Pista, Marco Villa confermato CT: “Fiero di andare avanti. Ganna vuole riprovare l’accoppiata strada-pista a Parigi”

Marco Villa avrà il non facile compito di guidare la nazionale italiana di ciclismo su pista almeno fino a Parigi 2024. La FCI ha deciso di confermare come commissario tecnico per la selezione su pista l’uomo che ne ha tenuto le redini in questo quadriennio di successo, e anzi di affidargli anche il compito di allenare la squadra femminile. Dopo un mondiale di Roubaix 2021 ricco di soddisfazioni, l’Italia pensa già ai prossimi appuntamenti e a cullarsi i suoi maggiori talenti, da Filippo Ganna a Elia Viviani, senza dimenticare i successi di Martina Fidanza e Letizia Paternoster al femminile. La redazione di SpazioCiclismo lo ha intervistato in esclusiva a margine dell’evento che ne ha visto la riconferma alla guida della nazionale su pista.

Per la pista è stata una grande stagione. Come la commenti?

Più che una stagione, un quadriennio. Raggiungere un risultato alle Olimpiadi è il frutto di quattro anni. Guardando dentro il cassetto, anche di più. C’è soddisfazione, è anche un segnale di riconferma: dopo la medaglia di Viviani a Rio siamo cresciuti ancora e abbiamo portato il quartetto ai livelli che avete visto. Il gruppo è cresciuto, la cosa positiva è che sembra che dopo la medaglia di Tokyo nessuno si vuole fermare e stanno già guardando a Parigi. Ne sono contentissimo e sono fiero di andare avanti. Da oggi ho anche l’incarico femminile, mi arriva un settore in salute per il grande lavoro che ha sempre fatto Salvoldi. Vediamo di lavorare come facevo con gli uomini. Voglio mantenere una buona relazione con le squadre, visto che stanno diventando professionistiche. Richiede rispetto e un’attenzione per l’attività delle squadre. Voglio restituire la fiducia e ridare alle squadre gli atleti in forma e competitivi su strada.

Un altro aspetto positivo è che ci sia più attenzione sulla pista.

Ritorniamo al discorso della fiducia. In questi anni abbiamo fatto vedere che la pista ha fatto crescere gli stessi atleti su strada. Vedere atleti che hanno avuto successo in strada tornare ad allenarsi in pista è un segnale. Anche il settore lo sta captando. Spero si continui così.

Ti aspetti che Ganna possa dedicare ancora tutta questa attenzione alla pista o adesso che il quadriennio olimpico è terminato si concentrerà di più sulla strada?

A Tokyo è stato uno dei primi a dire che vorrebbe riprovare le emozioni di Tokyo anche a Parigi, e non si riferiva solo alla cronometro. È stato il primo a dire che ha provato a fare l’accoppiata medaglia strada-pista a Tokyo. Non ci è riuscito per poco, ma ci vuole riprovare. Sono segnali del fatto che vuole continuare su pista. Anche la pista gli ha dato qualcosa in più per primeggiare su strada.

Chi ti aspetti possa crescere nel prossimo quadriennio, tanto da puntare a qualcosa di importante a Parigi?

Prima di partire per Tokyo ho detto che puntavo a vincere due medaglie. Due ci siamo riusciti, non è arrivata la terza nella madison. Il secondo posto nella madison a Roubaix ha fatto capire che le mie aspettative non erano così sbagliate. Probabilmente c’è stato un incidente di percorso, quel giorno Consonni non era lo stesso che abbiamo visto dopo ai mondiali. Per me è un talento, anche lui sarà da gestire tra strada e pista perché sono convinto sarà un elemento importante anche per la nazionale di Bennati. Mi aspetto tanto da questo gruppo. Quando Consonni, Viviani e Ganna contribuiscono anche ai risultati su strada per me è un orgoglio.

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