Giro d’Italia 2020, Mauro Vegni conferma Roccaraso e Lanciano e studia soluzioni per il distanziamento: “Braccialetti con sensori all’arrivo, niente carovana pubblicitaria”

Mauro Vegni conferma ulteriori anticipazioni sul percorso del Giro d’Italia 2020. Con la necessità di ricostruire le tappe perse con il cambio della Grande Partenza, vi avevamo riportato che tra le novità più interessanti vi era l’arrivo a Roccaraso e la ripartenza da Lanciano, andando a collegare San Salvo e Tortoreto Lido che erano già nella prima versione di questo rivisto #Giro103. Intervenuto ai microfoni di Rete8, il direttore della Corsa Rosa ha fatto il punto su queste novità, confermando le due tappe abruzzesi. Il dirigente di RCS Sport ha inoltre confermato le difficoltà organizzative, in particolare per quanto riguarda la carovana pubblicitaria, ventilando una soluzione ancora più drastica rispetto a quella del Tour de France 2020. Se per la corsa francese Christian Prudhomme aveva infatti annunciato la presenza del 60% circa dei veicoli (circa 100 auto e qualche camion), è concreta la possibilità che al Giro l’intera tradizione debba essere annullata per quest’anno.

“L’Abruzzo è sempre stato tenuto in grossa considerazione e abbiamo deciso di venire con una seconda tappa che arriverà agli impianti dell’Aremogna e sarà impegnativa, diciamo 4 stelle – spiega Vegni nel corso della versione locale de la Domenica Sportiva – Passo San Leonardo? Possibile ma non fatemi dire tutto anche se avete già detto tante cose ed è un bene perché vuol dire che se ne parla. Ripartiremo sicuramente da Lanciano per l’arrivo di Tortoreto Lido”.

Con l’obiettivo di “stravolgere il meno possibile il percorso originale”, recuperando le tre tappe per garantire 21 giorni di corsa “e non creare precedenti”, la prima crono da Palermo dovrebbe essere più lunga di quanto inizialmente prevedeva quella di Budapest, a compensazione del nuovo arrivo in salita. Restano ovviamente tutti i necessari timori di eventuali tagli per colpa di meteo e di condizioni sanitarie da rispettare, ma per il momento la corsa si sta fissando sempre più, con ovviamente l’esistenza di “un piano B per tappe come il Gavia“. Ma erano considerazioni ed ipotesi che RCS aveva già previsto per il mese di maggio.

Tra le rinunce che ormai sembrano sempre più probabile c’è dunque il taglio della carovana pubblicitaria: “Abbiamo pensato a delle regole per rispettare i protocolli, difficilmente ci sarà la carovana pubblicitaria ma spero che i dati migliorino e che per ottobre possano cambiare le cose. È più no che sì perché diventa un aggregatore di pubblico. Inoltre, per le aziende è un altro costo aggiuntivo. Stiamo vedendo anche con le aziende quale è il loro orientamento”. Le aree della corsa saranno dunque “contingentate”, ma Vegni sa bene che la situazione è soggetta a variazioni: “Fermo restando che in questo mese di luglio non ci siano variazioni, né in positivo né in negativo. Se positivo il Giro torna come prima, se in negativo sarebbe preoccupante e a quel punto si rischia il Giro, ma anche tanto altro, a livello sociale”.

Valutazioni anche sul pubblico, con la necessità di mantenere il più possibile il distanziamento sociale: “Stiamo lavorando ad un protocollo – conferma, anche dopo le riunioni con il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora – Sarà diviso tra le aree che gestiamo noi e quello sulla strada. Quello sulla strada non possiamo controllarlo, ci affidiamo al buon senso delle persone. All’arrivo invece doteremo il pubblico di un braccialetto che suona quando non si mantiene la distanza, registrando con chi vieni a contatto.Ci saranno investimenti economici molto importanti per mantenere il distanziamento”.

Per garantire la sicurezza sarà necessario anche un intervento di modifica delle dinamiche per gli addetti ai lavori. Le sale stampa avranno accessi limitati, visto che per garantire spazio e distanziamento per 200 giornalisti necessiterebbe di “un intero palazzetto”.

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