UAE Team Emirates, Alex Carera su Tadej Pogačar: “Lui, Froome e Nibali hanno in comune la mentalità e padri non troppo coinvolti nelle loro carriere”
Alex Carera è l’agente di Tadej Pogačar, ovvero del miglior corridore di questo periodo storico del ciclismo. Negli anni, però, il procuratore italiano ha potuto lavorare anche con altri grandi campioni, come Chris Froome e Vincenzo Nibali. Insomma, tutti corridori che hanno scritto la storia dello sport nel XXI secolo e che hanno messo insieme grandi imprese sportive nell’arco delle loro carriere. Tutti e tre hanno le loro caratteristiche distintive e hanno interpretato le corse a loro modo. Secondo Carera, però, Froome, Nibali e Pogačar hanno anche qualche punto in comune.
“Quello che colpisce è che tutti questi campioni hanno la stessa mentalità – le parole di Carera in un’intervista concessa a Wieler Revue – Il tratto caratteristico di atleti come Froome, Nibali e Pogačar è che subito dopo una corsa, che siano riusciti a vincerla o meno, sono già concentrati sull’obiettivo successivo che li aspetta“.
Carera aggiunge un secondo punto in comune alle recenti leggende del ciclismo mondiale: “Nel caso di tutti e tre, il rispettivo padre non è stato molto coinvolto nelle scelte che sono state fatte nell’ambito delle loro carriere – il commento dell’agente – I padri hanno seguito i figli da vicino, ma hanno sempre lasciato che questi facessero quel che dovevano fare“.
Tornando a Pogačar, Carera sottolinea: “Il suo grandioso 2024 non mi ha sorpreso. Ho visto un ragazzo incredibilmente motivato già nella vita di tutti i giorni, uno che ha seguito il suo piano nutrizionale alla lettera, a cui piaceva tantissimo lavorare con il suo nuovo allenatore (lo spagnolo Javier Sola – ndr) e che ha sempre la mentalità giusta. Con tutte queste cose in ordine, i successi sarebbero arrivati automaticamente, dato tutto il talento che ha. Inoltre, Tadej ha imparato dagli errori commessi negli anni passati. E non ha neanche dovuto fare i conti con la sfortuna, come era successo nel 2023, quando la caduta alla Liegi-Bastogne-Liegi non consentì la preparazione ideale in vista del Tour de France”.
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