UAE Team Emirates, Tadej Pogacar: “Anche i miei compagni avrebbero dovuto avere il diritto di salire sul podio del Tour”

Tadej Pogacar sottolinea l’aspetto collettivo del ciclismo. In un’intervista con la FIFA, la federazione internazionale del calcio, il vincitore dell’ultimo Tour de France ha spiegato quanto sia fondamentale l’apporto dei compagni di squadra, rivolgendosi a una platea variegata dove non tutti hanno familiarità con il ciclismo. Il corridore della UAE Team Emirates ha ovviamente anche parlato di calcio, spiegando di averlo praticato da bambino salvo poi dover scegliere la via del ciclismo, un percorso simile a quello dell’altro giovane fenomeno del ciclismo mondiale Remco Evenepoel, che era arrivato persino a giocare con le nazionali giovanili del suo paese.

“Non ricordo quando e come è cominciato – ha spiegato Pogacar – So che mi divertivo molto giocando a calcio, sia negli allenamenti che nelle partite. Ho giocato per qualche anno, poi è arrivata la concorrenza del ciclismo. Ho dovuto fare una scelta e ammetto che è stato molto difficile”.

Parlando poi del premio Fifa Best Player (“io voterei De Bruyne” ha detto), ha approfittato dell’occasione per spiegare il carattere collettivo e non individualista del ciclismo: “Il fatto che ci sia un premio individuale è uno dei paradossi dei nostri sport – ha ammesso – Per quanto riguarda il ciclismo, questo aspetto non mi piace. Non avrei mai vinto il Tour senza l’aiuto dei miei compagni. Loro hanno fatto tutto affinché vincessi. Di diritto sarebbero dovuti salire sul podio con me”.

La chiusura è poi sullo sport sloveno che sta producendo fenomeni in vari sport, dopo Tina Maze nello sci sono infatti arrivati lui e Roglic nel ciclismo, Luka Doncic nel basket e Jan Oblak (e non solo) nel calcio: “Spero Jan vinca il premio di miglior portiere. Non l’ho mai incontrato, ma mi piacerebbe”.

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