Giro d’Italia Under 23 2022, Davide Cassani contro le critiche al percorso: “Il primo italiano è arrivato a 8’…”

Davide Cassani non ci sta e difende l’organizzazione del Giro d’Italia Under 23. L’ex corridore ed ex ct della nazionale italiana ha voluto dire la sua sulle polemiche successive alla tappa della corsa under organizzata in Italia, vinta da Leo Hayter con un’azione solitaria iniziata nella discesa successiva al Mortirolo. In quell’occasione, il giovane talento del vivaio della DSM è arrivato da solo con un vantaggio di circa 4′ sui suoi primi inseguitori, rimanendo stremato sull’arrivo di Santa Caterina prima di scendere a fatica dalla bicicletta per partecipare alla premiazione. In molti hanno quindi puntato il dito contro l’organizzazione, rea di aver scelto un percorso di 177 km con più di 4000 metri di dislivello complessivo.

Davide Cassani però non ci sta e, attraverso il proprio profilo Facebook, effettua alcune considerazioni: “Ho avuto modo di leggere varie considerazioni in merito al giro giovani Under 23. Mi riferisco alla tappa di Santa Caterina che, per alcuni direttori sportivi italiani, era esageratamente dura. Premesso che non mi sono occupato dei percorsi delle singole tappe e quindi non sono direttamente interessato ma vorrei comunque esprimere il mio giudizio. Allora, il primo italiano è arrivato quattordicesima a quasi 8’. Non ho sentito nessuno dire: ‘Dove stiamo sbagliando? Perché gli stranieri, su percorsi duri, vanno molto più forte di noi?’ In tanti a scagliarsi contro il percorso. È come quel genitore che si arrabbia con il professore se il figlio torna a casa con un quattro in pagella“.

Il post diventa via via più deciso nella difesa degli organizzatori: “Ma come, non tocchiamo palla su salite vere e l’unica cosa che siamo capaci di dire è: troppo dura la tappa? Non abbiamo e non avremo nei prossimi anni un corridore in grado di vincere una grande corsa a tappe. Perché la mentalità è sbagliata. Invece di capire il motivo della nostra debacle diamo la colpa ad un organizzatore che propone salite vere”.

Infine un’amara considerazione sulla qualità dei corridori stranieri nelle corse per giovani: “Squadre come Groupama, lotto, Ag2r e tante altre straniere le vedi correre in Italia, Spagna Francia, Belgio. Ogni mese partecipano ad una corsa a tappe e noi? A parte 3 squadre, restiamo a casa nostra. Con questa mentalità temo che non andremo molto lontano e comunque la colpa sarà sempre di quell’organizzatore che, facendo miracoli, cerca di offrire un palcoscenico credibile ai nostri ragazzi. Gli stranieri apprezzano, gli italiani si staccano e si arrabbiano”.

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