L’Agenzia Mondiale Antidoping ammette: “Necessario ridurre o sospendere alcuni test e controlli”
L’Agenzia Mondiale Antidoping ammette che i controlli saranno minori in questo periodo. Impossibile per l’AMA poter riuscire a garantire la stessa capillarità in questo periodo, specialmente nei paesi in cui in questo momento ci sono misure di isolamento e distanziamento sociale. Non per questo tuttavia i controlli saranno completamente fermati, pur con l’evidenza che in alcuni contesti non è possibile avere la stessa frequenza. Gli atleti sono tuttavia comunque tenuti a rispettare tutte le norme attuali, nel rispetto del protocollo ADAMS e del regolamento in vigore. Dovranno dunque sempre dare notifica della propria localizzazione e, eventualmente, prendere medicinali che richiedono autorizzazione speciale (le famose TUE) solo quando in possesso di queste. Chiaramente, esistono anche misure apposite che i controllori dovranno adottare in questo periodo per cercare di minimizzare le possibilità di contagio.
“Alle agenzie antidoping è stato richiesto di effettuare solo i controlli più critici – fanno sapere dall’Agenzia – Nel condurre questi test, il personale dovrà lavarsi le mani regolarmente e disinfettarle, oppure indossare dei guanti arrivando nel luogo del test. Atleti e controllori dovranno inoltre, per quanto possibile, cercare di mantenere la distanza raccomandata di due metri”.
I controlli chiaramente saranno eseguiti con le consuete modalità solo “dove non ci sono restrizioni alla mobilità da parte delle autorità locali”, mentre ovviamente coloro che sono eventualmente stati messi in quarantena dalle autorità locali non saranno controllati previa documentazione relativa. Non sarà invece possibile dichiararsi in auto-isolamento, con il rifiuto che sarà trattato secondo le normali procedure al riguardo.
Consapevole che ci saranno atleti meno controllati rispetto al solito, l’AMA fa saper che terrà “costantemente sotto controllo dove questi livelli di test saranno ridotti o cancellati” e quando tutto tornerà alla normalità ci sarà la possibilità di “nuovi controlli mirati” per colmare un eventuale gap. Inoltre, si sottolinea come nel contesto del passaporto biologico eventuali sbalzi in persone meno controllate durante il periodo di restrizioni potrebbero comunque emergere “rivelando uso di doping durante questo periodo”.
Si ammette comunque che “mettere la salute pubblica davanti alle necessità del sistema antidoping può avere un impatto sulla lotta al doping nello sport”. Ma in un contesto così difficile, il presidente Witold Banka sottolinea la necessità di “dare priorità a salute, sicurezza e responsabilità sociale”, per cui è stato “necessario sospendere o ridurre alcuni programmi, tra cui operazioni di testing o altre attività” con l’obiettivo di “tornare al sistema antidoping globale a pieno regime non appena usciremo da questa situazione”.
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