Doping, la Colombia è tra gli stati con il più alto tasso di corridori sospesi
Al momento Nairo Quintana è il colombiano al centro dell’attenzione per quanto riguarda l’assunzione di sostanze illecite nel mondo dello sport, ma a quanto pare non è solo. Se il TAS ha confermato la squalifica del portacolori della Arkéa – Samsic dall’ultimo Tour de France per l’uso di un prodotto non considerato dopante, ma la cui assunzione in corsa è vietata dall’UCI, un’indagine pubblicata da France24 ha rivelato che attualmente sono 32 i corridori colombiani che stanno scontando una sanzione per doping. Se per buona parte si tratta di casi legati alle competizioni locali, ben sette di questi sono stati sospesi anche dall’UCI. Questo numero è il più alto tra quello di tutte le nazioni del mondo: un triste primato che lo stato sudamericano condivide con Costa Rica e Italia.
Il portale transalpino ha riportato come in Colombia la lotta al doping sia guidata da un’organizzazione nazionale che, però, a partire dal 2017 ha perso il suo accredito presso la WADA, la principale agenzia antidoping mondiale. Inoltre, sempre nella stessa inchiesta, si può leggere anche la vicenda di un ciclista che ha voluto rimanere anonimo e che ha raccontato di essere stato spinto dal suo direttore sportivo a fare uso di sostanze dopanti, prima di essere abbandonato una volta risultato positivo ad un controllo.
Tutto questo getta una luce non troppo positiva su di un movimento che sta sfornando grandi campioni. Tuttavia bisogna anche stare attenti a non confondere il mondo delle competizioni locali con quello degli atleti che riescono ad emergere a livello internazionale e primeggiare nelle corse più importanti. Alla fine quello di Quintana è un caso isolato e ancora molto discusso: per trovare qualcosa di simile bisogna tornare a Jarlinson Pantano, sospeso nel 2019 per una positività all’EPO.
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