Team Sky, respinto l’appello del dottor Richard Freeman: l’Agenzia antidoping britannica può proseguire nelle indagini

La vicenda giudiziaria di Richard Freeman si allunga ulteriormente. Il medico britannico, che in passato ha collaborato sia con l’allora Team Sky che con la Federazione del suo Paese (British Cycling), è coinvolto da tempo in un’indagine che lo vorrebbe coinvolto nel traffico di prodotti dopanti, all’epoca delle sue collaborazioni ciclistiche. A Freeman era stata inizialmente revocata la licenza per la professione medica, provvedimento che però era stato sospeso a seguito di un suo ricorso. L’Alta Corte ha però deliberato il respingimento della richiesta del dottore, confermando così la “cancellazione” di Freeman dall’Albo.

Il provvedimento del tribunale ha però un’ulteriore conseguenza: l’Agenzia antidoping britannica a questo punto può infatti riaprire il procedimento nei confronti di Freeman, che nel 2021 era stato accusato di aver violato due regole, ovvero quella del possesso di sostanze proibite e quella di aver interferito con le procedure dei controlli antidoping. Il medico ha sempre respinto la prima accusa, mentre ha ammesso di aver violato le regole per quel che riguarda il secondo punto citato.

In passato, Freeman ha sempre negato che il testosterone di cui gli viene imputato il possesso e l’utilizzo fosse legato a pratiche dopanti, sostenendo prima che gli fosse stato consegnato per errore e poi precisando che serviva per un trattamento medico cui doveva sottoporsi Shane Sutton, all’epoca allenatore nei quadri del Team Sky. La tesi accusatoria sostiene invece che il prodotto in questione fosse destinato a un corridore seguito proprio da Freeman.

Intanto, la Federazione britannica si è espressa sul nuovo colpo di scena giudiziario: “È un ulteriore conferma del fatto che Richard Freeman ha fallito nei suoi compiti di medico e un nuovo sostegno alla nostra decisione di segnalarlo al Consiglio medico nazionale per indagini supplementari. Negli anni successivi alla sua sospensione abbiamo fatto grandi passi avanti nel rinforzare la nostra attenzione ai servizi medici richiesti dagli atleti che gareggiano per la nostra nazione. Assicuriamo di voler rimanere all’avanguardia in questo settore e siamo molto fieri di quello che stiamo facendo a sostegno dei nostri corridori e di tutto il ciclismo in generale”.

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