Europei e Mondiali, la lamentela di Tim Merlier: “Due gare, una dopo l’altra, per lo stesso tipo di corridori – Fatico a ricordare quando c’è stato un Mondiale per velocisti”

Fra il 28 settembre e il 5 ottobre 2025 sono andati in scena i due appuntamenti più importanti del calendario stagionale per Nazioni. A distanza di una settimana si sono infatti assegnate prima la maglia iridata e poi quella stellata, ovvero i simboli che distingueranno il campione del mondo e quello europeo nei prossimi 12 mesi. Le differenze fra Kigali 2025 e Drôme-Ardèche 2025 sono state però difficili da trovare, almeno in termini di svolgimento delle gare e per quel che riguarda i risultati. Ha vinto in entrambi i casi Tadej Pogačar, Remco Evenepoel ha fatto doppietta di argenti e dietro di loro corridori forti in salita hanno combattuto per gli altri piazzamenti di rilievo.

Detto che nei prossimi mesi le maglie di campione europeo non si vedranno mai, dato che saranno “coperte” da quelle iridate (perché anche le due cronometro hanno avuto lo stesso padrone, Remco Evenepoel), una buona fetta di gruppo non ha potuto neanche pensare di mettere Mondiali ed Europei nel loro programma stagionale, dati i percorsi disegnati dai vari organizzatori. È il caso dei velocisti, di cui Tim Merlier, ormai ex campione continentale, si fa portavoce.

“Aver indossato la maglia stellata mi ha reso orgoglioso – le parole del velocista belga raccolte da Sporza – Non dimenticherò mai l’adrenalina, le emozioni e la gioia che ho provato al Campionato Europeo del 2024. All’inizio, consideravo più bella la maglia di campione nazionale belga, per via dei colori, ma poi ho notato che quella di campione europeo aveva anche più presa sul pubblico”.

Merlier non ha potuto difendere la maglia in questione, né tantomeno pensare a quella iridata: “È un peccato che ci siano stati due campionati, in rapida successione, per lo stesso tipo di corridori – il commento del belga, vincitore di 65 corse in carriera, di cui 15 nel solo 2025 – E non lo dico pensando solo ai velocisti come me, ma anche ai corridori da Classiche. Nemmeno Mathieu van der Poel o Wout Van Aert hanno pensato al Mondiale o all’Europeo quest’anno. Penso che questa sia una cosa che la dice lunga”.

Nel 2026, peraltro, le cose andranno in maniera abbastanza simile. Il percorso del Mondiale di Montréal 2026 è già noto e si presenta ben duro, mentre quello dell’Europeo di Ljubljana 2026 non è ancora stato definito, ma, in fin dei conti, si corre in casa di Pogačar… “Tutto sommato, da velocista, ho già avuto la possibilità di giocarmi un Europeo per tre volte nel corso della mia carriera – ancora Merlier – Ma per il Mondiale il discorso è molto diverso. A malapena posso ricordare una gara iridata per velocisti e non credo che ne potrò vivere una da qui in avanti. Però penso che ogni generazione di velocisti meriti di poter ambire a un Mondiale”.

L’ultima gara iridata che si è conclusa con una volata di un gruppo superiore alle 10 unità è stata quella di Bergen 2017, quella del terzo successo consecutivo di Peter Sagan: “Penso che ormai gli organizzatori delle gare trovino le gare veloci meno attraenti – le parole di Merlier – Ma non credo ci sia niente di sbagliato in una corsa che finisce con una volata pulita ed emozionante“.

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