Parigi-Tours 2021, rimonta mozzafiato per Arnaud Démare! Battuti Stuyven e Bonnamour

Arnaud Démare conquista una Parigi – Tours 2021 di grande incertezza. Il capitano della Groupama – FDJ si impone in una volata a quattro dopo essere rientrato con Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) a 500 metri dal traguardo su Franck Bonnamour (B&B Hotels) e Stan Dewulf (Ag2r Citroën), partiti in controtempo a oltre 40 chilometri dalla conclusione. Giunto a 40 secondi, il gruppo viene regolato da Danny Van Poppel (Intermarché-Wanty-Gobert) su Bryan Coquard (B&B Hotels), con anche Andrea Pasqualon (Intermarché-Wanty-Gobert) a piazzarsi nei dieci, concludendo in ottava posizione.

Il primo scatto di giornata è quello di Gijs Leemreize (Jumbo – Vimsa), che si porta dietro Julien Duval (AG2R Citröen Team). Alle loro spalle una caduta coinvolge Anthony Turgis (Team TotalEnergies) e Guy Sagiv (Israel StartUp Nation), costretto a lasciare la corsa che ovviamente non può fermarsi. I due attaccanti vengono così raggiunti da Rune Harregodts (Sport Vlaanderen Baloise), con i tre fuggitivi che hanno già un vantaggio che supera i 2’30” dopo venti chilometri. La situazione sembra tranquillizzarsi, ma la Groupama – FDJ decide di sfruttare il vento per fare subito un po’ di selezione: il gruppo si frazione, con, tra gli altri, Jordi Meeus (Bora – Hansgrohe) che rimane nella seconda parte. Dopo pochi chilometri, però, la situazione torna tranquilla, con i due gruppi inseguitori che si ricompattano e i fuggitivi possono tornare a guadagnare.

Dopo un’ora di corsa il vantaggio dei fuggitivi supera così i cinque minuti, con Team DSM, Team TotalEnergies e St Michel-Auber 93 che si portano nelle posizioni di testa di un gruppo, segnalato a 7’30” a 160 chilometri alla conclusione il vantaggio. A quel punto si porta in testa a dare il suo contributo anche la Alpecin-Fenix e il ritardo torna a cinque minuti dopo la seconda ora di corsa. Dopo poco, però, la velocità comincia ad alzarsi in testa al gruppo e il distacco dai fuggitivi comincia a scendere rapidamente mentre alcuni corridori vengono distanziati dai ventagli che si creano nel vento.

Entrndo negli ultimi cento chilometri di gara, la prima parte del gruppo è distanziata di appena 1’45” dalla testa della corsa, con il frazionamento in gruppo che inizia ad essere più evidente, con dei veri e propri attacchi nella pianura francese battuta dal vento. La prima parte del gruppo comprende così il campione uscente Casper Pdersen (Team DSM) assieme ai suoi compagni di squadra Cees Bol e Soren Kragh Andresen, Greg Van Avermaet, Stan Dewulf, Lawrence Naesen (AG2R Citröen Team), Jasper Stuyven (Trek – Segafredo), Arnaud Demare, Stefan Kung, Olivier Le Gac (Groupama – FDJ), Florian Vermeersch, Frederik Frison (Lotto – Soudal), Christophe Laporte (Cofidis), Michel Hessmann, Jos Van Emden (Team Jumbo – Visma), Jasper Philipsen, Dires de Bond, Edward Planckaert (Alpecin – Fenix), Maciej Bodnar, Patrick Gamper (Bora – Hansgrohe), Adrien Petit (Team TotalEnergies), Sep Vanmarcke (Israel StartUp Nation), Franck Bonnamour (B&B Hotels p/b KTM), Danny van Poppel, Loic Vliegen (Intermarché WantyGobert), Connor Swift, Amaury Capiot, Kevin Ledanois, Alan Riou, Clement Russo (Team Arkea Samsic), Evaldas Siskevicius, Julien Tarariuex (Delko), Cedric Beullnes e Jens Reynders (Sport Vlaanderen – Baloise).

Al chilometro 124 questo gruppo raggiunge i tre attaccanti della prima ora, con un vantaggio di 40” sul resto del gruppo, ma in poco tempo il vantaggio sale fino a circa un minuto, prima di tornare a 40 secondi al termine della terza ora di corsa. In testa Christophe Laporte cerca di dare nuova forza al tentativo, con uno scatto che provoca un cambio di ritmo. Le prime vittime sono Siskevicius, Planckaert, Le Gac e Duval quando si entra nel primo “Chemin de vigne”, posto a circa 50 chilometri dalla conclusione. Una foratura rallenta Laporte e Van Avermaet mentre Kevin Ledanois prova una nuova accelerazione, così come Connor Swift, raggiunto da Frederik Frison. Dopo una nuova serie di scatti su di loro rientrano Stan Dewulf, Franck Bonnamour e Cees Bol, mentre Swift è costretto a fermarsi per una foratura, che non mancano visto il terreno accidentato.

Costretto a cedere il passo, Bol viene raggiunto da Maciej Bodnar, Michel Hessman e Clément Russo all’inseguimento, mentre da dietro ci provano anche Arnaud Démare e Patrick Gamper, ma senza fortuna, mentre dietro il gruppo alle loro spalle viene tirato dalla Trek – Segafredo. L’azione della formazione statunitense è decisa, andando a chiudere su tutti gli inseguitori che erano riusciti a guadagnare terreno al momento del frazionamento. A 30 chilometri dalla conclusione restano così i soli Bonnamour, Dewulf e Frison al comando, conservando un vantaggio di 50 secondi sul gruppo, nel quale anche la Groupama – FDJ si mette a controllare, dimezzando provvisoriamente il distacco prima che una nuova serie di scatti infruttuosi consenta ai battistrada di tornare a guadagnare dopo i 1600 metri del settore di Peu Morier.

