Matteo Tosatto: “Sogno un giorno di guidare la Nazionale”
Matteo Tosatto ripercorre alcune tappe della sua carriera da corridore e svela il suo sogno nel cassetto. L’attuale direttore sportivo della Ineos Grenadiers ha lasciato le corse nel 2016 dopo aver militato in formazioni come Tinkoff – Saxo, QuickStep e Fassa Bortolo. Oltre ad aver vinto tappe al Giro d’Italia e al Tour de France, vanta anche un invidiabile record: è infatti il ciclista che ha disputato più Grandi Giri, ben trentaquattro le sue partecipazioni. Nel corso della sua carriera si è distinto per il suo lavoro da gregario, proteggendo di volta in volta i suoi tanti capitani.
“Nella mia testa sono sempre stato uno che poteva vincere le corse, poi c’erano Petacchi, Bettini e Cipollini non era proprio facile. Era il mio lavoro quello di mettere in sicurezza il capitano – ha raccontato in un’intervista con Il Gazzettino – Sono durato 20 anni perché ero un grande gregario, me lo hanno sempre riconosciuto. Era un mestiere difficile, si hanno molte responsabilità, devi tenere il capitano davanti, proteggerlo dagli imprevisti”. Ha poi svelato alcune sensazioni vissute nella sua lunga carriera, come la Maglia Rosa indossata al Giro d’Italia del 2000: “Nel 2000 a Peschici ho vestito la maglia rosa per quattro giorni. È una cosa enorme. Il giorno che l’ho indossata sono uscito dall’albergo che distava quattro chilometri dalla linea di partenza e li ho percorsi tra la gente che aspettava. Lì ho capito cosa davvero significasse, era tutto quello che potevo desiderare. Non ho mai pensato di farcela, conoscevo i miei limiti, ho sempre saputo dove potevo arrivare”.
Una volta appesa la bici al chiodo, però, non ha abbandonato l’ambiente del ciclismo ed ora è direttore sportivo della Ineos Grenadiers: “Alla fine del 2017 mi chiama Fausto Pinarello e mi chiede se voglio fare l’uomo immagine nel suo stand al Giro, mi piaceva l’idea di salutare gli amici. Il team Sky correva con le sue bici ed è stato proprio il loro manager a contattarmi per avere informazioni sulla salita dell’Etna, la conoscevo bene, ero in grado di descriverla tornante per tornante. Mi chiesero se volevo collaborare con loro come direttore sportivo, due anni dopo da Sky siamo diventati Ineos, abbiamo in squadra grandi campioni, tra gli altri Filippo Ganna. Fare il ds è un proseguimento della mia carriera“. Infine rivela il suo sogno: “Da corridore avevo un sogno nel cassetto, ma ne ho uno anche da direttore: mi piacerebbe un giorno guidare la Nazionale come ct“.
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