Soudal-QuickStep, Luke Lamperti sulle orme di Peter Sagan mentre a Patrick Lefevere ricorda Tom Boonen e Johan Museeuw
Tutto pronto per la prima stagione tra i grandi di Luke Lamperti. Il possente sprinter americano disputerà la prima stagione nel WorldTour con la maglia della Soudal-QuickStep e cercherà immediatamente di mettersi in mostra, non solo per giocarsi gli sprint di gruppo, ma anche per crescere come corridore da Classiche. Il classe 2002 ha impressionato nelle categorie giovanili e dopo essere arrivato alla corte di Patrick Lefevere dalla formazione continental britannica Trinity Racing spera di poter diventare un corridore di primo e lottare con i migliori ciclisti del mondo su diversi tracciati. Quest’anno avrà inoltre la possibilità di imparare molto da uno degli sprinter più forti del circuito, Tim Merlier, che sarà suo compagno di squadra.
Tutti credono nelle sue potenzialità a partire dal numero uno della formazione belga che a Cyclingnews ha parlato in maniera entusiastica del suo nuovo corridore: “Attenti al ragazzo americano. È veloce e forte. Se la mia memoria è buona, Tom Boonen ha iniziato come velocista e ha concluso la sua carriera come corridore delle Classiche. Johan Museeuw era un velocista alla Lotto ed è diventato un corridore delle Classiche nella mia squadra. Penso che Luke possa fare lo stesso”.
In vista della stagione che sta per iniziare, l’americano non ritiene di “avere la potenza pura dei grandi velocisti” e per questo “le Classiche potrebbero essere ciò che mi si addice di più in futuro”, e chiaramente al primo anno nella massima divisione “ne sapremo di più”. Se la stagione da neopro è fatta per imparare, ormai da qualche anno si parte subito a tutta e anche il giovane talento statunitense non nasconde le sue ambizioni : “Penso che come corridore metti sempre un po’ di pressione su te stesso, vuoi sempre dare il massimo per te ma anche per la squadra. Mi piacerebbe sicuramente fare qualcosa quest’anno. Quando inizi bene, acquisisci sempre molta fiducia. Se potessi iniziare bene e fare delle belle corse, sicuramente questo aiuterebbe tutto”.
Sin da bambino si è avvicinato al mondo del ciclismo guardando le prodezze di Peter Sagan ed ora è pronto ad emulare quanto fatto dallo slovacco, che non incontrerà in gruppo visto il ritiro proprio questo inverno: “Quando ho iniziato a guardare concretamente il ciclismo, Sagan era l’uomo di riferimento e l’ho visto passare davanti a casa mia. Questo mi ha fatto diventare un suo fan. Mi è piaciuto il modo in cui ha corso e tutto quello che ha fatto nel ciclismo e in questo sport. Che abbia smesso di correre l’anno prima che io iniziassi da professionista è un peccato, ho sempre desiderato correre con lui, ma un po’ lo conosco”.
Con il tre volte campione del mondo, l’americano condivide la passione per le corse del Nord, che sin da junior lo hanno visto protagonista: “Correre in Belgio è sempre stata la mia cosa preferita, quindi adoro le Classiche. Da junior ho capito che volevo correre in Europa e sentivo di appartenere a questo posto. Ora ho la possibilità di dimostrarlo e vedere se davvero appartengo a questa realtà. I ragazzi del team e lo staff adorano correre nelle Fiandre. Man mano che farò queste corse, spero di poterle amare anch’io”.
Rispetto a molti suoi coetanei di grande talento, lui, che ha compiuto 21 anni il 31 dicembre scorso, ha deciso di attendere prima di passare professionistia, correndo per tre anni tra gli Under 23: “È un po’ più rispetto a tanti ragazzi, ma penso che per me tre fossero la cosa giusta per me. Mi ha dato molte opzioni in più e significava che potevo scegliere un po’ di più per il mio futuro e anche per mantenere quella capacità di vincere. Avere fiducia al momento di passare tra i professionisti e l’aver avuto successo mi fa sentire che ora posso laurearmi invece di avere la sensazione di avere un lavoro in sospeso nella categoria under 23. Ora si tratta di mettere tutto insieme e imparare davvero il più velocemente possibile”.
Dopo il primo ritiro con il team in Spagna, a Calpe, la stagione si avvicina e arriva il momento di iniziare a correre: “Molti grandi velocisti se ne sono andati, ma la squadra crede ancora nelle classiche e nella cultura dello sprint. Venire qui è stata una mia scelta. Hai visto quanti ragazzi sono entrati nella squadra e sono diventati velocisti e grandi corridori da classiche. Penso che il DNA non cambi mai, anche se hanno anche molti buoni corridori di classifica generale. Ho davvero fiducia in loro per aiutarmi a crescere”.
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