Saluti a… Philippe Gilbert
Philippe Gilbert chiude la carriera dopo aver vinto quasi tutto quello che poteva vincere. Il belga è stato per un decennio grande protagonista delle classiche, tutte le classiche, da quelle del pavé a quelle vallonate, riuscendo a mettersi in bacheca tutte le Monumento tranne la Milano-Sanremo. Inoltre, il classe ’82 è riuscito anche a indossare la maglia di campione del mondo, primo belga dopo Tom Boonen e ultimo prima di Remco Evenepoel a riuscire nell’impresa. In una terra così legata al ciclismo come il Belgio, Gilbert è sempre riuscito a mantenere le altissime aspettative, lasciando così il ciclismo con lo status di leggenda del suo sport in patria, ma anche nel resto del mondo.
Il nome di Philippe Gilbert comincia a circolare nelle corse juniores a cavallo del nuovo millennio, con i buoni risultati che arrivano anche a livello U23 che invogliano la Française des Jeux a offrirgli un contratto da stagista per la seconda parte del 2002. Il belga si comporta bene e si guadagna la conferma all’interno della formazione francese per le successive stagioni, alternando nel 2003 calendario giovanile e professionistico (con il debutto alla Liegi-Bastogne-Liegi). Nel 2004 arriva subito la prima vittoria della carriera nella terza tappa del Tour Down Under e nel resto della stagione arrivano il debutto in un GT con la partecipazione al Giro d’Italia, a cui va aggiunta anche l’esperienza dei Giochi Olimpici di Atene.
Nel 2005 debutta anche al Tour de France e in tutta la stagione è spesso protagonista sul suolo transalpino vincendo alcune corse del calendario della Coppa di Francia, di cui conquista la classifica a fine anno. Nel 2006 arriva anche il primo successo sulle strade di case con la vittoria della Omloop Het Volk, seguita da una partecipazione al Giro in cui è costretto al ritiro dopo dieci tappe in cui è stato spesso protagonista. Si riprende per puntare al Tour e vince subito una tappa del Giro del Delfinato, seguita dall’argento nei campionati nazionali, ma poi alla Grande Boucle non è mai nel vivo dell’azione, pur riuscendo ad arrivare sino a Parigi. Dopo aver chiuso la stagione con altri tre successi, arriva fiducioso al 2007, che però segna una piccola battuta d’arresto nella sua carriera, visto che l’anno si chiude con un solo successo, ma con il debutto alla Vuelta e la top 10 nella prova in linea del mondiale.
Nel 2008 sembra tornato subito un rullo compresso, visto che a marzo è già a quota quattro successi stagionali e sale sul podio della Milano-Sanremo, ma anche nel resto della stagione si mette spesso in mostra sfiorando la prima maglia gialla del Tour chiudendo la prima tappa al secondo posto e chiudendo al secondo posto anche una tappa della Vuelta. La stagione poi si chiude con la vittoria della Parigi-Tours e l’annuncio del passaggio nel WorldTour con la Silence-Lotto. Con la maglia della compagine belga arrivano i primi successi pesanti della carriera, visto che nel 2009 conquista una tappa del Giro d’Italia e a fine anno si mette in bacheca il Lombardia, riuscendo a conquistare nello stesso anno la prima vittoria in un GT e la prima Monumento, a cui si aggiungono il podio del Fiandre e il quarto posto della Liegi, oltre ad altri cinque successi stagionali, tra cui la riconferma alla Parigi-Tours.
Nel 2010 è quindi ormai già un corridore di fama internazionale e in primavera è ancora grande protagonista con la top 10 alla Sanremo e il podio al Fiandre, prima di una grande campagna delle Ardenne, dove vince l’Amstel Gold Race e sale sul podio della Liegi-Bastogne-Liegi. Salta Giro e Tour per partecipare alla Vuelta e la scelta si rivela vincente, visto che arrivano i successi parziali sui traguardi di Malaga e Toledo, che lo lanciano verso un finale di stagione in cui è ancora superlativo, vincendo il Lombardia per il secondo anno di fila. Il 2011 è l’anno in cui arrivano più successi, addirittura diciassette, tra cui spiccano tutte e tre le corse del Trittico delle Ardenne, la Clasica di San Sebastian, il GP de Montréal, il titolo nazionale a cronometro e la vittoria della prima tappa del Tour, che gli permette di indossare quella maglia gialla che aveva solo sfiorato qualche anno prima. Ai tanti successi, poi, si aggiungono anche i piazzamenti tra Sanremo, Fiandre, altre tappe del Tour e Lombardia, che dimostrano che anche quando non vince è sempre tra i protagonisti principali.
