Groupama-FDJ, Romain Grégoire: “Valuto la mia stagione tra 6,5 e 7. Posso fare meglio, soprattutto a livello WorldTour”
Romain Grégoire fa un bilancio della sua prima stagione tra i professionisti. Corridore tra i più promettenti della sua generazione, il classe 2003 della Groupama-FDJ ha vissuto un’annata d’esordio piuttosto positiva, riuscendo a mettere insieme cinque vittorie (tappa e classifica finale della 4 Giorni di Dunkerque, due tappe e classifica generale del Tour du Limousin) e a fare importanti esperienze partecipando e portando a termine diverse gare WorldTour, comprese Vuelta a España e Il Lombardia. Nonostante i buoni risultati, però, il talentuoso transalpino non è del tutto soddisfatto del suo 2023 e ha riconosciuto che c’è ancora del lavoro da fare per poter competere ad alti livelli.
“Ho letto che Yvon Madiot (direttore sportivo, ndr) esitava tra dare 6,5 o 7 come voto alla squadra – ha dichiarato Grégoire – A livello personale, valuterei anche la mia stagione in questo intervallo. È comunque una stagione di successo perché ho raggiunto i miei obiettivi e, soprattutto, il mio obiettivo numero uno, che era vincere. Ci sono riuscito cinque volte, comprese alcune classifiche generali, cosa che davvero non immaginavo a inizio stagione. Mi sono sorpreso da questo punto di vista e ne sono davvero soddisfatto ed orgoglioso. Sono anche riuscito ad essere al livello richiesto per competere in un Grande Giro a fine stagione, e non ho finito la Vuelta completamente morto“.
“Oltre il 7 invece non posso andare, innanzitutto perché devo darmi la possibilità di fare meglio – ha proseguito il 20enne – So dove posso fare meglio: nel WorldTour. Non ero dove speravo di essere e mi sarebbe piaciuto essere più utile alla squadra a questo livello. Se qualcuno me lo avesse chiesto a gennaio, non avrei preso in considerazione la possibilità di vincere nel WorldTour quest’anno, ma una volta sulla linea di partenza lo avrei sicuramente voluto. Non sono ancora riuscito a farlo. Si può dire che questo è in realtà abbastanza normale, che forse sono piuttosto duro con me stesso, ma è anche un modo per spingermi a migliorare“.
A livello WorldTour, il corridore francese non è quindi riuscito a performare come avrebbe voluto, tranne che in una corsa: “La Strade Bianche resta il grande ricordo di quest’anno. Ho detto che non ero dove avrei voluto essere a livello WorldTour, ma questa è l’eccezione che conferma la regola. A parte il mio buon risultato (ottavo, ndr), la gara nel complesso mi è piaciuta molto. Il podio di Valentin (Madouas, ndr), l’atmosfera speciale delle gare italiane, il pubblico, questo splendido traguardo. Ci sono un sacco di cose belle nello stesso fine settimana ed è per questo che questa gara mi ha particolarmente colpito“. Un mese più tardi, al Giro dei Paesi Baschi, il classe 2003 si è invece reso conto di quale è il vero livello del WorldTour: “Sono rimasto impressionato. Sono uscito da lì pensando: ‘se questo è il WorldTour, ho ancora molto lavoro da fare per poter lottare tra i primi’“.
Dopo aver trovato i primi successi tra maggio e agosto, Grégoire è quindi volato in Spagna per partecipare al suo primo Grande Giro, dove ha sfiorato la vittoria nell’undicesima tappa, secondo solo a Jesus Herrada nell’arrivo de La Laguna Negra: “Col senno di poi, ovviamente penso che sia un vero peccato. Ma, proprio come non ho avuto rimpianti dopo la seconda tappa (chiusa al settimo posto, ndr), non ne ho nemmeno per quel giorno. Ero lì negli ultimi 300 metri come volevo, e quando Herrada ha accelerato era molto più forte. Ha preso subito 20 metri e non sono riuscito a chiudere”.
A parte questo piazzamento, però, il transalpino non è molto soddisfatto della sua Vuelta: “Probabilmente sarei stato più soddisfatto se fossi stato più attivo. Alla fine, non c’erano molte tappe per puncheur. Quindi non ho potuto lottare per molte tappe e questo mi dà un po’ fastidio. Per essere soddisfatto del mio primo Grande Giro, avrei dovuto essere in fuga nelle tappe collinari. A parte quella in cui sono arrivato secondo, non avevo le gambe per esserci. È un po’ un peccato, ma in futuro mi piacerebbe migliorare il mio livello fisico per entrare in queste fughe. Forse mi manca un po’ l’abitudine a riguardo, dato che prendere una fuga è qualcosa che non avevo mai fatto, ma chiaramente era una questione di gambe”.
Il giovane talento francese conosce comunque i propri punti di forza e sa dove dovrà lavorare per poter migliorare nel 2024: “Le mie qualità più naturali sono quelle di un puncheur. È qui che sono più forte e dove devo lavorare per vincere le gare. Questa è chiaramente la mia specialità e sappiamo che al giorno d’oggi è necessario avere grandi qualità se si vogliono vincere le gare. D’altra parte, dovrò davvero fare un passo avanti in salita, almeno per poter essere presente nei finali esplosivi che arrivano dopo giornate che comprendono lunghe salite. Questo sarà il lavoro dei prossimi mesi”.
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