Wiggins: “Questi 14 mesi sono stati un vero e proprio inferno per me e per la mia famiglia”

Bradley Wiggins torna finalmente a parlare. Il britannico negli ultimi quattordici mesi non ha parlato in attesa della chiusura dell’indagine da parte dell’agenzia antidoping britannica (UKAD) riguardo le vicende che lo vedevano protagonista nel Giro del Delfinato 2011. Vicenda che si è conclusa con un nulla di fatto con l’ex Sky che ha voluto quindi dire la sua attraverso una lettera: “Dopo la decisione di questa mattina della UKAD posso finalmente rompere il mio silenzio, dire la mia su quello che è successo in questi quattordici mesi e porre alcune domande. Sono felice che sia stato finalmente confermato anche pubblicamente che non sono coinvolto in vicende di doping“.

“Esser accusato di qualsiasi coinvolgimento con il doping è la cosa peggiore che possa capitare a qualsiasi ciclista professionista – aggiunge Wiggins – Soprattutto quando non ci sono accuse solide e tu sai che le cose di cui vieni accusato non sono vere. Questo periodo è stato un vero e proprio inferno per me e per la mia famiglia con tante accuse e speculazioni. Sembrava una caccia alle streghe cattive“.

Il vincitore del Tour de France 2012, che  valuterà se intraprendere delle azioni legati, ora però vuole chiarezza e pone alcune domande alla UKAD, chiedendosi da dove siano giunte le informazioni da cui è partita l’indagine. In particolar modo vuole capire chi sia la fonte e quello che ha raccontato, chiedendosi poi i motivi per cui la UKAD ha deciso di prenderlo come attendibile.

 

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