Tadej Pogačar firma il poker al Tour de France 2025. Il dominio della Maglia Gialla continua anche nella cronoscalata di Peyragudes che il leader della UAE Team Emirates XRG prende di petto realizzando il miglior tempo sin dal primo intermedio. Una prova maiuscola anche oggi per il campione uscente, che mette un altro importante sigillo in vista del suo quarto titolo alla Grande Boucle distanziando tutti i rivali e portando il suo vantaggio sopra i quattro minuti. Contiene comunque i danni quest’oggi Jonas Vingegaard (Visma|Lease a Bike), che perde 36 secondi, mentre tutti gli altri sono oltre il minuto, partendo dal redivivo Primoz Roglic (Red Bull – Bora – hansgrohe) che aveva fatto in precedenza registrare un tempo battuto per 1’20” dal suo connazionale. Per tutti gli altri si parte sostanzialmente dai due minuti di ritardo anche oggi…
“Sono felicissimo della prestazione – ammette dopo il traguardo, confermandosi sollevato – Questa crono era un interrogativo per me sin da questo inverno. Volevo che tutto fosse perfetto. La squadra mi ha fornito tutto al meglio e la giornata è andata bene. Volevo dare tutto, spingendo a fondo sui pedali dall’inizio alla fine. Nel finale sono quasi esploso, ma quando ho visto il timer al traguardo mi ha dato una spinta in più perché ho visto la luce verde e che stavo vincendo”.
Partito con una bici tradizionale, come molti del gruppo, il classe 1998 ammette che “scegliere la bici oggi è stato complicato” e che alla fine la scelta è arrivata seguendo la logica dei numeri, ma non solo: “Ovviamente la maggior parte del tempo siamo su una bici tradizionale, penso il 99% del tempo. Abbiamo fatto i calcoli e se non puoi spingere sulla bici da crono quanto su quella normale, allora non ne vale la pena. Quindi ho deciso di stare più comodo e correre con la stessa bici di tutte le altre tappe”.
Partito consapevole della sua forza, lo sloveno ha corso molto a sensazione, staccando la radio sin dalle prime pedalate: “Sin dal primo intermedio oggi ho deciso di andare avanti senza radio, mi affidavo solo agli schermi agli intermedi. Ho visto che ero già davanti al primo intermedio e mi ha dato grande motivazione, poi al secondo il vantaggio era più alto e ho capito che stavo facendo il ritmo giusto e una buona crono. Non volevo chiaramente esplodere, anche se nel finale ho un po’ sofferto. Ai tre chilometri ho rallentato un po’ per un chilometro perché sapevo che il finale è molto ripido e volevo avere ancora qualcosa da dare”.
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