Vuelta a España 2023, Sepp Kuss trionfa sul Pico del Buitre! Lenny Martinez nuova maglia rossa, Evenepoel perde terreno da Roglic-Vingegaard, ma non molla

Spettacolo nella sesta tappa della Vuelta a España 2023. Particolarmente aggressiva la Jumbo – Visma, che vince la tappa con Sepp Kuss dopo aver messo quattro uomini nel tentativo di giornata composto da oltre 40 elementi e sferra l’attacco in gruppo con Primoz Roglic, facendo saltare il banco prima di essere raggiunto dal compagno Jonas Vingegaard mentre Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep) perde quasi subito 30 secondi, distacco che tuttavia riesce a conservare invariato al traguardo dopo una bella difesa nel finale.

Nuovo leader è invece il giovanissimo Lenny Martinez (Groupama-FDJ), che si conferma in ottima forma andando a prendere la maglia rossa ad appena venti anni con un ultimo chilometro di grande coraggio. In classifica il francese ha otto secondi di vantaggio sul vincitore di giornata e 51 su Marc Soler (UAE Team Emirates), anche lui presente nella maxi-fuga di giornata.

Il video dell’arrivo

Il racconto della tappa

Il via ufficiale della tappa viene dato con circa tre chilometri di ritardo: durante il tratto di trasferimento, infatti, Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck) è vittima di un problema meccanico, ma prima che l’australiano riesca a riaccodarsi al gruppo anche Lewis Askey (Groupama-FDJ) e Jesus Ezquerra (Burgos-BH) sono costretti a fermarsi per delle forature. Rientrati anche loro, la tappa prende il via ufficialmente e subito si registrano i primi attacchi, con Thomas De Gendt (Lotto Dstny) e Diego Camargo (EF Education-EasyPost) che riescono a prendere una ventina di secondi di vantaggio sul plotone. I due vengono poi raggiunti anche da Rui Costa (Intermarché-Circus-Wanty), ma il loro margine non riesce ad aumentare più di tanto, restando costante sui 25″.

Dietro, il gruppo si spezza in due tronconi (un po’ per la presenza di vento, un po’ anche a causa di una caduta che vede coinvolti numerosi corridori, che però riescono quasi tutti a ripartire), ma la velocità comunque non cala e gli inseguitori si riavvicinano ai battistrada fino ad andare a riassorbirli dopo 30 chilometri di gara. Nella prima parte del gruppo, composta da una quarantina di unità, non sono presenti i principali uomini di classifica, che invece sono presenti nella seconda parte e inseguono con un ritardo di circa 20″, condotti dalla Soudal-QuickStep. Questa seconda parte si riavvicina a 10″ nell’avvicinamento al primo GPM di giornata, il Puerto de Arenillas, ma poi si riallontana quando davanti iniziano gli scatti di coloro che vogliono provare ad andare in fuga.

A quel punto, a far parte del drappello sono 42 corridori: Lenny Martinez (GFC), Marc Soler (UAD), Sepp Kuss (TJV), Steff Cras (TEN), Wout Poels (TBV), Jefferson Cepeda (CJR), David De La Cruz (AST), Rémy Rochas (COF), Juan Pedro López (LTK), Mikel Landa (TBV), Hugh Carthy (EFE), Attila Valter (TJV), Javier Romo (AST), Einer Rubio (MOV), Santiago Buitrago (TBV), Cristián Rodríguez (ARK), Rudy Molard (GFC), Lennard Kämna (BOH), Jan Tratnik (TJV), Romain Bardet (DSM), Mattia Cattaneo (SOQ), Rubén Fernández (COF), Emanuel Buchmann (BOH), Max Poole (DSM), Antonio Tiberi (TBV), Jonathan Castroviejo (IGD), Paul Ourselin (TEN), Fabien Doubey (TEN), Felix Engelhardt (JAY), Dorian Godon (ACT), Fernando Barceló (CJR), Lennert Van Eetvelt (LTD), Nicolas Prodhomme (ACT), Jesús Herrada (COF), Louis Vervaeke (SOQ), Oier Lazkano (MOV), Sylvain Moniquet (LTD), Rui Costa (ICW), Matteo Sobrero (JAY), Andreas Kron (LTD), Michael Storer (GFC) e Dylan van Baarle (TJV).

Lungo la salita, dunque, il gap tra i due tronconi aumenta a 1’30”, ma davanti nessuno riesce a fare la differenza nonostante i tanti scatti, che vedono protagonisti soprattutto Lazkano, Kron, Cepeda e Tratnik. In testa alla corsa si formano, per poi riunirsi, diversi drappelli, fin quando, poco prima dello scollinamento, riescono ad avvantaggiarsi Lazkano, Jesus Herrada e Prodhomme, che iniziano la discesa con 9″ di margine. I tre vengono però velocemente riassorbiti dagli altri, ma di nuovo ripartono gli scatti, che tuttavia portano solo alla formazione di piccoli gruppetti che però non riescono mai a guadagnare troppo terreno, finendo per ricompattarsi. In ogni caso, i 42 corridori al comando continuano ad aumentare il margine sul gruppo principale, dove è la Soudal-QuickStep a incaricarsi dell’inseguimento.

