Ciclismo femminile, Annemiek Van Vleuten sul minimo salariale: “I premi in denaro non aumentano il livello, ma uno stipendio minimo per tutti sì”

Annemiek Van Vleuten spende parole importanti per il futuro del ciclismo femminile. L’atleta del team Movistar, intervistata da VeloNews, ha fatto numerose osservazioni sull’evoluzione del mondo femminile nelle due ruote, tra cui una molto importante riguardante l’assegnazione dei premi in denaro. Non è importante alzare la posta in palio in una gara, quanto fissare un minimo salariale per le atlete. Nel ciclismo odierno, sono poche le squadre che riescono a dare alle ragazze un sostegno economico di un certo livello, e quelle che ci riescono, automaticamente, ottengono poi successo anche in corsa. Una maggior sussistenza dei salari comporta una miglior condizione per far allenare le ragazze che poi in corsa ottengono prestazioni migliori e quindi maggiori benefici.

“Non sono una grande sostenitrice sull’aumentare i premi in denaro – racconta a Velonews I premi in denaro non aumentano il livello, ma uno stipendio minimo per tutti nel WorldTour sì, così le persone potranno dedicarsi a tempo pieno. Questo ci permetterà di offrire battaglie più avvincenti e renderà lo sport più interessante e internazionale. La creazione del Tour de France femminile ha suscitato l’interesse di numerose squadre che si stanno rendendo conto che dal punto di vista commerciale è più interessante avere un team femminile. Questo porta più soldi nel ciclismo femminile, è immenso. Due anni fa le squadre si lamentavano, quindi credo che sia fantastico”.

Per far comprendere meglio il concetto, la campionessa olimpica ha presentato un esempio riguardante anche l’italiana Marta Cavalli: “Adesso le corse sono più dinamiche, ci sono più squadre che hanno un piano per vincere. Sono molto felice che la FDJ, per esempio, abbia Grace Brown e Marta Cavalli là fuori con un piano per vincere. Quando ho iniziato a correre c’erano solo due o tre squadre con un’organizzazione. Questo è un passo importante, perché le squadre hanno un proprio piano per vincere e non seguono più soltanto le squadre più forti”.

Nelle sue parole c’è spazio anche per il Giro d’Italia Donne 2022: “Sono felice, per esempio, del fatto che il Giro d’Italia abbia annunciato il percorso in anticipo. Sentono la pressione […] sanno che devono trasmettere la loro gara in televisione e che non possono sedersi e rilassarsi pensando di essere la gara migliore di tutte”.

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