Cofidis, Elia Viviani fa eco a Davide Cassani: “Questo è il momento di ricominciare, possiamo allenarci su strada senza mettere in pericolo nessuno”

Elia Viviani vuole tornare in strada. Dopo l’appello dei giorni scorsi del ct Davide Cassani, anche uno dei ciclisti di punta del movimento italiano chiede di poter tornare ad allenarsi in strada, mentre nel resto d’Europa cominciano ad annunciare l’allentamento delle misure restrittive (ad esempio in Belgio e in Spagna). Il velocista della Cofidis ha spiegato in un’intervista all’Equipe che fare delle ore di allenamento individuale non metterebbe in pericolo nessuno e allo stesso tempo consentirebbe ai corridori di cominciare a prepararsi gradualmente per la ripresa della stagione, attualmente prevista per luglio.

Penso sia arrivato il momento di ricominciare – ha dichiarato il veronese – Il numero di persone contagiate comincia a diminuire. Ci tengo a sottolineare che noi corridori non siamo un pericolo per nessuno. Il ciclismo si è fermato per evitare di aumentare la pressione già forte sugli ospedali, non perché i ciclisti propagano il virus. Il numero dei malati comincia a diminuire, ma la ripresa non dipende da questo. Questa situazione può essere risolta con delle regole severe, ad esempio che ogni persona esca da sola. I corridori possono allenarsi su strada qualche ora. Possiamo fare delle normali sedute di allenamento senza mettere in pericolo nessuno, questa è la cosa più importante e per questo credo sia il momento di ricominciare”.

Il campione europeo si è poi espresso anche sull’accavallamento delle corse, ritenendolo inevitabile: “Penso che nessuno farà Giro, Tour e Vuelta. Le squadre sono composte da trenta corridori e alcuni non faranno nemmeno due di queste corse. Ma l’importante è che le corse si facciano. Accolgo con entusiasmo la ripresa delle gare, anche se alcuni eventi si accavalleranno. Nel ciclismo moderno bisogna avere degli obiettivi, non si può partecipare a tutte le corse”.

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