I battistrada iniziano infatti il secondo GPM di tappa, l’Alto Fuente de Rubielos, con un vantaggio di poco superiore ai 4′. Nuovamente, la salita registra diversi attacchi e tentativi che però hanno per lo più vita breve. Solo Soler, assieme a Juan Pedro Lopez, riesce a prendere un po’ di margine, ma su di loro si riportano poi Cepeda, De La Cruz, Landa, Rubio, Buchmann, Poole, Herrada, Vervaeke e Kron. Anche gli altri, però, riescono a rientrare a eccezione di Sobrero, che viene poi ripreso dal plotone, il cui ritardo è nel frattempo salito sopra i sei minuti. In seguito, anche Tiberi e Godon perdono contatto dal drappello di testa, ma il francese riesce poi a riaccodarsi nuovamente.

I 40 corridori al comando entrano quindi negli ultimi 80 chilometri con un margine di 6’48” sul gruppo Maglia Rossa, dove Ineos Grenadiers e Movistar si mettono a collaborare con la Soudal-QuickStep per ridurre il ritardo. Davanti, dove finalmente la situazione si tranquillizza, è invece la Jumbo-Visma a fare il ritmo per Kuss, che si ritrova virtualmente terzo in classifica generale e che può puntare al successo di tappa. Il gruppo, però, si riavvicina a 5′ nel tratto seguente, concedendo poi nuovamente fino a 6’15” prima di riaccelerare con maggior decisione. Il gap scende così fino a 3’30” visto che davanti tirano in pochissimi. A dare una mano a Jumbo-Visma e Groupama-FDJ arrivano così anche gli uomini Cofidis il tentativo riprende vigore, riuscendo a conservare questo margine fino ai piedi della salita finale, dopo uno sprint al TV vinto da Marc Soler.

Mentre dietro il gruppo si è spezzato per la forte velocità in un tratto ventoso, davanti arrivano praticamente ancora tutti assieme alla ascesa conclusiva, ma subito il gruppetto esplode. Ad alzare il ritmo è soprattutto Storer, che tiene una buona andatura fino al momento dello scatto di Rubio, partito a cinque chilometri dalla conclusione. Il colombiano guadagna così subito quasi venti secondi, mentre dietro di lui provano a rispondere Martinez e Bardet. I due inizialmente restano soli ad inseguire, ma non tarda ad arrivare anche lo scatto di Kuss, che mette tutti d’accordo. Lo statunitense riprende facilmente i corridori davanti a lui, fino poi a restare da solo al comando a tre chilometri dalla conclusione, inseguito da Bardet, Martinez e Rubio, un terzetto che comunque ha vita breve visto che i francesi hanno qualcosa in più. Con l’obiettivo Maglia Rossa, è soprattutto Martinez a trovare le forze per gestire l’inseguimento, correndo un ultimo chilometro spettacolare che gli permette di rimontare il gap che era ormai arrivato a sfiorare i quaranta secondi. Mentre Sepp Kuss va a vincere in solitaria, l’accelerazione del gioiellino transalpino gli consente di andare ad indossare la Maglia Rossa.

Nel frattempo è esplosa anche la bagarre fra i big: più o meno nello stesso punto in cui era partito Kuss a muoversi da un gruppo condotto da un ottimo Cattaneo è infatti Primoz Roglic, che scava subito un piccolo gap visto che Remco Evenepoel decide di non reagire, affidandosi al ritmo dell’italiano. A quel punto è Juan Ayuso (UAE Team Emirates) a muoversi, seguito da Jonas Vingegaard (JUmbo-Visma), perfetto in ruolo da stopper vista la risposta pronta all’accelerazione successiva di Enric Mas (Movistar). Inizialmente con loro resta anche Cian Uijtdebroeks (Bora-hansgrohe), ma il gioiellino belga cede quando poi il ritmo sale di nuovo. Intanto dietro Evenepoel si affida al ritmo di un Cattaneo inizialmente costretto ad aspettarlo, dovendo lasciar partire corridori che in precedenza erano stati staccati.

Vedendo le difficoltà di Evenepoel, Vingegaard si muove in prima persona per rientrare sul compagno, seguito dal solo Mas, che resiste tuttavia con la coppia JUmnbo-Visma solamente fino all’ultimo chilometro, nel quale esplode completamente fino ad essere ripreso quasi anche da un Remco Evenepoel in crescita, capace infatti di guadagnare anche sui rivali nei due chilometri conclusivi. L’ex iridato limita così i danni a 32 secondi, chiudendo poco dietro lo spagnolo e riuscendo così a tenersi comunque ancora tutti i big alle spalle nella generale,

Risultato Tappa 6 Vuelta a España 2023

Classifiche Vuelta a España 2023

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