Movistar, Valverde: “Ho la stessa voglia dei giovani, mi piacerebbe vincere il Fiandre. Al Giro torno perché ambiente fantastico”

La maglia iridata permette molta più tranquillità ad Alejandro Valverde. Dopo averla così a lungo inseguita, il murciano si è tolto l’unica grande pecca che sentiva mancare nel suo palmarès e vive tutto con una rinnovata serenità. Condizione ben diversa rispetto a quella di dodici mesi fa, in cui doveva dimostrare di non essere finito dopo il brutto infortunio al Tour de France 2017. A 39 anni da compiere fra appena due mesi, lo storico capitano della Movistar continua comunque ad amare il suo lavoro, in particolare riuscendo a trovare nuovi stimoli. Fra questo, spicca una corsa a cui non ha mai partecipato, su una specialità alla quale si è avvicinato appena lo scorso anno, il pavé.

“Mi piacerebbe vincere il Giro delle Fiandre – ammette rispondendo ad AS che gli chiede quale sia ora il suo sogno – È una corsa che mi entusiasma molto, davvero bella. L’ho sempre vista lontana, molto difficile da vincere, oltretutto ormai vado per i 39 anni e probabilmente è tardi. Ma questo è un buon momento per correrla, ancor di più con la maglia iridata”.

Se con il simbolo del successo mondiale non ha ancora vinto, non la vive come un’ossessione, consapevole che quanto mostrato sinora comunque ne conferma la competitività (secondo alla Valenciana e a Murcia). Impegnato in questi giorni all’UAE Tour, in cui fa figura di favorito (perlomeno per le tappe di montagna visto che nella cronosquadre potrebbe aver perso troppo), cercherà di sbloccarsi in questi giorni. “Ho ottenuto tutto quel che potevo ottenere, ma non voglio passare inosservato – aggiunge – Vincere mi piace ancora e voglio continuare a farlo finché correrò […] Lo scorso anno c’erano dubbi, ora affronto le cose con calma. Non ho vinto, ma sono arrivato secondo, tutto arriverà. Un po’ di pressione è sempre utile, ma non deve diventare un’ossessione“.

Anche perché la sua ossessione l’ha già conquistata. “Nessuna corsa mi renderebbe più felice di un Mondiale – ammette – Mi piacerebbe vincere le Olimpiadi, ma non credo che mi entusiasmerebbe di più del Mondiale”. Consapevole di essere “tra i migliori della mia generazione”, il murciano vede ora arrivare nuovi talenti, come Remco Evenepoel, che ha la metà dei suoi anni. “Mi sento più vecchio solo per l’età, ma la mentalità è la stessa perché io ho la stessa voglia dei giovani – aggiunge – Loro devono migliorare e io che ho dimostrato già tutto devo riuscire a restare dove sono”.

Anche per questo il cambio di obiettivi, tra i quali torna il Giro d’Italia. Non per vincerlo, ma per divertirsi, puntando alle tappe e godersi il clima. “Voglio tornare perché è una corsa molto bella – conferma – E poi con la maglia iridata tutto è speciale. L’esperienza in Italia mi ha incantato, il Giro ha un ambiente fantastico e c’è meno tensione rispetto al Tour. In Francia la tensione è palpabile sin dalla presentazione delle squadre, quindi te la godi meno”.

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