizzata una nuova videoconferenza per annunciarci l’ennesimo cambio, ma questa volta non ho voluto partecipare perché sapevo già come andava a finire…”

Un comportamento che la 33enne transalpina non riesce a comprendere: “Una storia assurda, faccio ancora fatica a crederci. Per due mesi ci hanno preso in giro. A livello bugie siamo davvero ad alto livello, no? Ma perché? Ancora cerco di trovare una spiegazione: un circolo vizioso, un meccanismo malsano, una discesa all’inferno? Racconti una bugia, poi una seconda, poi una terza e finisci per convicerti di queste bugie…”

A farle ancora più male è il senso di responsabilità nell’aver inizialmente partecipato in maniera attiva alla formazione del team femminile: “Sono stata soprattutto passionale. Credevo molto a questo progetto e ci avevo messo del mio. Le persone penseranno che sono completamente stupida, ma fino al 6 dicembre ero convinta che ce l’avremmo fatta. Mi arrabbiavo anche con le persone che dicevano il contrario. Ero come stregata. Mi sento in colpa per aver portato così tante persone con me in questo naufragio”.

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