Grandi Giri: fino quando possono vincere ancora Froome, Nibali, Contador & co?

Quanto dura il periodo d’oro un grande campione di corse a tappe? Non esiste una età in cui si inizia a vincere e una in cui inizia il declino, non c’è una regola che vale per tutti. Ogni persona, nell’essenziale connubio necessario di mente e corpo, si forma con le sue tempistiche e seguendo le sue necessità, oltre che una imponderabile variabile fatta di casualità e opportunità che gli capitano. Individuare dunque una età di inizio e una età di fine è praticamente impossibile. Meno difficile tuttavia, confrontando i palmarès dei grandi campioni del passato è individuare un lasso di tempo che intercorre dal primo all’ultimo successo in un grande giro, andando così ad individuare quello che può essere considerato il periodo d’oro degli atleti.

Andando dunque a scorrere gli albi d’oro di Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta a España si può notare che sostanzialmente questo periodo dura intorno alle otto stagioni. Tenendo in considerazione solo coloro che hanno vinto almeno cinque GT in carriera, il gotha di questa specialità, si nota infatti come il valore medio sostanzialmente oscilli tra i cinque anni di Miguel Indurain, che vinse 7 GT tra 1991 e 1995 e le 14 stagioni di Fausto Coppi, che tra il 1940 e 1953 conquistò sette Grandi Giri. Il periodo della guerra costrinse tuttavia l’Airone, così come Gino Bartali (la cui forchetta va da 1936 a 1940, 13 stagioni), ad un lunghissimo stop, di oltre 5 stagioni. L’unico altro in doppia cifra, per certi versi l’unico effettivo, è Felice Gimondi, la cui straordinaria tenacia gli permise di vincere dal 1965 al 1976 (quattro dei cinque successi sono tuttavia racchiusi nei suoi primi cinque anni di carriera). Particolarmente longevo anche Alfredo Binda, che conquistò i suoi cinque Giri dal 1925 al 1933 (anche qui 4 in 5 anni). Andando a vedere i più vincenti in assoluto in termini di grandi giri della ultracentenaria storia del ciclismo, i domini quasi in sequenza di Jacques Anquetil, Eddy Merckx e Bernard Hinault, sono invece durati rispettivamente otto (1957-1964), sette (1968-1974) e otto (1978-1985) anni.

Tra i corridori in attività, Alberto Contador ha conquistato i suoi sette (al netto delle decisioni del Tribunale) grandi giri tra il 2007 e il 2015, per un totale dunque di nove stagioni. Dietro di lui il nostro Vincenzo Nibali, che ha aperto il suo contatore alla Vuelta 2010 e per adesso lo ha fermato, dopo quattro successi totali, al Giro 2016. Altri che potenzialmente potrebbero aver aperto il loro periodo d’oro sono Chris Froome (Tour 2013, 2015, 2016) e Nairo Quintana (Giro 2014, Vuelta 2016), senza chiaramente dimenticare Fabio Aru (Vuelta 2015) e il nuovo arrivato Tom Dumoulin (Giro 2017). In attività c’è ancora anche Alejandro Valverde (Vuelta 2009), la cui incredibile longevità e competitività non esclude, per quanto decisamente improbabile, possa ancora rimpinguare il suo bottino. Difficile vedere invece ormai Damiano Cunego poter riprendere un discorso ormai interrotto dal 2004.

Ammettendo e non concedendo che le otto stagioni possano essere considerate una valida media approssimata e una norma, cosa significherebbe questo sui corridori attuali? Il Pistolero avrebbe già fatto più della media con il suo successo al Giro 2015, lo Squalo dello Stretto avrebbe invece ancora solamente questa stagione o poco più per aumentare il suo palmarès, Keniano Bianco arriverebbe invece sino al 2020 potenzialmente, il Condor colombiano al 2021, il Cavaliere dei Quattro Mori al 2022, mentre la Farfalla di Maastricht potrebbe volare sino al 2024.

Ovviamente, auguriamo a tutti questi corridori di farcela, entro e oltre questi termini puramente empirici che abbiamo calcolato. Senza dimenticare ovviamente che altri potranno arrivare, iniziare e concludere quello che potrebbe essere il loro periodo d’oro.

Tabella: wikipedia

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