Giro d’Italia 2020, Mauro Vegni: “Possibili piccole modifiche al percorso, ma le salite restano le stesse. Non escluse le porte chiuse”.

Mauro Vegni commenta il nuovo Giro d’Italia 2020. Confermando un po’ di amarezza per il nuovo calendario ufficializzato ieri dall’UCI, che propone numerose sovrapposizioni proprio durante la Corsa Rosa, il direttore conferma che le nuove date sono “le migliori possibili per noi”. Se dunque da un lato resta la delusione per non aver visto accettate alcune delle proposte effettuate, come già nella nota di commento da parte di RCS Sport, tutto sommato il dirigente laziale fa buon viso a cattivo gioco, provando a guardare avanti ed estrapolare il meglio da quello che forse bisogna imparare a vedere come il male minore in una situazione di forte emergenza e incertezza – che peraltro non si può certo ancora definire come risolta.

“La Vuelta per forza doveva sovrapporsi, era nella logica delle cose – sottolinea a Repubblica – Sarebbe stato meglio non avere la Parigi-Roubaix il 25, la cosa che mi dà più fastidio in fondo è quella […] In realtà anche i belgi hanno trovato una collocazione decente per Gand-Wevelgem e Giro delle Fiandre. Ognuno rivendicava delle cose. In un anno particolare come questo alla fine va bene quello che è uscito”.

Nel nostro paese ci sono comunque delle buone possibilità, partendo dalla ripartenza del calendario proprio dal nostro paese con Strade Bianche (1 agosto) e Milano – Sanremo (8 agosto), un atto “simbolico” che vuole anche “lanciare un messaggio di speranza al mondo” dopo che proprio in Italia c’erano stati i primi grandi annullamenti, proprio con queste prove, nel mese di marzo. Definita invece “strategica” la collocazione della Tirreno – Adriatico (7-14 Settembre), “collocata lì per dare la possibilità a chi sceglie il Giro e non il Tour di preparare i Mondiali”.

Per quanto riguarda la Corsa Rosa, il dirigente laziale conferma le due soluzioni in ballo nel Sud Italia, scartando tuttavia che la Grande Partenza possa essere in Sicilia, dove sono chiaramente invece confermate le tre tappe successive. A parte le prime tappe, forse saranno apportate alcune “piccole modifiche, ma lo scheletro del Giro rimane lo stesso”, assicura Vegni al quotidiano romano confermando anche che “le salite restano le stesse“, in quanto le condizioni atmosferiche del mese di ottobre non sono considerate così diverse rispetto a quelle di maggio (a cambiare potrebbero essere solamente gli orari della corsa, anticipando per evitare il buio incombente visto che il tramonto a metà ottobre arriverà verso le 17:30).

“Non è esclusa” purtroppo anche l’ipotesi porte chiuse, che inevitabilmente resterà sul tavolo finché la situazione sanitaria non consentirà di fare altre valutazioni. Il direttore del #Giro103 ammette dunque che “tutto può purtroppo ancora tornare in ballo”, con la decisione ovviamente che non spetta all’organizzazione “ma al governo”.

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