Bora-Hansgrohe, Sagan: “La squadra per le classiche del 2019 è la più completa nella storia della Bora”

Peter Sagan vuole essere grande protagonista anche nel 2019. Il campione nazionale slovacco per la prima volta dal 2015 inizierà la stagione senza la maglia iridata, che aveva conquistato ininterrottamente a partire da quell’anno. Il 2018 gli ha comunque portato l’importantissimo successo alla Parigi-Roubaix, sua seconda classica monumento dopo il Giro delle Fiandre 2016. L’obiettivo di questa stagione sarà sicuramente confermarsi in Francia e in Belgio, con la concreta possibilità di lottare per il primo sigillo in carriera alla Milano Sanremo, già sfiorata più volte in carriera con due secondi posti (nel 2013 e nel 2017). In fase di miglioramento nelle classiche più impegnative, il suo programma del 2019 prevede anche la Liegi Bastogne Liegi prima di andare al Tour de France.

La maglia verde dell’ultima Grande Boucle ha parlato con estremo ottimismo in un’intervista a Cyclingnews: “Penso che per l’anno prossimo abbiamo il miglior team da classiche che la Bora abbia mai avuto. Stiamo facendo progressi ogni anno, ed è bello vedere come il team migliora anno dopo anno. Vedremo cosa porterà Gatto alla squadra. Di certo porta molta esperienza e può gestire molte situazioni in momenti importanti. Averlo con noi significa non dover spiegare a un corridore magari più giovane cosa fare. Sappiamo che lavorerà bene e che ha una gran potenza. Non farà errori, e magari si perde qualcosa con l’età, ma sa già cosa fare, quindi non spreca energia. Per questo posso essere al 100% rilassato e fiducioso. So che ci sarà al momento giusto”.

Il suo programma delle corse non prevede grandi stravolgimenti, ma potrebbe vederlo debuttare alla Liegi-Bastogne-Liegi: “Proverò ad essere pronto per la Milano Sanremo ma stiamo facendo davvero pochi cambiamenti al programma. Potrebbero essere cambiamenti che pagano ma potrebbero anche essere pericolosi. Vedremo soltanto con l’inizio delle corse. Sono curioso. Per la Liegi dovremo vedere. Spero di potercela fare per la corsa, è tempo per me di fare un po’ di esperienza lì, non l’ho mai fatta. Ci andrò senza aspettative, giusto per vedere la corsa. Forse salterò la Freccia Vallone, ma dipende tutto da che forma mi rimane dopo la Parigi-Roubaix”.

Il corridore più rappresentativo della Bora-Hansgrohe ha poi parlato a lungo della Milano Sanremo: “Non è una corsa in cui si possono fare previsioni. Non puoi andare alla partenza e pensare che sarai il migliore e riuscirai a staccare tutti. Non si tratta di essere il migliore, ci sono tanti fattori. Proverò a fare del mio meglio. È diversa da corse come il Giro delle Fiandre, dove se sei il migliore e hai un po’ di fortuna vinci di sicuro, perché è semplicemente troppo dura. A meno che fai uno stupido errore, la vinci. La Milano Sanremo, come si può vedere dai vincitori, è uno stile di corsa completamente differente. È questo che la rende così speciale per me. È la corsa più lunga, la più facile da completare ma molto complicata, e non sai mai cosa succederà. Nel 2017 stavo scendendo dal Poggio e un cane si è messo a correre davanti a me. L’ho saltato ma la mia ruota posteriore lo ha toccato e ho sprintato con un ruota che toccava i freni“.

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