UAE Team Emirates, Juan Ayuso racconta i suoi recenti problemi: “Dura da sopportare: mi dicevano che era tutto a posto, ma continuavo a sentire dolore”

L’ultima volta che si è visto Juan Ayuso è stato nell’ultima tappa della Vuelta a España 2022, alla fine della quale lo spagnolo è anche salito sul podio di Madrid. Il terzo posto conclusivo, al primo Grande Giro affrontato, ha fatto brillare gli occhi degli appassionati e dei tifosi iberici. Sembrava tutto pronto per una entusiasmante nuova stagione, ma qualcosa si è rotto nell’organismo di Ayuso, che da quell’11 settembre 2022 non ha più gareggiato. Lo spagnolo tornerà infatti ad attaccare un numero sulla schiena solo oggi – martedì 25 aprile – prendendo il via del Giro di Romandia 2023.

“Mi sento bene, ma ho ancora un po’ di dolore – le parole di Ayuso in un’intervista concessa a Marca – I medici comunque mi hanno detto che non ci sono rischi nel provare a gareggiare. Quindi, con calma, proverò a vedere come andrò in corsa e come andranno le cose giorno dopo giorno. Sono stati mesi difficili, soprattutto per via dell’incertezza. Ci è voluto tanto tempo per ottenere una diagnosi e ancora adesso non c’è la certezza assoluta del problema che ho avuto. Ho fatto tantissimi test e andavano sempre tutti bene. È una cosa dura da sopportare: ti dicono che va tutto bene, ma intanto non potevo allenarmi da quanto dolore sentivo”.

Di cosa si è trattato? “Non posso metterci la mano sul fuoco, ma dovrebbe essere una nevralgia, quindi una infiammazione che ha coinvolto nel mio caso il nervo surale (nel polpaccio – ndr). È girata la notizia che avessi una tendinite, perché effettivamente mi faceva male il tendine d’Achille, ma dal punto di vista organico il tendine era a posto. Di certo è stato un infortunio complicato: appena salivo in bici avevo male, ma poi capitava che, dopo 2-3 ore di allenamento, il dolore sparisse. Ci sono stati giorni in cui stavo davvero male e altri in cui quasi non mi accorgevo del dolore”.

Ayuso sembra essersi lasciato alle spalle il problema, almeno nella sua forma più dolorosa: “Essere al Giro di Romandia è un grande passo avanti – le parole dello spagnolo – Un mese fa ancora non andavo in bicicletta; adesso, anche se non sono in grande condizione, posso dire di essere pronto per gareggiare. Ma sto ancora cercando soluzioni, perché il dolore non è scomparso del tutto”.

La svolta è arrivata con un trattamento di radiofrequenza: “Ha funzionato molto bene e da quel momento (circa 5 settimane fa – ndr) ho ripreso ad andare in bici. I dottori ritengono che devo proseguire su questa strada e che, una volta che il nervo sarà guarito del tutto, non correrò il rischio di ricadute. E in caso il dolore ritorni, almeno saprò cosa fare: ho passato due mesi a dare di matto… Adesso posso guardare al futuro: dopo il Romandia ho già una serie di gare pianificate, in modo da prepararmi bene per la Vuelta. Se esco bene dal Romandia, il numero di gare aumenterà, altrimenti vedremo. In questo momento tutto è da definire e non oso fare programmi”.

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