Nel 2012 decide di cambiare squadra e firma con la BMC, ma l’inizio di stagione non è quello sperato, visto che nella campagna del Nord non arriva nemmeno un successo, con il podio alla Freccia Vallone come miglior risultato. Anche la partecipazione al Tour non è successo, ma la svolta arriva con la Vuelta, dove conquista altri due successi di tappa e dimostra di avere la gamba pronta per il mondiale. Nella prova iridata di Valkenburg, infatti, ottiene uno dei successi più belli e importanti della sua carriera, laureandosi campione del mondo davanti a Edvald Boasson Hagen e Alejandro Valverde. Nel 2013 rimane anche lui vittima della cosiddetta maledizione della maglia iridata, che in realtà è semplicemente frutto del caso, combinata forse a una maggiore pressione e all’aumento degli impegni extra-ciclistici. In ogni caso, il classe ’82 ottiene vari piazzamenti in stagione, ma l’unica volta in cui riesce ad esultare indossando la maglia di campione del mondo è la dodicesima tappa della Vuelta, battendo ancora una volta Boasson Hagen.
Liberatosi del fardello della maglia di campione del mondo, Gilbert apre il 2014 vincendo Freccia del Brabante e Amstel Gold Race, ma nel resto della stagione continua a non riuscire a raggiungere i livelli del 2011, ottenendo qualche successo solo in corse minori, che a fine stagione lo porteranno a quota 7, rendendola la miglior stagione in maglia BMC in termini strettamente numerici. Non sorprenderebbe, però, se Gilbert scegliesse il 2015 (o il 2012 per il titolo mondiale, conquistato però con la maglia della nazionale) come miglior stagione con la compagine americana, visto che in quell’anno vince due tappe del Giro d’Italia, piazzandosi anche al secondo posto nella classifica a punti. Nel 2016 ottiene finalmente il titolo nazionale in linea che inseguiva da qualche anno e chiude con quattro successi stagionali, ma è ormai chiaro che la collaborazione con la BMC non ha dato i risultati sperati e così il belga decide di tornare in una squadra di casa, firmando però stavolta con la QuickStep Floors di Patrick Lefevere.
L’inizio con la nuova maglia è da sogno, visto che, tra le altre cose, arrivano il primo successo in carriera al Fiandre e il quarto alla Amstel Gold Race, che lo lanciano definitivamente nell’olimpo dei grandi corridori da classiche. Il finale di stagione è avaro di soddisfazioni, così come tutto l’anno successivo, in cui arriva una sola vittoria, al GP d’Isbergues, e un podio al Fiandre. L’immagine simbolo della sua tenacia è però quella della sedicesima frazione del Tour de France, quando nonostante la frattura della rotula dopo la caduta in discesa dal Col de Portet-D’Aspet riesce a portare a termine la tappa, pur arrivando oltre 30 minuti dopo il compagno Julian Alaphilippe, vincitore di giornata, sul traguardo di Bagnères-de-Luchon. Il 2019 è l’ultimo grande anno della sua carriera, visto che arriva anche l’agognato successo alla Parigi-Roubaix, battendo in una volata a due il tedesco Nils Politt, sfruttando anche la presenza del compagno Yves Lampaert nel gruppo inseguitore per non dare cambi nel finale e arrivare fresco allo sprint. Un risultato che gli permette anche di entrare nella cerchia ristretta dei corridori capaci di chiudere almeno una volta in top 10 tutte le Monumento e i Mondiali (un recordo che nell’ultimo anno della carriera condividerà solo con Mathieu van der Poel tra i corridori in attività), ma i record non finiscono qui, visto che nello stesso anno, dopo l’esclusione dalla selezione del suo team per il Tour, è autore di due successi di tappa alla Vuelta, tra cui quella di Guadalajara ottenuta alla media di 50,63 km/h, record per una corsa superiore ai 200 km, che gli permette di ottenere così il Ruben Jaune.
Nel 2020 torna alla Lotto Soudal, ma la stagione viene interrotta ben presto dalla pandemia e così deve ricalibrare i suoi obiettivi per la ripartenza estiva, cominciando con una buona top 10 alla Milano-Sanremo. Nella prima tappa del Tour, però, rimane coinvolto in una caduta collettiva e capisce subito di essere stato vittima dello stesso infortunio alla rotula del 2018, anche se decide ancora una volta di portare a termine la tappa, alzando bandiera bianca il giorno successivo. Il recupero è abbastanza veloce, ma non riesce comunque a entrare in condizione per il finale di stagione e così spera di poter trovare il primo successo con la compagine di John Lelangue l’anno successivo. Anche il 2021, però, non è un grande anno, con la nuova generazione che ormai ha preso il sopravvento e Gilbert, che nel frattempo ha avuto anche il covid, alla soglia dei quarant’anni fa fatica anche a piazzarsi nelle corse che una volta considerava il giardino di casa, con il quinto posto alla Omloop Het Nieuwsblad come migliori risultato in una campagna del Nord che lo vede finire sempre lontanissimo dai primi. Nel 2022 può invece prendersi la soddisfazione di alzare le braccia al cielo vincendo una tappa e la generale della 4 Giorni di Dunkerque, riuscendo finalmente a mettersi alle spalle i problemi dovuti al covid e alla frattura al ginocchio, potendosi concentrare solo sul finale di carriera. I risultati su strada faticano ad arrivare, ma il nativo di Verviers è ormai una grande personalità del ciclismo, anche per il suo grande impegno come rappresentante del CPA, e dopo le dimissioni di John Lelangue gli arriva anche la proposta di continuare come team manager del suo team, che lui declina con la solita classe che lo ha sempre contraddistinto anche in corsa, spiegando di non essersi ancora pronto. Quindi non sappiamo ancora cosa gli riserverà il futuro, ma sappiamo che fin qui ha scritto pagine indelebili della storia del ciclismo.
