Colombia, investito mentre si allenava: muore il 22enne Estiven Leandro Roman

Il ciclismo colombiano piange la scomparsa di una sua giovane promessa. È deceduto in un incidente sulla strada il giovane Estiven Leandro Roman, che si stava allenando per i Juegos Deportivos Nacionales (Giochi Sportivi Nazionali), nei quali sperava di essere protagonsta a fine mese. Classe 1997, il giovane corridore che aveva partecipato quest’anno alla Vuelta de la Juventud sarebbe stato investito da due ruote staccatesi da una vettura mentre si allenava. A dare notizia della tragedia è stato il Ministro dello Sport Ernersto Lucena, che proprio in questi giorni ha presentato il nuovo programma per il supporto del ciclismo nazionale, con la fondazione di una squadra continental direttamente controllata dal ministero e dalla federazione.

Si tratta del terzo incidente mortale in Colombia che coinvolge giovani ciclisti. Ad agosto era infatti deceduta l’appena 16enne Danna Valentina Méndez Ortiz, investita da un camione, mentre a settembre ha perso la vita Alejandro Ceballos.

2 Commenti

  1. Fossero solo i ciclisti a morire di incidenti stradali. qui per un motivo o per un altro e sopratutto per l’inciviltá e mancanza di educazione sulle norme di circolazione stradale, la gente muore a livelli record tutti i giorni. Io ci vivo da anni e psso direc he il Bel Paese a confronto é il “paradiso”.

  2. Il discorso di Alberto esprime la disperazione che è sempre presente in tutti noi ciclisti quando si pedala in balia di tutti.Noi siamo insetti sulla strada ed in sud america lo si è sicuramente di piu’.Ma non possiamo rassegnarci in questo modo.Dobbiamo agire e pretendere il rispetto verso di noi.
    Premessa:
    I ciclisti non possono convivere con i motorizzati a causa dell’uso di mezzi piu’ pesanti e veloci, guidati spesso da menti alterate.E noi ci spostiamo praticamente nudi!

    Cosa fare?
    1 Noi ciclisti esistiamo,lo dice il codice della strada.Il rispetto non ci basta, vogliamo ciclovie separate dalla viabilita’ ordinaria.
    2 In Olanda,quando la strada è troppo stretta per impiantare la ciclovia separata(o non si hanno i soldi),non manca mai lo spazio disegnato a terra con il logo della bicicletta.La corsia puo’ essere invasa dai motorizzati solo in assenza dei ciclisti.Non dara’ la sicurezza come quella separata ma realizza un obiettivo decisivo:da’ al ciclista la dignita’ che merita in modo capillare,costa pochissimo e la banda rumorosa a delimitarla lo protegge dall’imperante distrazione dei motorizzati.La “corsia di rispetto” cosi’ l’ho presentata all’ex Ministro Del Rio,sara’ collocata nel margine destro della carreggiata dopo adeguata lisciatura.Vi sembra poco?
    Su tali bike lane ho visto allenarsi la Lampre prima del prologo al Giro 2016.Una favola vederli!
    3 Reaggiamo tempestando le istituzioni italiane e locali.Forse qualche passo in avanti si fara’ visto che noi ciclisti non possiamo attendere i tempi lunghi delle ciclovie separate.

    Gianfranco Di Pretoro

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