Ciclocross, il bilancio stagionale del Ct Pontoni: “Competitivi con le donne, fra gli uomini la situazione è meno florida; manca un riferimento”

La stagione 2022/23 del Ciclocross ormai è storia. I grandi duelli fra – giusto per fare qualche nome –  Wout van Aert e Mathieu van der Poel, e tra Puck Pieterse e Fem van Empel sono andati in archivio e così anche l’annata dei protagonisti azzurri del settore. In chiave internazionale, l’Italia ha fatto registrare, sia sul piano assoluto che per quel che riguarda il panorama giovanile, alcune buone cosa e più di qualche delusione. A fare il punto di quanto visto nell’inverno ormai alle spalle è il Commissario tecnico delle squadre azzurre del settore Ciclocross, Daniele Pontoni.

“Per quel che riguarda le Nazionali, abbiamo una decina di donne in grado di competere per entrare nelle migliori 10 a livello internazionale, oltre ad un’atleta capace di qualsiasi risultato – le parole di Pontoni diffuse dalla FederCiclismo – E mi riferisco a Silvia Persico, che è il nostro ‘Maradona’. Tra gli uomini la situazione complessiva è un po’ meno florida, sia per la percentuale di atleti di livello, sia per l’assenza, in questa fase, di un corridore di riferimento. Io guardo, però, al prossimo anno con ottimismo: i tanti ragazzi che ho portato in Nazionale hanno accumulato preziose esperienze. Inoltre sono attesi al passaggio alcuni allievi che hanno mostrato di essere già pronti; sicuramente rafforzeranno la categoria”.

Pontoni torna con la memoria ai Mondiali di Hoogerheide 2023, dove non sono arrivate medaglie per la squadra azzurra: “Ai Mondiali siamo andati consapevoli che sarebbe stata dura. Sono convintoche la maglia azzurra sia un riconoscimento per chi lo merita, dal punto di vista comportamentale e tecnico. Si partecipa a un Mondiale se si hanno possibilità di salire sul podio o ben figurare, altrimenti si lavora ancora più duramente per riuscire a conquistarsi il posto l’anno successivo. Tutti quelli che sono venuti a Hoogerheide hanno meritato la convocazione e lo hanno dimostrato in gara. La differenza tra una medaglia o un quarto posto, nel ciclocross come nel ciclismo in generale, a volte è data da particolari”.

Come si può crescere, magari avvicinando le Nazioni guida del settore? “Sicuramente in Belgio e Olanda il ciclocross ha un radicamento in grado di muovere grandi numeri. Tanto seguito ti dà poi anche maggiore attenzione da parte dei grandi nomi. In Italia le società si concentrano più sulla strada. Il fatto che il ciclocross non sia disciplina olimpica, poi, sicuramente non aiuta a generare interesse. Qualcosa si sta muovendo. La nostra attività è anche rivolta ad interagire con le società per fare in modo che gli atleti si possano dedicare al ciclocross e anche ad altre discipline.’

 

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