Tour de France 2022, la classifica big: Jonas Vingegaard perde qualche secondo, ma la Grande Boucle è del danese!

La cronometro inaugurale di Copenaghen fa ovviamente registrare i primi distacchi tra i big del Tour de France 2022. La prova contro il tempo di 13,2 chilometri, conquistata a sorpresa da Yves Lampaert (Quick-Step Alpha Vinyl), vede Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) guadagnare subito terreno su tutti gli avversari; il vincitore degli ultimi due Tour è riuscito a fare meglio di 8″ rispetto al secondo classificato della scorsa edizione, Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) e 9″ nei confronti del connazionale Primoz Roglic (Jumbo-Visma). Tra gli altri favoriti, cedono rispettivamente 16″ e 18″ Adam Yates e Geraint Thomas (Ineos Grenadiers), mentre Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe) perde 24″ dal fenomeno sloveno.

Sopra al mezzo minuto il ritardo di tutti gli altri, ma tra i peggiori si segnalano sicuramente Rigoberto Uran (EF Education-EasyPost), che cede già 1’07” a Pogacar, e Michael Woods (Israel-Premier Tech), il cui ritardo è già di 1’22”. Situazione invariata al termine della temuta seconda tappa, con il rischio ventagli che viene scongiurato da un vento contrario che nel finale rallenta il gruppo. Lasciano invece maggiormente il segno alcune cadute, ma forse più sul fisico di alcuni corridori che in classifica visto che la peggiore, avvenuta all’interno degli ultimi tre chilometri, viene chiaramente neutralizzata, con i distacchi che restano così invariati. Al termine della terza tappa conserva la Maglia Gialla Wout Van Aert che, grazie al terzo secondo posto consecutivo, guadagna i secondi dell’abbuono. Una caduta negli ultimi dieci chilometri ha fatto tuttavia perdere terreno a diversi corridori tra cui Rigoberto Uran (EF Education-EasyPost), Damiano Caruso (Bahrain Victorious), Jack Haig (Bahrain Victorious), Guillaume Martin (Cofidis), Louis Meintjes (Intermarché-Wanty-Gobert), Bauke Mollema (Trek-Segafredo) e Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) che pagano 39″ sul traguardo.

Considerata per velocisti, la quarta frazione regala spettacolo negli ultimi 15 chilometri, grazie al forcing della Jumbo – Visma che frantuma il gruppo. Alla fine resta davanti il solo Wout Van Aert, che conquista la tappa con uno splendido assolo distanziando di otto secondi un gruppo che non riesce a riformarsi completamente. A restare così tagliati fuori sono Ion Izagirre, che perde poco più di un minuto dagli altri, Giulio Ciccone e Michael Storer, che invece perdono 5’25” dal vincitore, chiarendo probabilmente ormai in maniera chiara il loro ruolo in questo Tour de France. La temuta quinta tappa, quella del pavé, vede invece Tadej Pogacar guadagnare 13″ su praticamente tutti gli altri uomini di classifica a eccezione di Primoz Roglic, che invece deve cedere più di due minuti al connazionale a causa di una caduta. Stesso distacco per un altro uomo di classifica, Alexey Lutsenko, mentre perde addirittura 3’21” Ben O’Connor; tra gli altri big, infine, Jack Haig è costretto ad abbandonare la corsa per una caduta.

La Maglia Gialla cambia padrone al termine della sesta tappa. Dopo essere stato in fuga tutto il giorno Wout Van Aert si stacca dai migliori ed è Tadej Pogacar che, grazie al successo conquistato e al relativo abbuono, va ad indossare il simbolo del primato. Alla vigilia del primo arrivo in salita di questo Tour de France, quindi lo sloveno si presenta già con un vantaggio di 31″ su Jonas Vingegaard, di 39″ su Adam Yates e di 46″ su Geraint Thomas, i suoi rivali più vicini in classifica.

