UAE Team Emirates, Juan Ayuso: “Voglio diventare il migliore al mondo – Pogačar non è un rivale, ma un riferimento”

Di Juan Ayuso si è detto tanto negli ultimi mesi. Il 22enne spagnolo è uno dei corridori più talentuosi in gruppo e ha appena portato a termine una stagione più che rispettabile: vittoria finale al Giro dei Paesi Baschi (dove però diversi corridori di spicco sono usciti di scena causa caduta), secondo al Giro di Svizzera e quinto al Giro di Romandia sono risultati non trascurabili, combinati per di più con tre successi parziali e con diversi altri piazzamenti. Il momento più caldo della stagione del corridore della UAE Team Emirates è stato però il Tour de France 2024, momento in cui è sembrato poco incline a spendersi per Tadej Pogačar, prima di lasciare la corsa per via del Covid. 

Il tema della co-esistenza fra lo sloveno e lo spagnolo è stato ricorrente nelle ultime settimane e ora tocca proprio ad Ayuso esprimersi sulla questione: “Mi fanno spesso la domanda sul mio rapporto con Tadej e lo capisco – le parole di Ayuso in un’intervista concessa a In de Leiderstrui – Il nostro rapporto è assolutamente normale, abbiamo molto tempo insieme, fra periodi di allenamento e il Tour de France. Il fatto che io non sia riuscito ad aiutarlo al Tour a causa del Covid è stato duro per me da accettare. Non sono stato in grado di mostrare quello di cui sono capace. Ne abbiamo parlato, lui ha capito la mia situazione e mi ha sempre aiutato. Di Tadej apprezzo molto il fatto che in ogni sua vittoria si rende conto della fatica che fanno gli altri intorno a lui”.

Quindi, tutto bene per Ayuso alla UAE? “. Non vedo perché io debba pensare al mio contratto (che scade a fine 2028 – ndr) o ad andare in un’altra squadra. Sono felice qui. Per me il 2024 è stato un anno strano – aggiunge lo spagnolo – Sono partito forte, ma dopo la pausa che ha preceduto la preparazione per il Tour me n’è capitata una dopo l’altra. C’è stata la caduta al Delfinato e poi il ritiro dal Tour praticamente prima ancora che lo avessi cominciato. Da lì non mi sono più ripreso. Dopo l’infezione da Covid, il corpo non funzionava più, nonostante io facessi il massimo per recuperare. Sì, ho vinto una gara (la crono al Giro del Lussemburgo 2024 – ndr), ma non era abbastanza”.

Gli obiettivi di carriera del 22enne spagnolo rimangono significativi: “Io voglio diventare il miglior corridore al mondo – le parole, senza mezzi termini, di Ayuso – So che ora il migliore è Tadej e io non intendo dire che già ora voglio essere migliore di lui. Io sogno di essere il migliore, quindi so che in futuro dovrò fare meglio di lui. Per me Pogačar non è un rivale, ma un riferimento. So di dovermi concentrare sull’allenamento in salita, perché devo chiudere il divario che mi separa da lui, da Jonas Vingegaard, da Primož Roglič e da Remco Evenepoel”.

Per quel che riguarda il futuro a breve termine, i piani di Ayuso sono chiari, Pogačar o non Pogačar: lo spagnolo sarà al Giro d’Italia 2025: “Sì, andrò al Giro e se Tadej non ci sarà, bene – le parole del corridore catalano – Se ci sarà, io ci andrò comunque. Sono già pienamente concentrato sul Giro, è uno dei miei grandi obiettivi. Se verrà Pogačar, probabilmente dovrò correre per lui, ma la mia preparazione non cambierà. Devi essere comunque al massimo per una corsa di quel livello”.

Giro, quindi, e non solo: “Io non mi sento chiuso in questa squadra – chiude Ayuso – So che faccio parte della squadra migliore al modo e che questo significa che tutti sono corridori di alto livello. Se vuoi una possibilità, devi andare forte e non solo chiedere di averla. Altrimenti ci saranno sempre altri che saranno migliori di te e tu ti trovi a dover correre per loro. È una grande motivazione, devi continuare a lavorare e non devi rilassarti”.

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