Le Gioie
In una carriera di 80 successi ce ne sono ovviamente alcuni che spiccano sugli altri. La prima che viene in mente è ovviamente quella del mondiale neerlandese di Valkenburg, con una sparata nel finale che gli permette di anticipare il gruppo e di prendersi la maglia iridata. Anche la vittoria di quattro Monumento su cinque è un’impresa riuscita a pochi corridori, con i successi a Lombardia (due volte), Giro delle Fiandre, Parigi-Roubaix e Liegi-Bastogne-Liegi. Il trionfo nel velodromo francese, anche perché arrivato per ultimo, è forse quello più significativo, con uno splendido sprint a due con Nils Politt, insieme al quale era andato via dal primo gruppo una quindicina di chilometri prima, sfruttando anche la presenza del compagno Yves Lampaert.
Ha saputo sfruttare spesso a suo favore la superiorità numerica, sopratutto negli anni in maglia QuickStep, ma anche in inferiorità numerica Gilbert ha ottenuto successi importanti, come quello della Liegi-Bastogne-Liegi 2011 (in cui ha vinto tutte e tre le gare del Trittico delle Ardenne), quando è uscito dalla morsa dei fratelli Schleck, insieme ai quali era arrivato sul rettilineo finale, battendoli con un possente sprint. Gilbert, però, non è solo classiche, visto che a fine carriera vanta ben 11 successi di tappa nei GT, tra cui quello del Tour de France 2011, quando con una sparata nel finale della prima frazione si è andato a prendere la prima maglia gialla e quello di Guadalajara della Vuelta 2019, in una tappa con una media record segnata dal vento, riuscendo a domare la furia di Sam Bennett nel finale per arrivare ancora una volta a braccia alzate sul traguardo.
I Dolori
Il dolore più grande non è quello relativo a un singolo momento, bensì quello legato a un’enorme impresa sportiva tanto voluta ma sempre sfumata. Gilbert aveva dichiaratamente intenzionata di completare la prestigiossima collana delle 5 Monumento. Per farlo, vincendole tutte almeno una volta, gli mancava solo la Milano-Sanremo, che però gli è sempre sfuggita. Il belga ha corso la Classicissima per 18 (diciotto!) volte, ma si è dovuto “accontentare” per due volte del terzo posto, nel 2008 e nel 2011.
Dal punto di vista dei dolori, brutti momenti sono legati anche al Tour de France, nonostante anche la Grande Boucle gli abbia regalato delle soddisfazioni. La terribile caduta nell’edizione 2018 aveva creato molta apprensione negli appassionati e, anche se poi ha chiuso la tappa conquistandosi un meritatissimo premio di combattivo di giornata, ed è riuscito a vincere nella primissima gara dopo l’infortunio è chiaro che il finale di stagione è stato sicuramente condizionato.
Motivo per il quale si aspettava un’occasione di riscatto l’anno successivo, dopo aver anche vinto la Roubaix, ma la sua formazione l’ha escluso dalla selezione, dandogli un altro grande dispiacere, lenito poi successivamente con le due vittorie di tappa alla Vuelta. La decima partecipazione arriva comunque nel 2020, ma è ancora una volta vittima di una caduta che lo mette ben presto fuori gioco, visto che si ripresenta ancora una volta l’infortunio alla rotula di due anni prima, che stavolta però condizionerà l’intero finale di carriera.