La settima tappa, con l’arrivo alla Super Planche des Belles Filles, conferma sostanzialmente le gerarchie visto il nuovo successo di Tadej Pogacar, portato al limite da Jonas Vingegaard. Dietro di loro ottima prestazione di un Primoz Roglic che appare in ripresa, così come solida presentazione ancora di Geraint Thomas, che sta emergendo come il migliore in casa Ineos Grenadiers. Si difendono anche David Gaudu e Romain Bardet, mentre perdono terreno Aleksandr Vlasov, dolorante dopo ieri, un Nairo Quintana che sinora era stato sempre molto pronto a rispondere. Tra gli italiani, perdono terreno Damiano Caruso e Mattia Cattaneo, che rispettivamente tagliano il traguardo con un ritardo di 1’12” e 2’36”. Nessuna variazione tra i big al termine della nona frazione con Tadej Pogacar che, grazie all’abbuono conquistato grazie al terzo posto di giornata, incrementa il suo vantaggio di 4 secondi. Rimangono leggermente attardati Rigoberto Uran e Louis Meintjes che pagano, rispettivamente 11″ e 7″. Mentre esce dalla top20 Mattia Cattaneo, che dopo essere stato in fuga per quasi tutto il giorno, taglia il traguardo a 6’16” dai primi.

L’ultima tappa di montagna della prima settimana non regala grandi emozioni fra i big, con la UAE Team Emirates a controllare per tutto il giorno e una accelerazione che arriva solamente nello strappo finale. Primo degli uomini di classifica, dopo i quattro fuggitivi che si giocano la vittoria andata a Bob Jungels, è così ancora una volta Tadej Pogacar, che regola in volata Jonas Vingegaard, unico a non subire un piccolo ritardo di tre secondi. Ci sono tuttavia anche vittime più pesanti, in particolare Daniel Martinez che esce di classifica perdendo 16 minuti, e Rigoberto Uran, che dopo essere stato in fuga concede sei minuti. A lungo in sofferenza, stringe invece i denti Aleksandr Vlasov, limitando la perdita a 27 secondi.

Dopo il secondo giorno di riposo si riparte con una tappa alpina senza grandi pretese, che consente ai fuggitivi di giocarsi la vittoria mentre il gruppo la affronta con più tranquillità, tanto che la UAE Team Emirates appare anche propensa a lasciare la Maglia Gialla in vista delle prossime giornate più impegnative. Alla fine tuttavia il simbolo del primato resta sulle spalle di Tadej Pogacar per undici secondi su Lennard Kämna, mentre la situazione resta sostanzialmente invariata per tutti gli altri. Ad eccezione di Daniel Martinez (Ineos Grenadiers), che nella salita conclusiva conferma i suoi problemi fisici e perde nuovamente molto terreno.

La prima tappe della terribile accoppiata alpina non delude le attese, con la Jumbo – Visma che attacca a ripetizione Tadej Pogacar, sfiancandolo ben oltre le aspettative. Lo sloveno e la UAE Team Emirates sembrano in controllo fino a cinque chilometri dal traguardo, quando un attacco di Jonas Vingegaard manda tutto all’aria, con il danese che si invola verso il successo e la Maglia Gialla, distanziando di quasi tre minuti il rivale, che scivola così anche in terza posizione, alle spalle di un ottimo Romain Bardet, resistendo di poco davanti ai solidi Geraint Thomas e Nairo Quintana. Tra coloro che limitano i danni anche David Gaudu, Adam Yates e un ritrovato Alexey Lutsenko, mentre tutti gli altri subiscono distacchi importanti, partendo da Aleksandr Vlasov, Tom Pidcock ed Enric Mas, che scivolano così indietro in classifica, a ridosso della Top10.

