Ef Education-EasyPost, l’ottimismo di Jonathan Vaughters: “Abbiamo preso talenti di prim’ordine, vogliamo diventare una delle squadre migliori al mondo”

La Ef Education-EasyPost ha vissuto diversi momenti complicati nella sua storia recente. Prima, nel 2017, si è arrivati a un passo dalla chiusura; poi, a fine 2022, la formazione statunitense ha rischiato parecchio di perdere la licenza WorldTour per via di quello che stava maturando nella classifica triennale UCI. In entrambi i casi è maturata poi la “salvezza” e ora il direttore generale, Jonathan Vaughters, può guardare con un ottimismo decisamente più marcato al futuro, tanto da cullare l’auspicio di vedere la sua creatura, molto rinnovata nelle ultime settimane, entrare fra le migliori squadre del mondo.

“Questo è stato il primo inverno in cui abbiamo potuto costruire sulle fondamenta che avevamo gettato nel 2019 – le parole di Vaughters raccolte da GCN – Quell’anno avevamo vinto il Giro delle Fiandre (con Alberto Bettiol – ndr) e tappe in tutti e tre i Grandi giri. A quel punto, il passo successivo era diventare una delle migliori squadre del lotto, ma poi si è messo di mezzo il Covid e abbiamo dovuto lasciare da parte le ambizioni. Ora, per il 2024, è fare un nuovo passo avanti e rafforzare tutta la struttura, in modo da tornare sulla strada del 2019. Di conseguenza, l’obiettivo è nuovamente diventare una delle migliori squadre al mondo”.

L’ottimismo deriva anche dal CicloMercato, da dove sono arrivati corridori decisamente futuribili: “Stiamo iniziando a reclutare i giovani in modo molto più metodico e scientifico – ancora Vaughters – E stiamo iniziando a supportarli in maniera più mirata e creativa. Abbiamo ora un organico molto più robusto, i talenti che abbiamo preso sono davvero di prim’ordine. Ci vorrà del tempo per sviluppare il loro potenziale, ma le componenti ci sono tutte. Probabilmente, per i primi due anni passeremo da vittorie inaspettate a fallimenti altrettanto inaspettati. Rimbalzeremo un po’, prima che le cose si sistemino del tutto”.

Programmi per il 2024? “Siamo molto ambiziosi per le Classiche delle Ardenne. Abbiamo Ben Healy, che ci crede molto, ma abbiamo un raggio di opzioni molto ampio, con Richard Carapaz, Neilson Powless e altre armi. Abbiamo sicuramente molti modi a disposizione per vincere quelle corse. Il Giro d’Italia? Inizialmente, volevamo fare classifica con Healy, ma lui ha la mentalità di uno che vuole vincere e preferisce gettarsi nelle fughe che non cimentarsi nel gioco della classifica generale”.

E il Tour de France 2024? “Al momento è difficile da inquadrare. Carapaz è un corridore di grande classe, ha vinto un Grande giro e l’oro olimpico, ma non pensiamo che possa entrare in un discorso fra Jonas Vingegaard e Tadej Pogačar. Mettiamoci anche Remco Evenepoel e Primož Roglič e la faccenda-podio diventa molto complicata. Dobbiamo prima vedere Richard in azione e poi capire come comportarci, perché non siamo una squadra che si mette in strada per fare l’ottavo posto in classifica generale al Tour. Non è la nostra ambizione. In fin dei conti, il nostro obiettivo per il 2024 è vincere corse, non fare punti UCI”.

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