Palmarès
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- 2004 (fdjeux.com, due vittorie)
- 3ª tappa Tour Down Under (Goolwa > Victor Harbor)
- Classifica generale Paris-Corrèze
- 2005 (Française des Jeux, cinque vittorie)
- 2ª tappa Tour Méditerranéen (Villeneuve-Loubet > Bormes-les-Mimosas)
- Tour du Haut-Var
- Trophée des Grimpeurs
- 2ª tappa Quatre Jours de Dunkerque (Marcq-en-Barœul > Lens)
- La Poly Normande
- 2006 (Française des Jeux, cinque vittorie)
- Omloop Het Volk
- 2ª tappa Critérium du Dauphiné Libéré (Bourgoin-Jallieu > Saint-Galmier)
- 7ª tappa Eneco Tour (Ans > Ans)
- Grand Prix de Fourmies
- Grand Prix de Wallonie
- 2007 (Française des Jeux, una vittoria)
- 1ª tappa Tour du Limousin (Limoges > La Souterraine)
- 2008 (Française des Jeux, cinque vittorie)
- Trofeo Mallorca
- Trofeo Sóller
- Omloop Het Volk
- Le Samyn
- Parigi-Tours
- 2009 (Silence-Lotto, sette vittorie)
- 20ª tappa Giro d’Italia (Napoli > Anagni)
- 4ª tappa Ster Elektrotoer (Verviers > La Gileppe)
- Classifica generale Ster Elektrotoer
- Coppa Sabatini
- Parigi-Tours
- Gran Piemonte
- Giro di Lombardia
- 2010 (Omega Pharma-Lotto, sei vittorie)
- Amstel Gold Race
- 1ª tappa Giro del Belgio (Eeklo > Eeklo)
- 3ª tappa Vuelta a España (Marbella > Malaga)
- 19ª tappa Vuelta a España (Piedrahíta > Toledo)
- Gran Piemonte
- Giro di Lombardia
- 2011 (Omega Pharma-Lotto, diciotto vittorie)
- 1ª tappa Volta ao Algarve (Estádio Algarve > Albufeira)
- Monte Paschi Strade Bianche
- 5ª tappa Tirreno-Adriatico (Chieti > Castelraimondo)
- Freccia del Brabante
- Amstel Gold Race
- Freccia Vallone
- Liegi-Bastogne-Liegi
- 3ª tappa Giro del Belgio (Bertem > Eupen)
- Classifica generale Giro del Belgio
- 4ª tappa Ster ZLM Toer (Verviers > La Gileppe)
- Classifica generale Ster ZLM Toer
- Campionati belgi, Prova in linea
- 1ª tappa Tour de France (Passage du Gois > Mont des Alouettes)
- Classica di San Sebastián
- 3ª tappa Eneco Tour (Heers > Andenne)
- Campionati belgi, Prova a cronometro
- Grand Prix Cycliste de Québec
- Grand Prix de Wallonie
- 2012 (BMC Racing Team, tre vittorie)
- 9ª tappa Vuelta a España (Andorra > Barcellona)
- 19ª tappa Vuelta a España (Peñafiel > La Lastrilla)
- Campionati del mondo, Prova in linea
- 2013 (BMC Racing Team, una vittoria)
- 12ª tappa Vuelta a España (Maella > Tarragona)
- 2014 (BMC Racing Team, sette vittorie)
- Freccia del Brabante
- Amstel Gold Race
- Prologo Ster ZLM Toer (Bladel > Bladel, cronometro)
- 4ª tappa Ster ZLM Toer (Verviers > La Gileppe)
- Classifica generale Ster ZLM Toer
- 2ª tappa Tour of Beijing (Chong Li > Yan Jia Ping)
- Classifica generale Tour of Beijing
- 2015 (BMC Racing Team, quattro vittorie)
- 12ª tappa Giro d’Italia (Imola > Vicenza/Monte Berico)
- 18ª tappa Giro d’Italia (Melide > Verbania)
- Grand Prix Pino Cerami
- 3ª tappa Tour de Wallonie (Bastogne > Namur)
- 2016 (BMC Racing Team, quattro vittorie)
- Vuelta a Murcia
- 2ª tappa Tour de Luxembourg (Rosport > Schifflange)
- 4ª tappa Tour de Luxembourg (Mersch > Lussemburgo)
- Campionati belgi, Prova in linea
- 2017 (Quick-Step Floors, cinque vittorie)
- 1ª tappa Driedaagse De Panne – Koksijde (De Panne > Zottegem)
- Classifica generale Driedaagse De Panne – Koksijde
- Giro delle Fiandre
- Amstel Gold Race
- 2ª tappa Tour de Suisse (Cham > Cham)
- 2018 (Quick-Step Floors, una vittoria)
- Grand Prix d’Isbergues
- 2019 (Deceuninck-Quick-Step, quattro vittorie)
- 3ª tappa Tour de la Provence (Aubagne > Circuito Paul Ricard)
- Parigi-Roubaix
- 12ª tappa Vuelta a España (Circuito di Navarra > Bilbao)
- 17ª tappa Vuelta a España (Aranda de Duero > Guadalajara)
- 2022 (Lotto Soudal, due vittorie)
- 3ª tappa Quattro Giorni di Dunkerque (Péronne > Mont-Saint-Éloi)
- Classifica generale Quattro Giorni di Dunkerque
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