Il secondo atteso tappone alpino regala inevitabilmente meno spettacolo, con i fuggitivi che vengono lasciati liberi di giocarsi la vittoria di giornata, conquistata poi da un ottimo Tom Pidcock, che riesce così a riposizionarsi in classifica risalendo in ottava posizione. Tra i big la bagarre è tutta negli ultimi chilometri dell’Alpe d’Huez, dove il ritmo Jumbo-Visma manda in difficoltà alcuni comprimari, tra i quali anche Romain Bardet, costretto a cedere qualche secondo e la sua posizione sul podio a vantaggio di Tadej Pogacar, autore di un paio di accelerazioni che hanno messo in difficoltà Jonas Vingegaard, tuttavia sempre pronto a reagire, e al regolare Geraint Thomas, autore di una salita di grande consistenza. Bene anche Enric Mas, che conclude con i migliori dopo la débacle di ieri, mentre perdono terreno anche David Gaudu, Alexey Lutsenko, Aleksandr Vlasov e Nairo Quintana, che esce dai primi cinque a vantaggio di Adam Yates, tra gli ultimi a cedere.

Dopo le fatiche dei due giorni precedenti, situazione molto tranquilla e classifica invariata al termine della tredicesima frazione, che vede il gruppo lasciar andare la fuga e concludere con relativa calma una tappa in cui sono stati gli uomini delle ruote veloci a provare qualcosa, invano. La tappa di Mende si concede anch’essa ai fuggitivi, tra i quali Louis Meintjes che gode di una giornata di libertà che gli permette di riposizionarsi in classifica generale, salendo in settima posizione dopo essere stato virtualmente anche secondo. Tra i big, dopo le prime schermaglie già nella prima salita di giornata, si decide poi tutto nell’ascesa finale, con il forcing della UAE Team Emirates e l’attacco di Tadej Pogacar che spezzano il gruppo, ma Jonas Vingegaard resta sempre con lui. I due guadagnano così terreno su tutti gli altri, con distacchi ancora piuttosto contenuti. L’ultima tappa della seconda settimana vede invece i big giungere tutti assieme al traguardo di Carcassonne, con la classifica che dunque non subisce cambiamenti prima dell’ultimo giorno di riposo se non per i ritiri di Roglic e Kruijswijk, che si trovavano rispettivamente in 21esima e 13esima posizione.

La terza settimana riparte con il trittico Pirenaico che si apre con la tappa più semplice. I big lasciano dunque campo libero ai fuggitivi, tra i quali Hugo Houle che si prende una emozionante vittoria di tappa e un Aleksandr Vlasov che riesce così a rientrare nei primi dieci della generale. La bagarre per la classifica vede nuovamente Tadej Pogacar provare ad attaccare a più riprese Jonas Vingegaard, ma il danese è sempre riuscito a rispondere agli attacchi dello sloveno, con i due che vengono poi ripresi anche da gran parte degli altri uomini di classifica, ad eccezione di Romain Bardet (Team DSM) che perde quattro minuti e deve salutare le sue ambizioni.

Il primo tappone dei Pirenei regala grande spettacolo, con una giornata entusiasmante che viene conquistata da Tadej Pogacar in un lungo sprint che lo vede imporsi più di cuore che di gambe su Jonas Vingegaard, capace di seguire ogni sua accelerazione per tutto il giorno. I due, scortati per tutta la salita finale da uno splendido Brandon McNulty, fanno il vuoto rispetto ai rivali, tanto che Geraint Thomas chiude dopo due minuti, rafforzando comunque nettamente la sua terza posizione viste le difficoltà di Nairo Quintana e David Gaudu, che concludono assieme circa 90 secondi più tardi assieme ai vari Aleksandr Vlasov, Louis Meintjes ed Enric Mas. Nel mezzo un ritrovato Romain Bardet e un grintoso Alexey Lutsenko, mentre perde quasi nove minuti Adam Yates.

L’ultima opportunità regala grande spettacolo ed emozioni, con Tadej Pogacar che prova più volte ad attaccare Jonas Vingegaard dai 40 chilometri alla conclusione. Dopo aver sempre risposto prontamente agli attacchi del rivale, il danese va poi a prendersi la vittoria di tappa staccando tutti dopo nuovamente un grande lavoro della sua Jumbo – Visma e andando così ad ipotecare il suo successo finale. Nelle posizioni di rincalzo Geraint Thomas conserva nettamente il podio, dopo aver anche provato un attacco, mentre David Gaudu stacca nettamente Nairo Quintana, che resiste per pochi secondi all’assalto di un Louis Meintjes partito all’attacco già sulla prima salita di giornata.

