WorldTour, il Belgio supera l’Italia: mai così pochi azzurri in gruppo. Le nazioni storiche fanno fatica, boom Australia, Colombia e Gran Bretagna

L’Italia perde il primato tra i corridori WorldTour. Se l’anno scorso i nostri connazionali erano la quota più alta in gruppo con un totale di 55 rappresentanti, numero che sarebbe bastato per ripetersi quest’anno, ora è il Belgio ad avere più rappresentanti, con un totale di 52 corridori. Sono 51 invece i nostri connazionali, in calo dunque di quattro ciclisti, ovvero il più brusco ridimensionamento dell’intero plotone, il cui podio è rappresentato dalla Francia, con 41 corridori presenti nella massima divisione (che conta un totale di 44 nazioni).

Da notare come si tratta del numero più basso di italiani mai registrato nella storia del ciclismo professionistico, che ha storicamente avuto nel nostro paese uno dei fari del movimento sin dagli albori della disciplina. Con la globalizzazione ovviamente molto è cambiato, tanto che fare paragoni con dati che vanno troppo indietro nel tempo non ha molto senso, anche per l’organizzazione interna del ciclismo e la sua suddivisione. Ma il dato resta comunque il più basso dall’introduzione del ProTour, poi WorldTour, nel 2005, quando di italiani in gruppo ce n’erano praticamente il doppio (100, superati solo dai 105 spagnoli).

Da allora un calo regolare, interrotto solo da qualche fiammata, che non sembra assolutamente destinata a ripetersi, specialmente con la riforma 2020 alle porte e gli organici che tengono a ridursi a fronte di una internazionalizzazione sempre più imperante (il che non è necessariamente un male, se fatta con criterio e rispetto delle tradizioni).

Scorrendo i dati pubblicati da ProCyclingStats emerge come invece il Belgio abbia quest’anno quattro corridori in più rispetto al 2018, unica nazione storica a migliorare il proprio dato, contrariamente a Francia, Italia, Paesi Bassi e Spagna che assieme perdono un totale di dodici rappresentanti. Al contrario, la crescita più alta è stata fatta registrare dalla Danimarca, che vede ben cinque nuovi corridori in massima divisione, per un totale di 18, con un miglioramenti di oltre il 27,7%. Tre atleti in più per la Polonia, grazie in particolare all’acquisizione della BMC da parte della CCC, portando con sé atleti locali. Cresce inoltre ancora il numero di atleti in arrivo dalla Colombia, con gli escarabajos che continuano ad attirare grandi interessi (un totale di 19 ciclisti, due in più della passata stagione), iniziando a trascinare con sé l’intero movimento sudamericano (tuttavia ancora nettamente minoritario).

A livello di continenti la Vecchia Europa ovviamente continua a farla da padrone, con 399 corridori su un totale di 481 (dunque ampiamente oltre l’80%). Lontanissime le altre, i cui numeri vengono sostanzialmente gonfiati dalle presenze di singole nazioni (ovviamente anche da squadre): in Asia il Kazakistan (Astana) rappresenta infatti nove uomini su un totale di appena 14; in Africa sono i sudafricani (Dimension Data) a contribuire in maniera predominante con dieci corridori su tredici. Discorso simile per Oceania, dove ovviamente su 39 corridori sono australiani, e America, che vede la duplice presenza di Stati Uniti e Colombia a far impennare i numeri, con ben 38 su 48.

Ma in questi casi si tratta più di movimenti che di singole squadre, che comunque hanno influito – e influiscono ancora in parte – in maniera importante alla crescita del movimento nazionale. Fa eccezione la Colombia, che pur senza squadre di matrice locale in prima categoria, riesce ad esportare i suoi talenti in gran numero. Uno degli aumenti più netti dal 2005 ad oggi è proprio degli Escarabajos, che 15 stagioni fa erano appena in tre. Solo due erano invece i polacchi, contro gli undici attuali, così come è esploso il movimento sudafricano che da due rappresentanti è passato in doppia cifra. Notevole crescita anche per l’Australia, passata da 17 a 32 ciclisti, e della Gran Bretagna, che addirittura da tre corridori agli albori del ProTour ora ne ha 21 in gruppo

In questi tre lustri, oltre alle nazioni già citate, hanno perso molti rappresentanti anche altri paesi di grande tradizione come Germania e Svizzera, passate rispettivamente da 37 a 27 e da 21 a 13. Circa 50 invece i corridori in meno nel complesso (erano 532 nel 2005), mentre il numero di nazioni è passato da 38 a 44 (con un record di 46 due anni fa). Un numero tutto sommato non così diverso, mentre ben diversa è stata la ridistribuzione interna.

Corridori WorldTour 2019
# Nazione Corridori
1  Belgio 52
2  Italia 51
3  Francia 41
4  Paesi Bassi 34
5  Australia 32
6  Spagna 29
7  Germania 27
8  Gran Bretagna 21
9  Colombia 19
10  Stati Uniti 19
11  Danimarca 18
12  Svizzera 13
13  Polonia 11
14  Slovenia 11
15  Austria 10
16  Sudafrica 10
17  Norvegia 9
18  Kazakistan 9
19  Portogallo 7
20  Nuova Zelanda 7
21  Repubblica Ceca 6
22  Irlanda 5
23  Russia 5
24  Lussemburgo 4
25  Ecuador 3
26  Slovacchia 3
27  Canada 3
28  Lituania 2
29  Eritrea 2
30  Giappone 2
31  Argentina 2
32  Bielorussia 2
33  Emirati Arabi 1
34  Ucraina 1
35  Etiopia 1
36  Croazia 1
37  Cina 1
38  Taiwan 1
39  Messico 1
40  Lettonia 1
41  Estonia 1
42  Costa Rica 1
43  Finlandia 1
44  Svezia 1
Totale 481
Corridori ProTour 2005
# Nazione Corridori
1  Spagna 105
2  Italia 100
3  Francia 72
4  Belgio 38
5  Germania 37
6  Paesi Bassi 29
7  Svizzea 21
8  Australia 17
9  Stati Uniti 16
10  Danimarca 12
11  Russia 9
12  Austria 8
13  Slovenia 7
14  Kazakistan 6
15  Ucraina 6
16  Lussemburgo 4
17  Repubblica Ceca 4
18  Svezia 4
19  Finlandia 3
20  Colombia 3
21  Norvegia 3
22  Estonia 3
23  Gran Bretagna 3
24  Portogallo 3
25  Polonia 2
26  Bielorussia 2
27  Nuova Zelanda 2
28  Canada 2
29  Sudafrica 2
30  Moldavia 1
31  Slovacchia 1
32  Venezuela 1
33  Irlanda 1
34  Brasile 1
35  Uzbekistan 1
36  Lituania 1
37  Croazia 1
38  Giappone 1
Totale 532

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