Soudal-QuickStep, al Nord i “lupi” ormai sono spariti – Patrick Lefevere: “Misuro le parole perché poi l’UCI mi rimprovera; posso dire che siamo sotto la media”

L’anno scorso, di questi tempi, Patrick Lefevere bacchettava i corridori della Soudal-QuickStep per gli scarsi risultati nelle Classiche del Nord. 365 giorni dopo, le cose non sono cambiate, con il dirigente della formazione belga che deve fare i conti con un piatto che, per quel che riguarda il pavé, continua a piangere. Nella Gand-Wevelgem di domenica 24 marzo, il migliore di squadra è stato Tim Merlier, ottavo. Peggio ancora erano andate le cose alla E3 Saxo Classic, dove il primo del “WolfPack” all’arrivo fu Yves Lampaert, 28esimo. E qualche settimana fa, fra Omloop Het Nieuwsblad e Kuurne-Bruxelles-Kuurne, il panorama non era stato granché migliore, fatta eccezione per il settimo posto di Luke Lamperti alla Kuurne.

“La nostra prova? Semplicemente dolorosa – ha scritto lo stesso Lefevere su Het Nieuwsblad – Alla E3 siamo stati in testa al gruppo a 90 chilometri dall’arrivo e poi il nulla. Misuro le mie parole perché, altrimenti, il comitato etico dell’UCI mi rimprovera, ma siamo molto al di sotto della media. Non biasimo nessuno per non riuscire a stare con Mathieu van der Poel o con Wout van Aert, che sono due fuori categoria, ma anche nel gruppo immediatamente dietro non ci siamo”.

Attenuanti per i suoi corridori? “Non troppe. Non è per lusso che dobbiamo schierare un giovane come Pepijn Reinderink in una gara come la E3. Ma, considerato il modo di correre di Van der Poel, ormai la profondità della squadra ha un peso molto limitato. Chi riesce a stargli dietro, è in corsa, punto“.

Responsabilità? “Io ne ho – aggiunge Lefevere – È vero che abbiamo ridotto i fondi a disposizione per comporre il gruppo delle Classiche in funzione di quello dei Grandi Giri. Ma con Julian Alaphilippe, Yves Lampaert e Kasper Asgreen, una parte significativa del denaro investito annualmente va ancora al gruppo delle Classiche… Ho imparato comunque una lezione: non stipulare contratti sull’euforia del momento, cosa che forse è successa troppo spesso con i corridori appena citati. Qualunque cosa accade, non parlerò di contratti con nessuno, fino almeno a dopo la Parigi-Roubaix 2024″. 

Nel frattempo, corridori e tecnici della Soudal-QuickStep provano ad analizzare il momento, anche in vista del Giro delle Fiandre di domenica 31 marzo: “Al momento non abbiamo la potenza di fuoco necessario per affrontare i muri più duri – le parole di Asgreen raccolte da Het Nieuwsblad dopo la Gand-Wevelgem – All’ultimo passaggio sul Kemmelberg abbiamo deciso di non forzare il ritmo, scommettendo sul fatto che non saremmo stati troppo lontani e che fossimo ancora in partita dopo aver scollinato. Non abbiamo le forze per controllare la corsa: potevamo spendere due uomini sul Kemmelberg, ma li avremmo poi persi per tutto il resto della gara”.

Quindi la Ronde è già fuori portata per il “branco di lupi”? “Van der Poel e Van Aert saranno i due grandi favoriti. Il Fiandre però è lungo 260 chilometri – il commento del direttore sportivo Wilfried Peeters – Se sarà una corsa più tattica, dovremo giocarcela. Poi, la Lidl-Trek ha fatto vedere che VDP può essere il più forte sui muri, ma può essere messo sotto pressione, anche se è abbastanza forte da andarsene via da solo. Vedremo domenica, la gara è ancora tutta da correre”.

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