Movistar, Valverde: “Vorrei essere ricordato come una persona umile, mi sono innamorato del Giro d’Italia”

Alejandro Valverde si sta allenando per vivere un’altra stagione da grande protagonista. Lo spagnolo potrà correre i primi nove mesi con la maglia iridata di campione del mondo conquistata a Innsbruck 2018, con lo sprint a quattro in cui ha battuto il francese Romain Bardet, il canadese Michael Woods e uno stremato Tom Dumoulin. Quinto alla Vuelta a España ed estremamente competitivo durante tutto l’arco della stagione, il murciano ha dimostrato di poter competere nelle corse a tappe anche all’età di 38 anni. L’anno prossimo parteciperà a Giro d’Italia e Vuelta a España, lasciando a Nairo Quintana e Mikel Landa il compito di ben figurare al Tour de France. Nel mirino rimane ovviamente la Liegi-Bastogne-Liegi, già conquistata quattro volte in carriera.

Il corridore della Movistar ha concesso un’intervista al programma radiofonico El partizado de la Cope, dove ovviamente la prima domanda riguardava il campionato del mondo: “Ho rivisto la corsa tante volte, la verità è che mi emoziono sempre. Ero molto sicuro di me stesso, se fossi stato insieme a corridori un po’ più veloci avrei impostato lo sprint in maniera differente. Sapevo di essere più veloce di loro in volata e che era difficile che mi potessero rimontare. Ora tengo la medaglia in casa, è molto ben sorvegliata. L’ho sognata per tanto tempo”.

Avere la maglia iridata comporta alcuni obblighi, per quanto piacevoli: “La parte negativa, se così si può definire, è che quando hai la maglia iridata tutto il mondo ti reclama. Ma questo non è male, anzi. Mi hanno invitato a tantissimi eventi, purtroppo non sono potuto andare a molti. Per me è impossibile essere dappertutto, e comunque devo continuare a pensare alla bici e ai miei allenamenti. Ma ringrazio tutti per le richieste che mi hanno mandato”.

Il programma di quest’anno prevede la partecipazione a Giro d’Italia e Vuelta, senza Tour de France: “Mi piace molto. Il Tour mi ha già dato tantissime soddisfazioni, come anche la Vuelta. Al Giro d’Italia sono stato soltanto una volta, e me ne sono innamorato. Quintana ha detto che non vuole correre con tre leader? Se lo ha fatto significa che si sente più sicuro da capitano unico, per me non è un problema”.

Infine, su specifica domanda, Valverde tratteggia come vorrebbe essere ricordato: “Mi piacerebbe che le persone si ricordassero come una persona intima e umile, uno che si è fatto voler bene da tutti“. Di sicuro gli appassionati di ciclismo, spagnoli e non solo, ricorderanno con affetto la sua vittoria a Innsbruck e i suoi innumerevoli sigilli sulle Ardenne. Anche se, a 39 anni da compiere, il murciano non sembra avere nessuna intenzione di smettere.

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