Sulla Côte de la Vallé Chartier arriva un nuovo scatto di Valentin Madouas (Groupama-FDJ), al quale rispondono prontamente Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) e Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix), che rientrano a 18 secondi dal terzetto di testa entrando negli ultimi venti chilometri di corsa. Sempre più ridotto e scosso da nuove accelerazioni, il gruppo si ricompatta in qualche modo sugli inseguitori prima che un nuovo scatto di Madouas porti via un sestetto sulla Côte de Vouvray. Con il francese si portano Démare, Roger Adrià (Equipo Kern Pharma), Bob Jungels (Ag2r Citroën), Matis Louvel (Arkéa-Samsic) e Stuyven. Questo sestetto si avvicina nuovamente a venti secondi da Bonnamour e Dewulf, mentre Frison deve rialzarsi per una foratura.

Sulla Côte de Rochecorbon, ultima difficoltà di giornata, è Arnaud Démare a piazzare una stoccata decisa, alla quale solo Jasper Stuyven riesce a tenere botta. I due si avvicinano progressivamente ai due uomini di testa, che nel frattempo cercano di trovare il giusto equilibrio fra gestione dello sforzo e collaborazione. Un bilanciamento che non riesce alla coppia di testa, che si vede ripresa a 500 metri dagli inseguitori, grazie ad una ultima accelerazione di Démare. È sempre il francese a lanciare lo sprint, partendo lungo a 250 metri dal traguardo vicino alle transenne. Bonnamour prova ad affrontarlo, ma il connazionale resiste fino al traguardo, mentre Stuyven rimane chiuso, dovendo fare un giro lungo attorno a Dewulf, ormai stremato, non riuscendo così a fare meglio che chiudere il podio.

Risultato Parigi – Tours 2021

Un commento

  1. Agli ORGANIZZATORI

    p.c UCI e F.C.I

    LETTERA APERTA

    La stagione 2021 del Grande Ciclismo stradale si è appena conclusa e come mi succede dal 1984 invio alcune riflessioni agli Organizzatori,registi e produttori delle gare su strada.
    Carissimi dirigenti di ASO(Amaury Sport Organisation),Unipublic ,RCS ed Altri
    Visto il riscontro “silenzioso” dei lavori precedenti,mi limito soltanto a sottilineare le pietre miliari indicative nella strada del rinnovamento.

    PREMESSA
    -L’Audience televisivo non rispecchia il giusto merito che va’ al ciclismo perche’ i momenti attrattivi sono rari e per giunta prevedibili.E’ necessario rimuovere il tatticismo esasperato,un farmaco saporifero che annoia il telespettatore.

    LE PROPOSTE

    1 Basta con cosi’ tanti km nelle classiche.Servono solo ad annoiare il telespettatore che invece vuole una corsa frizzante sin dalla partenza.E’ vero che la corsa la fanno i corridori ma,quasi sempre,quattro ore di gara sono piu’ piacevoli di sei.

    2 Gli strappi (talvolta piu’ interessanti delle salite lunghe),le discese ed i traguardi volanti hanno la funzione stimolante nella corsa.In particolare,i traguardi volanti,insieme ai Gpm,dovrebbero aumentare di numero con premi piu’ significativi.Piu’ soldi nelle gare in linea ed abbuoni”suonanti” in quelle a tappe.In questo modo anche i campioni saranno costretti ad uscire allo scoperto.

    3 La peculiarita’ dei Circuiti.Piu’ pubblico,piu’ cura sul fronte della sicurezza,meno costi organizzativi,piu’ visibilita’ per gli sponsor.In particolare si dovrebbero fare piu’ circuiti cittadini.L’esperienza della 102 Coppa Bernocchi che si concludeva nel circuito di 6 km ed in cui Remco Evenepoel ha mandato fuori tempo massimo il gruppo,deve far riflettere”trattasi di una gara ed il gruppo non deve sonnecchiare troppo”.Lo stesso discorso vale per gli organizzatori della prova mondiale in cui si propongono circuiti di 15-20 km con il pubblico che preverisce dormire o andare al ristorante.In tanti mondiali seguiti non ho mai visto un corridore staccato di 5 minuti continuare la gara oltre i box.

    3 Il successo di un evento non si puo’ limitare alla sua storia,ci vogliono anche nuove idee!Mi è piaciuto molto il rinnovamento della Parigi-Tours,una gara che con i suoi 1267 mt. di dislivello è stata sempre riservata alle ruote veloci.Invece,inserendo 9 brevi settori di sterrato(Chemin de vigne) e 7 strappetti negli ultimi 40 chilometri,ha costretto anche i velocisti ad avventurarsi nelle fughe.
    Personalmente,modificherei il percorso della Milano-Sanremo.Sposterei la partenza a Voghera o Pavia(La Parigi-Roubaix parte da Compiegne distante 88 km dalla Capitale ,la Parigi –Tours parte da Chartres ben 91 km) cosi da permettere agli organizzatori di farla concludere con tre giri di un circuito comprendente il Poggio prima di arrivare a via Roma.Inoltre,collocherei almeno 5 traguardi volanti a punteggio con la classifica finale ben pagata.

    4 Sarebbe opportuno,infine, che ogni anno l’UCI,la FCI di cui,se pur marginalmente, faccio parte,organizzassero un convegno con il titolo”Le nuove frontiere del ciclismo agonistico su strada” in cui tutte le componenti si confrontassero per il rinnovamento di questo straordinario sport che è il ciclismo.Naturalmente mi prenoto sin d’ora.

    Gianfranco Di Pretoro

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