Soudal-QuickStep, Fabio Jakobsen: “C’è sempre paura negli sprint. Se non hai paura, allora sei solo spericolato. Oppure sei stupido”

Il 2022 ha incoronato Fabio Jakobsen come uno dei velocisti più forti del mondo. La scorsa stagione, il corridore della Soudal-QuickStep è stato infatti in grado di conquistare ben tredici vittorie, le più importanti delle quali sono state sicuramente la seconda tappa del Tour de France e il titolo europeo ottenuto a Monaco di Baviera. Risultati che confermano il talento del 26enne e di come si sia ormai lasciato alle spalle il terribile incidente accaduto nell’agosto 2020 al termine della prima tappa del Giro di Polonia, quando in volata rischiò la carriera e, soprattutto, la vita, anche se lo stesso neerlandese ammette di provare ancora un po’ di “sana” paura durante gli sprint.

“C’è sempre paura – le parole di Jakobsen a CyclingnewsSe non hai paura, allora sei solo spericolato. Oppure sei stupido. Lo sprint, e il ciclismo in generale, è pericoloso. Tutti cadiamo, tutti abbiamo momenti in cui proviamo paura, ma sono anche i momenti in cui puoi essere attento, cauto e assicurarti di rimanere sulla bici. È anche dove mostri un po’ di coraggio, dove puoi superare quella paura”.

Il 26enne non crede che le volate siano diventate più pericolose in questi anni, ma il contrario: “Dopo quello che è successo con me, la maggior parte dei corridori almeno ora sa cosa può succedere se qualcosa va storto. Penso che gli arrivi stiano diventando un po’ più sicuri. Non tutti. Come velocista, preferirei sempre un ultimo rettilineo di 400-500 metri, senza curve leggere, un rettilineo fino all’arrivo”.

“Ho l’impressione che i velocisti stiano un po’ più attenti, almeno io. Sono un po’ più attento – ha proseguito il campione europeo – Vincere una gara in bici è bello, ma non voglio finire sull’asfalto per una vittoria“.

A proposito di finire sull’asfalto, il neerlandese è ritornato sulla sua caduta di due anni fa e sulle sue conseguenze: “Preferirei ancora non aver avuto la caduta, ma ci sono alcune cose positive che ne derivano. Cerco di vederla così. Penso di averla affrontata abbastanza bene e sono seduto qui felice”.

I numeri del 2022 hanno incoronato Jakobsen come velocista più vincente del gruppo, e lui stesso riconosce di essere tra gli sprinter più forti del mondo: “Se guardi alla velocità pura e al modo in cui vinco i miei sprint, non molti ragazzi possono superarmi una volta che parto […] Mi metterei tra i primi tre, e in una giornata davvero buona penso di poter essere il più veloce“, ha ammesso il neerlandese, che comunque riconosce anche la forza degli avversari: “L’anno scorso, Jasper Philipsen ha avuto molto successo, è un ragazzo da tenere d’occhio. Certo, bisogna sempre guardare Dylan Groenewegen, Wout Van Aert, anche Mads Pedersen è stato forte. Mi aspetto il ritorno di Caleb Ewan, non ha avuto la sua migliore stagione. Sam Bennett ha finito abbastanza bene alla Vuelta. Ci sono molti velocisti che bisogna tenere d’occhio“.

Il 26enne, che negli scorsi giorni ha svelato il suo programma per il 2023, spera un giorno di poter lasciare il segno nella Classica Monumento più adatta ai velocisti: “Sogno la Sanremo, ma penso che la Cipressa per ora sia troppo dura. L’anno scorso hanno fatto 10 minuti a tutta e c’erano 26 corridori in testa. Non sono uno dei 26. Dobbiamo attendere altre condizioni, magari vento contrario sulla Cipressa. Ma nel ciclismo non si sa mai. Se sono in forma, la squadra mi manda sempre”.

Tra gli obiettivi del 2023 del corridore della Soudal-QuickStep c’è quello di ottenere qualche altra vittoria al Tour de France: “È difficile vincere una tappa al Tour. L’anno scorso ha potuto fare solo tre sprint. In uno, ho avuto sfortuna con il posizionamento all’ultima curva, nell’altro ho perso la catena sugli Champs-Elysées. Quindi una vittoria su tre non è male. Nel Tour di quest’anno ci sono più sprint, spero che ci saranno cinque volate. Dico sempre che se puoi vincerne una, puoi vincerne due, quindi questo è l’obiettivo per quest’anno“.

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