Incidente Bussi, Vittoria si sfoga: “Andare in bici in Italia è un gioco d’azzardo. Non essere rispettati è un male di vivere””
Vittoria Bussi non ci sta. La primatista dell’ora, investita ieri mentre si allenava in bicicletta, se l’è cavata con un grosso spavento e una botta. Ma il suo caso è solo uno dei tanti in Italia di ciclisti che rischiano la vita mentre pedalano per le strade a causa della disattenzione degli automobilisti. Nella stessa giornata anche Letizia Paternoster è stata vittima di un incidente, che le è costato una frattura allo scafoide della mano sinistra e almeno trenta giorni di stop. Due episodi simili con finali differenti, che in entrambi casi avrebbero potuto essere ben peggiori. Ma Vittoria Bussi non ci sta.
La ciclista si è sfogata con un lungo post sul proprio profilo ufficiale di Facebook, in cui ha delineato la situazione: “Giochiamo alla roulette russa? Letizia ieri è toccato a noi. Essendo arrivata più tardi di te sulle strade e ad un’età già matura, ho percepito subito che andare in bici in Italia è un gioco d’azzardo. Sala d’attesa dell’ospedale. Nulla di rotto per me, solo una forte botta e spavento, ma Letizia è stata meno fortunata. Permettetemi uno sfogo, scrivo d’istinto sperando che questo mio dolore di oggi possa arrivare a quante più persone possibili e soprattutto ai non ciclisti”.
La primatista del record dell’ora ha poi citato Baudelaire: “Il ciclista è in fin dei conti un poeta maledetto in questa nostra Italia, ‘esiliato e deriso’ per citare Baudelaire e il suo albatros, dotato di ali da gigante, ma reso infermo da chi non lo comprende. Il non essere accettati e rispettati è un male di vivere. Per poter inseguire il mio sogno (il nostro sogno) devo trovare il coraggio di rimettermi in strada, e di affrontare ogni giorno la paura che oggi mi attanaglia”.
Infine Bussi ha lanciato un appello di sensibilizzazione: “L’ACCPI si sta muovendo con passi da gigante, grazie di cuore. Io nel mio piccolo vi chiedo questo: aiutateci per una grande campagna di sensibilizzazione della massa, perché per quel che sto vivendo sulla mia pelle, i ciclisti in strada sono una categoria non protetta e non rispettata, inaccettabile in un paese civile quale dovremmo essere, inaccettabile quanto ogni altro tipo di intolleranza. Si tratta di rispetto, delle norme della strada, ma, soprattutto, della vita umana”.
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SICUREZZA DEL CICLISTA?
PARTIAMO DALLA “CORSIA DI RISPETTO” SU TUTTE LE STRADE
Convivenza impossibile tra ciclisti e motorizzati
La diversa natura di questi mezzi,i motorizzati ,piu’ pesanti e veloci,spiegano la mia deduzione.Se poi ci si mette la distrazione e la guida spesso alterata di chi li guida si comprendono i 254 ciclisti morti ed i 16.413 feriti(Aci Istat 2017).Piu’ incidenti in citta’,piu’ gravi nelle aree metropolitane (Foto 1).Il codice della strada, art.3 comma 53bis,inserisce i ciclisti,insieme ai pedoni e disabili in carrozzella,utenti deboli,meritevoli di una tutela particolare sulla strada.A torto o a ragione sono i piu’ fragili,piu’ dei pedoni che si avvalgono dei marciapiedi(loro devono temere quando attraversano la strada o come noi,quando non esiste il marciapiede)!
La Sicurezza Ciclistica
La migliore sicurezza del ciclista la si ottiene separandolo dalla viabilita’ ordinaria.
-In citta’ :bike lane classica quando al lato non ci sono auto in sosta(Foto 2),P C interne alle auto in sosta(Foto 3),ciclopedonali sui marciapiedi larghi(Foto 4) e corsie asfaltate nell’interno dei parchi(Foto 5).
-Nelle strade metropolitane e verso le mete turistiche vicino la citta’:ciclovia autonoma(foto 6) come la tanto desiderata Roma-Fiumicino lungo il Tevere(Foto 7) o separata con infrastrutture varie ecc.(Foto 8).
Purtroppo,spesso,non si collocano le PC quando si costruiscono le nuove strade o si effettuano i lavori straordinari,vedi Laurentina o Tiburtina, disattendendo cosi’ la legge (Le strade di nuova costruzione o oggette di lavori straordinari devono prevedere la pista ciclabile adiacente-legge 30 4 1992 n.285- art.13/4 bis del codice della strada-legge 366 del 19 8 1998 art.10 comma 1-2).
Per realizzare le piste ciclabili ci vogliono riunioni estenuanti,tanti soldi che mancano sempre per queste opere,si generano conflitti con i comitati di quartiere e tempi biblici per pedalarci sopra.Meglio non parlare della manutenzione,fin troppo disattesa.
La banchina della strada,il margine devastato in cui pedalare.
L’art.143 del Codice della strada intima ai ciclisti di tenersi a destra sulla carreggiata e l’Art.182 comma 1 lo obbliga a procedere uno dietro l’altro(due ,solo in citta’ e fuori se si accompagna un minore dei 10 anni) mentre il comma 9 obbliga il ciclista a pedalare nelle piste ciclabili quando ci sono.Tutto giusto se proprio in questi due posti non ci fosse l’inferno!
-Lungo la banchina c’è di tutto:buche,tombini affossati o malmessi,vetro,terra(Foto 9),per non parlare dell’abitudine a trascurarla quando si riasfalta la strada(Foto 10).
