Team Ineos, Geraint Thomas assicura di non essere cambiato: “Solo perché vai veloce in bicicletta veloce non significa che sei migliore del prossimo”
Geraint Thomas, nonostante il secondo posto al Tour de France dietro al compagno di squadra Egan Bernal, è reduce da una stagione certamente meno brillante rispetto al 2018 nel quale aveva conquistato il gradino più alto del podio di Parigi. Il corridore gallese sta preparando il 2020 nel quale potrebbe anche essere al via del Giro d’Italia, dal momento che non manca certo la concorrenza all’interno del suo team per il ruolo di leader alla Grande Boucle. Il corridore del Team Ineos, diventato padre a inizio ottobre, è pronto a una nuova stagione sperando di ritrovare al suo fianco il miglior Chris Froome, che ha supportato nelle vittorie di quattro Tour de France.
Il corridore del Team Ineos ha ripercorso i suoi inizi su pista: “All’inizio volevo fare tutto, ma non puoi: non puoi passare dalle medaglie d’oro olimpiche in pista a correre la settimana successiva una Classica o al Tour – ha detto in un’intervista a cyclingnews – È così diverso e così specifico ora. C’è una differenza enorme anche tra le corse di un giorno e le corse a tappe. Ma la velocità della pista, la gestione della bici, guidare in gruppo e la capacità di leggere le gare…Mi hanno davvero aiutato molto anche su strada. Ho imparato molto in quei primi tempi, ma la strada è sempre stato il mio più grande amore, più che la pista. Anche se ovviamente entrambe sono fantastiche quando vinci”.
Il gallese ha anche raccontato i suoi primi momenti con Chris Froome: “Avevo sentito parlare di lui in precedenza, nei dilettanti, quando correva per la squadra dell’UCI World Cycling Center, e si diceva che era un atleta fenomenale. Era come se fosse stato costruito in un laboratorio per lo sport di resistenza, ma non aveva idee preconcette, nessuna idea sulla storia di questo sport, lo ha fatto e basta”.
Infine ha assicurato che le vittorie in bicicletta non lo hanno cambiato: “Solo perché vai veloce in bicicletta veloce non significa che puoi camminare per strada e sentirti migliore del prossimo. Penso che alcune persone si trasformino in un po’ in divi quando vincono delle grandi gare e pensano di meritare questo o quello, ma non ce n’è bisogno”.
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