Senza grandi pretese di classifica la diciannovesima tappa, sulla carta dedicata alle ruote veloci. Nella giornata che vede imporsi Christophe Laporte, il gruppo arriva sostanzialmente tutto assieme al termine di una giornata in controllo, anche se Tadej Pogacar riesce comunque a mettersi in mostra. Prima con uno scatto dalla distanza, poi con lo sloveno che si fa trovare pronto nello sprint conclusivo, chiudendo la tappa in quinta posizione e guadagnando, almeno inizialmente, cinque secondi grazie al buco che si era creato nel finale. I risultati ufficiali pubblicati dopo il termine della tappa, però, “restituiscono” quei 5″ a Vingegaard e agli altri big, con la giuria che, riguardando le immagini, evidentemente non ha riconosciuto che ci fosse luce tra i primi e il drappello giunto subito dietro. Non ci sono comunque variazioni nelle posizioni.

La cronometro conclusiva, vinta da Wout Van Aert, sancisce ancora una volta la superiorità di Jonas Vingegaard, che chiude alle spalle del compagno ma davanti a Tadej Pogacar e Geraint Thomas, oltre a Filippo Ganna quarto di giornata. Non cambia così il podio finale del Tour de France 2022, così come David Gaudu che resta quarto, ma non c’è più Nairo Quintana davanti a lui. In quinta posizione sale infatti Aleksandr Vlasov, autore di una ottima cronometro, che gli permette di superare il colombiano e Louis Meintjes, a sua volta superato anche da Romain Bardet, scivolando dalla sesta alla ottava posizione. Dietro di lui resta Alexey Lutsenko, capace di resistere facilmente all’assalto di Adam Yates, che chiude la top 10 finale.

Come da copione non cambia la classifica generale nell’ultima tappa della Grande Boucle, anche se Vingegaard perde qualche secondo per essersi rialzato nell’ultimo chilometro per godersi i festeggiamenti con i compagni di squadra.

Classifica Big Tour de France 2022

1 VINGEGAARD Jonas JUMBO-VISMA 79:33:20
2 POGAČAR Tadej UAE TEAM EMIRATES +2:43
3 THOMAS Geraint INEOS GRENADIERS +7:22
4 GAUDU David GROUPAMA – FDJ +13:39
5 VLASOV Aleksandr BORA – HANSGROHE +15:46
6 QUINTANA Nairo TEAM ARKEA – SAMSIC +16:33
7 BARDET Romain TEAM DSM +18:11
8 MEINTJES Louis INTERMARCHÉ – WANTY – GOBERT MATÉRIAUX +18:44
9 LUTSENKO Alexey ASTANA QAZAQSTAN TEAM +22:56
10 YATES Adam INEOS GRENADIERS +24:52
11 MADOUAS Valentin GROUPAMA – FDJ +35:59
12 JUNGELS Bob AG2R CITROEN TEAM +45:23
13 POWLESS Neilson EF EDUCATION – EASYPOST +46:57
14 SANCHEZ Luis Leon BAHRAIN VICTORIOUS +49:18
15 PINOT Thibaut GROUPAMA – FDJ +50:25
16 KONRAD Patrick BORA – HANSGROHE +56:54
17 PIDCOCK Thomas INEOS GRENADIERS +1:01:15
18 KUSS Sepp JUMBO-VISMA +1:02:29
19 TEUNS Dylan BAHRAIN VICTORIOUS +1:11:30
25 MOLLEMA Bauke TREK – SEGAFREDO +1:45:57
26 URAN Rigoberto EF EDUCATION – EASYPOST +1:48:18
28 LEKNESSUND Andreas TEAM DSM +1:57:31
30 MARTINEZ POVEDA Daniel Felipe INEOS GRENADIERS +2:00:55
35 STORER Michael GROUPAMA – FDJ +2:23:15
38 HAMILTON Christopher TEAM DSM +2:25:38
40 IZAGUIRRE INSAUSTI Ion COFIDIS +2:30:08
57 LATOUR Pierre TOTALENERGIES +3:12:06
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