-Chi non vorrebbe pedalare tranquilli nelle piste ciclabili?Infatti,quando sono ben lisciate,le usiamo tutti.La verita’ è diversa,sono cosi’ malmesse da necessitare la mtb(Foto 11) poi sono spezzoni con la conclusione nel nulla o peggio in mezzo alle auto.Manca un’utile rete ciclabile.
Le buone intenzioni cadute nel nulla.
Sempre piu’ pressante è l’impegno per la sicurezza stradale del ciclista: gli Orientamenti programmatici Europei 2011/2020,le Campagne informative(prestare attenzione all’apertura improvvisa delle portiere,sorpassare il ciclista a distanza adeguata,usare sempre il casco protettivo),l’Educazione stradale ai bambini,sono tante buone intenzioni,necessarie,poi,nella realta’, ancora si pedala in balia dei motorizzati .I giovani ,in assenza degli spazi chiusi al traffico come i ciclodromi(Foto 12) preferiscono dirottarsi verso sport al chiuso o si esibiscono con le minicar.Quanto ai controlli, inutile illudersi,sono sempre scarsi e non capillari,tanto è vero,che certe infrazioni le si vengono a conoscere solo dopo l’incidente.
LA CORSIA DI RISPETTO DEL CICLISTA (Foto 13)
Questa bike lane è un serio “”punto di partenza”” verso la sicurezza del ciclista soprattutto fuori citta’ perche’ si facilita’ gli altri utenti a riconoscere lo spazio riservato al ciclista sulla strada(Foto 13).
Nell’Europa del nord,dove non è possibile costruire per la ristrettezza della carreggiata la classica ciclovia separata,non si dimentica mai di riconoscere al ciclista il suo spazio(è sempre utente della strada ) con la corsia disegnata a terra in vari modi (Foto 14-15-16-17).
In Olanda l’art.185 del Codice della strada precisa, in tema di responsabilita’, che il proprietario o detentore del veicolo è tenuto a risarcire il danno quando il ciclista si trova nell’interno della corsia.Ultimamente,sempre nei Paesi Bassi,riconosciuto il pericolo della distrazione come causa frequente di incidenti,delimita esternamente la corsia di rispetto con la “banda rumorosa” e “catarifrangente”(Foto 18-19).
Quali sono i vantaggi della corsia di rispetto del ciclista?
1 Si colloca su tutte le strade,anche quelle strette 7 metri.
2 Costa pochissimo,solo la riga e la banda rumorosa sulla carreggiata .Di tanto in tanto il logo del ciclista e la segnaletica verticale”Pericolo ciclista”.
3 Non limita il flusso della circolazione perche’, tale corsia,in assenza del ciclista,puo’ essere invasa.
4 la visibilita’ delle strisce da parte dei motorizzati migliora indirettamente la protezione del ciclista.
5 Favorisce il collegamento tra i vari percorsi,si realizza la necessaria rete ciclabile.
6 Alcune strade,solitamente quelle a due corsie per ogni senso di marcia,hanno gia’ la corsia di sosta (Foto 20).Basta proprio poco per renderla agibile al ciclista,utente debole per eccellenza:la banda rumorosa,vera e propria salvavita,il logo del ciclista di tanto in tanto insieme alla segnaletica verticale”pericolo ciclisti”.
Adempimenti e lavori necessari prima di collocare la corsia di rispetto ciclistica
A Il Ministero dei trasporti e delle Infrastrutture,la Commissione trasporti della Camera e le Regioni devono inserire “la corsia di rispetto del ciclista” nel Codice della strada.
B E’ indispensabile, prima di collocare la corsia di rispetto sulla strada,effettuare la “lisciatura” della banchina e la “pulizia” del margine destro .Questa è la spesa piu’ rilevante,ma solo all’inizio.
In quali strade collocare la “Corsia di rispetto”?
Senza dubbio ,lungo le strade che conducono verso le mete piu’ pedalate dai ciclisti,in particolare quelle in uscita dai popolosi insediamenti urbani.E’ sufficiente incontrare le associazioni dei cicloturisti per avere un’idea concreta.Di seguito,alcuni percorsi nell’area metropolitana di Roma percorsi dai ciclisti :
-Via Aurelia gra-Via Muratella-Fregene-Via del Porto-Focene(P C per Fiumicino).
-Cristoforo Colombo dall’Eur ad Ostia.La corsia, va’ collocata nella complanare dove esista,altrimenti si usa la corsia di sosta gia’ esistente.
-Litoranea da Ostia(Cristoforo Colombo) a Torvaianica(Villaggio Tognazzi).
-Via Cecchignola-Via Castel di Leva-Santuario Madonna del Divino Amore-breve tratto di via Ardeatina-svolta a sx per Via della Falcognana(Sp 91b)-Appia Nuova.
-Via Appia Nuova-SP 140 –Castel Gandolfo
-Via Archiginnasio(Tor Vergata)-Via E.Fermi-Frascati
-Via Tiburtina gra-Bagni di Tivoli-Villa Adriana-Tivoli.
-Via Tiberina ( Labaro)-Fiano.
Gianfranco Di Pretoro
Roma ,29 5 2019
Tel 3280608637
E GIUNTO IL TEMPO DI REAGIRE SCRIVENDO IN MASSA AL MINISTERO delle Infrastrutture e dei Trasporti,agli ASSESSORATI Mobilita’ e Sport per sottolineare il nostro diritto di avere il sacrosanto spazio e rispetto sulle strade:Ministero Infrastrutture e Trasporti-Segreteria Tecnica Dr.Mauro Antonelli-Pza Porta Pia 1 Roma-Email:segtecnica.ministro@mit.gov.it(meglio la pec).Mi spiace non poter allegare le foto esplicative.